ASTENGO, Giacomo
Nacque a Savona il 17 febbr. 1814; compì gli studi classici presso le scuole dei padri delle Scuole pie e, quindi, recatosi a Genova, si addottorò in quella università in utroque iure nel 1836. Svolse per qualche tempo attività professionale, soprattutto come commercialista, sino a quando, nel 1849 (19 marzo), venne nominato provveditore agli studi di Savona.
Nel 1852 fu eletto deputato nello stesso collegio di Savona; sciolto il parlamento, fu rieletto nel 1853, rimanendo, però, in ballottaggio con il suo più diretto competitore, Damiano Sauli. In questa occasione l'A. indirizzò una nobile lettera agli elettori esortandoli a votare per il Sauli. Eletto ancora deputato nel 1857, 1858 e 1860, appartenne alla maggioranza sostenitrice del Cavour e partecipò attivamente ai lavori delle giunte.
L'8 ott. 1865 l'A. fu nominato senatore, ufficio che esercitò con scrupolosa assiduità. Dal 1866 fu membro e vice presidente del consiglio di amministrazione del fondo per il culto, carica alla quale fu sempre riconfermato. Fu eletto consigliere comunale di Roma nelle elezioni amministrative del 1873.
Le cure della vita pubblica non gli impedirono di continuare ad esercitare la professione di avvocato; notevoli sono, in questo campo della sua attività, il Parere sulle tariffe daziarie della città di Torino relativamente al dazio consumo sulla minuta vendita del vino (Torino 1864),espresso, insieme con gli avvocati C. Elena e C. Gastaldetti, e riguardante l'applicabilità della legge 3 luglio 1864 e successivo decreto del 10 luglio dello stesso anno alla città di Torino; la memoria presentata agli arbitri internazionali per la decisione dell'ammontare dei danni subiti dalla Società anonima commerciale industriale e agricola per la Tunisia per i fatti avvenuti nella tenuta di Gedeida nel 1871 (La società anonima commerciale ed industriale per la Tunisia contro il governo di S. A. il Bey di Tunisi. Note per i signori arbitri,Roma 1872), che è una voluminosa comparsa conclusionale sulla intricata questione; la difesa sostenuta (insieme con A. Sabelli) Nella causa di procedimento formale fra il Collegio S. Bonaventura in Roma contro la Giunta liquidatrice dell'asse ecclesiastico in Roma (Roma 1875),per la esclusione del Collegio S. Bonaventura dalla soppressione prevista dalla legge 19 giugno 1873 n. 1402; e il Parere legale espresso per la successione del banchiere Giuseppe Baldini (Roma 1876).
Discorso a sé va fatto per il Codice civile del Regno d'Italia confrontato con gli altri codici italiani ed esposto nelle fonti e nei motivi per G. A., Adolfo De Foresta, Luigi Gerra, Orazio Sparma e Giovanni Alessandro Vaccarone, vol. I, Firenze-Torino 1866.
Di quest'opera, che nel disegno degli autori doveva essere di considerevole mole, non vide la luce che il primo volume dedicato ai primi 69articoli del Codice civile italiano del 1865.Ogni articolo del Codice in parola è confrontato con quello corrispondente dei codici (e sovente delle più importanti leggi in materia civilistica) degli antichi Stati italiani. Attenzione merita anche il raffronto con il Codice Napoleone, giustamente considerato "il tipo di tutti i codici moderni"' e con i lavori preparatori. Notevole in questo punto dovrebbe essere stato il contributo dell'A., il quale si valeva dell'esperienza fatta come membro della commissione della Camera dei deputati per il Codice di procedura civile e delle commissioni governative per l'ordinamento giudiziario e per il Codice di procedura civile promulgati nel 1859, nonché della sua diretta partecipazione alla compilazione del Codice civile dei 1865, quale membro della commissione per i codici, ed alla compilazione del Codice di commercio nel 1864.
L'opera di commento sistematico è condotta con sobrietà e chiarezza: ricca di notizie e di dati comparativi anche'con le più importanti legislazioni straniere, non approfondisce, però, nella dottrina, la individuazione della ratio iuris delle varie norme. È difficile, d'altronde, stabilire quale sia stato l'apporto dei singoli autori mancando ogni indicazione al riguardo.
L'A. morì a Roma il 22 marzo 1884.
Bibl.: Necrologi, in La Liguria occidentale, 29 marzo 1884, e in Il Cittadino, 26 marzo 1884; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Terni 1890, p. 68; A. Bruno, Storia di Savona, Savona 1901, p. 213.