BOLOGNINI, Giacomo
Figlio di Francesco (fratello di Giovan Battista il Vecchio) e di Elisabetta Galineri, nacque a Bologna nel 1664 (Zanotti; il Crespi, invece, indica la data 1651 e lo dice erroneamente figlio di Alberto). Morto il padre, il B. fu allevato in casa dello zio Giovan Battista che lo avviò alla pittura. Nell'Accademia degli Ottenebrati il giovane artista ebbe modo di distinguersi, ottenendo tre volte il premio della prima classe e mostrando una grande facilità di invenzione. Lo Zanotti ci ragguaglia sulla copiosa attività del pittore che lavorò alle decorazioni del castello di Novellara e di chiese e case gentilizie non soltanto di Bologna ma anche di Piacenza, Imola, Mantova, Verona, Venezia: alcune sue opere furono spedite anche all'estero. Dalle fonti apprendiamo che Giacomo eccelleva nelle vaste composizioni storiche e mitologiche: tra i soggetti più spettacolari bisogna ricordare a Bologna il Virgilio Malvezzi mandato comeambasciatore al re d'Inghilterra (casa Malvezzi) e Alberto Caprara che espone ai Turchi l'ambasciata di Leopoldo imperatore deiCristiani (casa Orsi). Altri affreschi e tele sono ricordati in casa Pepoli a Bologna, in casa Baldini a Piacenza e in casa Ghini a Cesena (un Sacrificio di Ifigenia). I pochi dipinti di soggetto sacro che conosciamo (per es. la Guarigione di un ossesso nella Pinacoteca di Bologna, cfr. A. Emiliani, La Pinac. Naz...., Bologna 1967, p. 69) accennano ad un gusto vivacemente barocco, caratterizzato da una predilezione per violenti effetti di luce. Documenti nell'Archivio di Stato di Bologna (Arti) testimoniano che il B. ebbe incarichi nell'Arte dei pittori: egli figura infatti "massaro" nel 1703 (quarto trimestre), nel 1704 (secondo trimestre) e nel 1707 (terzo trimestre). Nel 1719, inoltre, egli faceva parte del consiglio della Compagnia dei pittori accanto a Ferdinando Bibiena, a Giacomo Boni ed ad altri.
Il B. ebbe anche una parte di primo piano nelle vicende dell'Accademia Clementina: già nel novembre del 1709 figura fra i quaranta accademici che in casa Marsili ne attuarono la fondazione. Il 26 dic. 1709 fu eletto provveditore, accanto al Cavazzoni. Qualche tempo dopo il B. fu nominato direttore per l'anno 1715; eletto a sorte come principe per il 1725, rifiutò per motivi di salute.
Il 16 maggio del 1725, infatti, il pittore, ammalato, dettò il testamento (rogito Antonio Magnani, riportato dal Gualandi) in cui istituì eredi i figli maschi Giovan Battista e Francesco, anch'essi artisti, e lasciò vari legati alla moglie Antonia Margarita Contoli e alle figlie Teresa, Olimpia e Anna. Da un codicillo (10 ott. 1740) di Antonia Contoli, già vedova di Giacomo, si apprende che il maestro possedeva un podere a Roncrio e che esisteva una quarta figlia, di nome Rosalba, pittrice, sposata con Lodovico Laurenti, medico e scrittore (Gualandi).
Giacomò morì a Bologna il 10 luglio 1737 (Zanotti) e fu sepolto in S. Procolo (il Crespi indica, invece, come epoca della morte il maggio del 1734).
L'Oretti (c. 274) è l'unico a darci qualche notizia di Leonardo, che suggerisce fosse fratello di Giacomo. Attivo nel 1679, lavorò quasi sempre fuori di Bologna, specialmente a Milano dove avrebbe dipinto per il duomo una serie di quadri con la Vita di S.Carlo Borromeo (v. anche Zani, p. 154; Bosi, p. 13; Thieme-Becker, IV, p. 253).
Le fonti ricordano inoltre un Carlo, senza chiarire se appartenesse alla stessa famiglia. Nato a Bologna nel 1662 (ma l'Orlandi dice 1678), allievo di M. Aldrovandini e di G. Troglio detto Paradosso, fu attivo soprattutto come pittore quadraturista a Bologna (l'Orlandi lo dice vivente "in patria"), a Vienna, a Cremona. L'Oretti (c. 276) suggerisce l'ipotesi che abbia lavorato nell'abbazia cremonese di San Sigismondo dove alcuni affreschi mostrano un gusto bolognese. Morì in Cremona il 3 ott. 1704 (v., oltre alle fonti citate, Bosi, p. 13; Thieme-Becker, IV, p. 252).
Fonti e Bibl.: M. Gualandi, Memorie originali italiane..., IV, Bologna 1843, pp. 169-173; [C. C. Malvasia], Le pitture diBologna che... rendono il Passeggiere disingannato, Bologna 1686, p. 255; Bologna, Biblioteca dell'Accademia di Belle Arti, ms., Atti dell'Accad. Clementina, vol. I, anni 1710-64, passim; P. Orlandi, Abecedario pittorico..., Bologna 1704, p. 177; B. Dal Pozzo Le vite de' Pittori... veronesi, Verona 1718, pp. 295, 299; G. P. Zanotti, Storia dell'Accademia Clementina, Bologna 1739, I, pp. 30, 41, 61, 70; II, pp. 27-29; L. Crespi, Felsina pittrice, III, Roma 1769, pp. 81 s.; Bologna, Bibl. Comun. dell'Archiginnasio, ms. B. 130, M. Oretti, Notizie de' Professori del disegno..., parte VIII, cc. 25457, 262; P. Zani, Enciclopedia metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 153; S. Ticozzi, Dizionario degli architetti..., I, Milano 1830, p. 187; G. Giordani, Memorie di S. Maria Assunta in Borgo Panigale, Bologna 1853, p. 14; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi, Milano 1855, p. 82; G. Bosi, Manuale pittorico felsineo, Bologna 1859, p. 13; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, p. 252 (con ulteriore bibl.).