BORLONE (Burlone, Borloni, Boroni), Giacomo
Pittore bergamasco, nativo di Albino ("de Albegno" o Albenio), come risulta da un registro del convento delle monache di S. Grata a Bergamo, dal quale si desume anche che il 29 genn. 1487 era già morto (Pellegrini). L'attività pittorica di un Giacomo Borlone è documentata nei registri della confraternita dei battuti, quindi detta dei disciplini, di Clusone, dove risultano pagamenti a suo favore (riportati in parte in Pellegrini) per lavori eseguiti negli anni 1462, 1464, 1470, 1471 e 1480 (Arch. di Stato di Milano, Fondo di religione, parte antica, n. 3165, Confraternite, Comuni, Clusone: S. Maria Maddalena e S. Bernardino).
Nell'oratorio della stessa confraternita, intitolato a S. Bernardino, poco sopra le imposte dell'arco trionfale, sotto il grande affresco con la Crocefissione, è visibile una iscrizione: "1471/ (IA)CHOB PINXIT". La stessa scritta, con la data 1470, si trova anche sulla parete opposta - in una delle piccole Storie di Cristo che occupano mteramente, su tre ordini, anche le due pareti laterali - nel cartiglio tenuto dall'angelo che avverte la Sacra famiglia di fuggire in Egitto. Si è ritenuto che codesto "Jachob" e il B. di cui parlano i documenti della confraternita siano la stessa persona (cfr. J. A. Crowe e G. B. Cavalcaselle) e che i pagamenti del 1470 e 1471 si riferiscano alla Crocefissione e, quanto meno, a parte delle Storie. È inoltre ragionevole ritenere che il B. sia stato l'autore di tutta la decorazione pittorica del piccolo oratorio, quindi anche degli otto Profeti del sottarco trionfale e degli altri affreschi del presbiterio: l'arcaico Cristo benedicente (parete di fondo), Patti musicanti, Dottori della Chiesa e Allegorie evangeliche, Allegorie degli elementi (volta). Al medesimo complesso decorativo doveva appartenere anche una pala d'altare o polittico, di cui non restano che due frammenti con figurine di Profeti, la cui affinità con quelli a fresco del sottarco e, comunque, coi modi del B. appare evidente. È quindi da escludere il nome di Giacomo Busca (Rosa), altro pittore locale documentato circa la metà del secolo XV, tanto più dopo la recente scoperta di suoi affreschi firmati a Solto Collina, peraltro prossimi alle Storie del B. (cfr. Mazzini, 1965, pp. 619 s.). Ma allo stesso B. vanno riferiti, anzitutto per ragioni stilistiche, anche i migliori affreschi che sono sotto il portico esterno: la composizione con S. Francesco che riceve le stigmate e un devoto, S. Bernardino e una piccola Crocefissione (sopra la lapide col simbolo bernardiniano e l'indicazione della data 1452); la Annunciazione sopra la finestra; il S. Gerolamo penitente e le figure dei Santi Bernardino, Antonio e Defendente entro nicchie dipinte con moduli architettonico-decorativi di repertorio rinascimentale. V'è, infine, sulla facciata esterna dell'oratorio, il Trionfo e danza della morte, datato 1485, una delle più note e celebrate composizioni del genere, in cui non è difficile scorgere, nonostante la singolarità del tema, strette affinità coi modi peculiari del pittore che affrescò la grande Crocefissione del 1471 (cfr. Mazzini, 1965, pp. 464 s.). Altri segni dell'attività del B. si scorgono, nella stessa Clusone, in affreschi delle chiese di S. Anna e soprattutto di S. Defendente. Il B. dovette avere seguaci e collaboratori locali - fra i quali forse lo stesso Busca - che intervennero sicuramente là dove è una flessione del livello qualitativo, e ne volgarizzarono poi i modi, come mostra per es. il ciclo affrescato nella chiesa di Pagliaro.
Il B. è tipica figura di mediocre artista provinciale lombardo che, pur operando nel terzo quarto del sec. XV, attinge ancora largamente al formulario tradizionale gotico e mostra di avere soltanto vaghe nozioni dell'arte rinascimentale, attraverso citazioni esteriori tradotte in una visione neogotica e favolosa, il cui carattere cromatico e ornato si afferma specialmente nella narrativa. È su di un piano consimile a quello del bresciano Giovanni Pietro da Cemmo, del quale ricorda specialmente gli affreschi giovanili (1475) dell'Annunciata di Borno (Brescia).
Fonti e Bibl.: Per la bibl. e l'iconogr. dell'affresco esterno di Clusone cfr.: A. Frugoni, Itemi della morte nell'affresco della chiesa dei Disciplini…, in Bull. dell'Ist. stor. ital. per il Medio Evo, 1957, n. 69, pp. 175-212; W. Rotzler, Die Begegnung der drei Lebenden und der drei Toten, Winterthur 1961, pp. 219-227; Ch. Settis Frugoni, Il tema dell'incontro dei tre vivi e dei tre morti nella tradiz. medioevale ital., in Atti e memorie dell'Accad. naz. dei Lincei, classe di scienze morali stor. e fil., s. 8, XIII (1967), pp. 249-251; ma cfr. anche: Bergamo, Curia vescovile: E. Fornoni, Artisti bergamaschi, ms. I, p. 154; G. Vallardi, Trionfo e danza della morte... a Clusone, Milano 1859 (recens. di G. Rosa, in Arch. stor. ital., XIV[1861], p. 114); A. Pellegrini, Nuove illustrazioni sull'affresco del Trionfo e danza della morte in Clusone, Bergamo 1878, pp. 11 ss.; F. Malaguzzi Valeri, Pittori lombardi del '400, Milano 1902, p. 226; J. A. Crowe-G. B. Cavalcaselle, A history of painting in North Italy, London 1912, III, pp. 435 s., n. 1; F. Mazzini, Mostra di opere d'arte restaurate (catal.), Bergamo 1960, n. 7; Id., Affreschi lombardi del '400, Milano 1965, pp. 463-65, 621.