• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CARBONI, Giacomo

di Giuseppe Sircana - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)
  • Condividi

CARBONI, Giacomo

Giuseppe Sircana

Nacque a Reggio Emilia il 29 apr. 1889, da Giovanni e Clarinda Longinotti, in una famiglia di tradizioni risorgimentali. Dopo aver intrapreso gli studi di medicina, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza nella quale si laureò. Frequentò l'Accademia militare di Modena, dove acquisì nel maggio 1912 il grado di sottotenente. Prese subito parte come volontario alla guerra di Libia nel 5° reggimento alpini e il 17 luglio 1913 fu nominato tenente per meriti di guerra. Quindi, come capitano dal 1° sett. 1915 e come maggiore dal 13 sett. 1917, prese parte alla prima guerra mondiale, nel corso della quale fu decorato con la croce dell'Ordine militare di Savoia.

Tenente colonnello dal 31 marzo 1926, il C. fu protagonista di una missione riservata che gli valse la promozione a colonnello per meriti eccezionali (7 maggio 1931). Durante la guerra d'Etiopia fu assegnato al comando dell'810 reggimento fanteria (1° nov. 1936-25 ag. 1937). Promosso generale di brigata il 1° luglio 1937, fu nominato vicecomandante della divisione Cacciatori delle Alpi.

Nella complessa e non sempre chiara rete di rapporti tra le massime cariche militari, le gerarchie fasciste e gli ambienti della Corona, il C. era particolarmente vicino a Galeazzo Ciano, che nel suo diario, ne riconosce l'ingegno e ne raccoglie le spregiudicate e realistiche opinioni anche in relazione (maggio 1939) alle condizioni degli armamenti italiani ritenute dal C. disastrose.

Il 3 nov. 1939 il C. fu chiamato a dirigere il Servizio informazioni militari (SIM) e, in tale veste, nel gennaio 1940 svolse un'importante missione informativa in Germania per verificare le condizioni di quel paese cinque mesi dopo l'inizio della guerra (il 1° genn. 1940 era stato promosso generale di divisione). Nel settembre dello stesso anno, il C., del quale era noto l'atteggiamento antigermanico, dovette dimettersi dal SIM, anche per i contrasti insorti tra lui e alcuni generali, spalleggiati da Ciano e da Filippo Anfuso, circa l'organizzazione del servizio. Fu destinato al comando dell'Accademia militare di Modena e della Scuola di applicazione di fanteria (18 sett. 1940-1° dic. 1941) e quindi al comando della divisione di fanteria Friuli (2 dic. 1941-30 nov. 1942). Promosso generale di corpo d'armata (1° genn. 1943), fu inviato in Corsica quale comandante del VII corpo d'armata (25 gennaio-18 marzo 1943). Dopo il 25 luglio 1943 il C. era stato richiamato a Roma come comandante del corpo d'armata motorizzato. Nell'agosto Badoglio lo nominò commissario straordinario del SIM ed egli rimase a capo del servizio informazioni fino al 10 settembre, essendo nelcontempo incaricato della difesa della capitale da un prevedibile attacco tedesco all'annuncio dell'armistizio.

Nei giorni precedenti l'armistizio, il C. aveva preso contatti con esponenti dell'antifascismo romano allo scopo di promuovere un'iniziativa insurrezionale contro i Tedeschi. A tal fine era stata concordata la consegna di un certo quantitativo di armi a volontari civili, ma il piano non poté venire attuato sia perché i comandi militari rifiutarono di fornire le armi ai cittadini, sia perché quelle consegnate dallo stesso C. ad un gruppo di partigiani comunisti furono in parte fatte sequestrare dalla polizia. Venuta quindi meno la possibilità di un'azione concordata tra il fronte della Resistenza e le forze armate, toccava a queste ultime assumere l'onere di organizzare la difesa militare della città. Nello schieramento difensivo predisposto intorno alla capitale al fine di controllarne le principali vie d'accesso, al III corpo d'armata motorizzato, comandato appunto dal C., venne affidato il compito della difesa mobile esterna. La proclamazione dell'armistizio alla data dell'8 settembre, quattro giorni prima di quanto precedentemente indicato, sconvolse i piani. Le truppe schierate intorno a Roma, colte di sorpresa, non furono in grado di reggere efficacemente i primi decisi attacchi tedeschi. Nella notte tra l'8 e il 9 settembre, il C. fu convocato dal capo di Stato Maggiore dell'esercito e comandante della difesa di Roma, generale Roatta, che gli imparti l'ordine di far ripiegare le truppe al suo comando su Tivoli. Nel frattempo il re, il capo del governo Badoglio e gli alti comandi militari abbandonavano Roma.

Dopo aver dato disposizione che fosse eseguito l'ordine di Roatta, il C. si diresse a Tivoli in abiti civili con un'auto privata. Qui, secondo gli accordi, avrebbe dovuto attendere ulteriori ordini di Roatta ed essere raggiunto dalle sue truppe. Poiché invece non ricevette gli ordini attesi e dal momento che erano giunti a Tivoli soltanto alcuni reparti, il comando dei corpo motorizzato "acquistava - a giudizio del C. - il diritto di considerarsi isolato, autonomo e privo di ordini superiori" (La battaglia di Roma, p. 140). Di conseguenza, ritenuta impraticabile la disposizione di Roatta di orientarsi in direzione dell'Abruzzo, il C. considerò opportuno ingaggiare direttamente il combattimento con le truppe tedesche, al fine di logorarle e distoglierle dall'intervento contro lo sbarco alleato a Salerno. Rientrato a Roma, il C. impartì pertanto ordini per impiegare in questo senso le divisioni Ariete e Piave, aggiungendo le sue truppe ai volontari civili che si opponevano strenuamente ai Tedeschi nelle zone di porta S. Paolo e della passeggiata Archeologica. Convocato al ministero della Guerra, dove il generale Caviglia aveva già preparato l'armistizio con i Tedeschi, il C. rifiutò di apporre-la firma e decise di abbandonare la lotta aperta per passare a quella clandestina.

È soprattutto per le responsabilità delle quali il C. fu investito dopo l'8 settembre e per le polemiche sulla mancata difesa di Roma, che la sua figura ha assunto rilievo storico. La ricostruzione degli avvenimenti fornita reiteratamente dallo stesso C. contrasta, infatti, con le risultanze della Commissione d'inchiesta per la mancata difesa di Roma, nominata nel settembre 1944 dal Consiglio dei ministri dei governo Bonomi e presieduta d'ufficio dal sottosegretario Mario Palerma. Questa riconobbe precise responsabilità personali dei C.: l'impreparazione delle truppe a lui sottoposte, che nel momento decisivo avevano limitate capacità di movimento e scarse riserve di carburante; l'essersi egli allontanato in abiti civili dal suo comando, abbandonando di fatto i suoi uomini; l'aver sollecitato trattative di resa ai Tedeschi.

Sulla base di queste accuse, la Commissione d'inchiesta chiese il deferimento del C. (in congedo assoluto con decreto luogotenenziale 1° marzo 1945) al Tribunale militare di Roma, che non ritenne tuttavia provati i capi d'accusa (abbandono di comando e resa) e lo assolse con formula piena con sentenza del 19 febbr. 1949. Nonostante ciò, il C. non fu reintegrato nel servizio attivo in quanto venne subito avviata un'altra inchiesta (detta "di discriminazione", per esaminarne il comportamento durante il regime fascista sotto il profilo politico), inchiesta che si concluse con la conferma dei collocamento del C. in congedo assoluto. Nel 1951, per disposizione governativa, tale provvedimento fu annullato e fu deciso il trasferimento del C. nella riserva.

Al di là delle vicissitudini giudiziarie (il cui significato non è del tutto chiarito e che non dettero al C. completa soddisfazione), egli fu oggetto per molti anni di una campagna di stampa che, secondo più studiosi, mirava a caricare personaggi minori delle responsabilità ben più ampie, politiche e militari, del disfacimento dell'esercito. Nei confronti del C. - che, secondo il Pieri (p. 409), "in condizioni disperate [aveva] nobilmente contribuito a salvare l'onore d'Italia" - sarebbe stato montato "un vergognoso e coordinato linciaggio" (Rochat-Massobrio, p. 312).

Per parte sua il C. continuò ad intervenire nella polemica con articoli e libri di memorie: Io credo, s. l. né d.; L'armistizio e la difesadi Roma. Verità e menzogne, Roma 1945; La verità sulla difesa di Roma, s. l. 1945; L'Italia tradita dall'armistizio alla pace, Roma 1947; Difesa di Roma e inchiesta sulla "mancata" difesa di Roma, ibid. 1947; Più che il dovere. Storia di una battaglia italiana (1937-1951), ibid. 1952 (riedito come Memorie segrete 1935-1948. "Più che il dovere", Firenze 1955); Le verità di ungenerale distratto sull'8 settembre, Roma 1966; La battaglia di Roma, in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, I, Milano 1968, pp. 139-41. Dei suoi scritti militari di altro carattere ricordiamo: Sotto il segno di Marte. Panorama letterario tecnico-militare italiano e straniero sull'ultimo quinquennio, Torino 1933; La conquista delle Alpi di Fassa, Roma 1935, L'Italia nella politica militare mondiale, Firenze 1954. Alla fine degli anni Trenta diresse la collana editoriale "Biblioteca militare Le Monnier".

Il C. morì a Roma il 2 dic. 1973.

Fonti e Bibl.: P. Monelli, Roma 1943, Roma 1945, ad Indicem; R. Cadoma, La riscossa. Dal 25 luglio alla Liberazione, Milano 1948, ad Indicem; Vie nuove, 21 sett. 1952-4 genn. 1953 (il settimanale diretto da L. Longo pubblicò un ampio dibattito sull'8 sett. 1943 aperto dallo stesso C. e concluso da A. Trombadori, nel quale intervennero anche G. Di Vittorio, R. Battaglia e M. Palermo); A. Sanzi, Per la verità (settembre 1943), Milano 1960, ad Indicem; P. Pieri, Roma nella prima decade del settembre 1943, in Nuova Rivista storica, XLIV (1960), pp. 403-413; E. Musco, La verità sull'8 sett. 1943, Milano 1965, ad Indicem; E. Piscitelli, Storia della Resistenza romana, Bari 1965, ad Indicem; G. Bocca, Storia d'Italia nella guerra fascista, Bari 1965, ad Indicem; Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, I, Milano 1968, ad vocem; F. W. Deakin, Storia della Repubblica di Salò, Torino 1970, ad Indicem; R. Battaglia, Storia della Resistenza italiana, Torino 1970, ad Indicem; R. Zangrandi, L'Italia tradita. 8 sett. 1943, Milano 1971, ad Indicem; G. Rochat, Militari e politici nella preparazione della campagna d'Etiopia. Studio e documenti 1932-1936, Milano 1971, ad Indicem; G. Bianchi, Perché e come cadde il fascismo, Milano 1972, ad Indicem; M. S. Davis, Chi difende Roma?, Milano 1973, ad Indicem; Paese sera, 2 dic. 1973 (necrol.); G. Rochat-G. Massobrio, Breve storia dell'esercito italiano dal 1861 al 1943, Torino 1978, pp. 293, 312; G. Ciano, Diario 1937-1943, Milano 1980, ad Indicem; G. De Lutiis, Storia dei servizi segreti in Italia, Roma 1984, ad Indicem; G. Boatti, Le spie imperfette. I servizi segreti italiani da Custoza a Beirut, Milano 1987, ad Indicem.

Vedi anche
Vittorio Ambròsio Ambròsio, Vittorio. - Generale (Torino 1879 - Alassio 1958). Partecipò alla campagna di Libia e alla prima guerra mondiale. Nella seconda guerra mondiale, fu nel 1942 capo di S. M. dell'esercito, dal febbr. al nov. 1943 capo di S. M. generale. Ebbe una parte notevole nella preparazione della caduta di ... Pietro Badòglio Badòglio, Pietro. - Generale italiano (Grazzano Monferrato 1871 - ivi 1956). Capo di S. M. generale sin dal 1925, condusse la vittoriosa campagna in Etiopia (1935-36). Si dimise durante la seconda guerra mondiale dopo l'insuccesso in Grecia. Chiamato dal re a sostituire B. Mussolini (25 luglio 1943), ... Giuseppe Cordèro Lanza di Montezemolo Cordèro Lanza di Montezemolo, Giuseppe. - Ufficiale italiano, medaglia d'oro (Roma 1901 - ivi 1944). Per tutta la durata della 2a guerra mondiale prestò servizio al comando supremo, ufficio operazioni, di cui successivamente divenne capo; il 27 luglio 1943, divenuto colonnello, fu chiamato a reggere ... Guarìglia, Raffaele Guarìglia, Raffaele. - Diplomatico (Napoli 1889 - Roma 1970); fu ambasciatore a Madrid, Buenos Aires, Parigi (1938-42), presso la Santa Sede (1942-43), e infine ad Ankara, ove, alla caduta del fascismo, fu raggiunto dalla nomina a ministro degli Esteri nel 1º gabinetto Badoglio (luglio 1943). Durante ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Storia
Tag
  • ORDINE MILITARE DI SAVOIA
  • PRIMA GUERRA MONDIALE
  • GUERRA D'ETIOPIA
  • GUERRA DI LIBIA
  • GALEAZZO CIANO
Vocabolario
giàcomo
giacomo giàcomo s. m. [voce fonosimbolica, raccostata al nome pr. Giacomo]. – Nella locuz. pop. fare giacomo giacomo, detto delle gambe che tremano, si piegano per paura, per debolezza, ecc.: ho le gambe che mi fanno giacomo giacomo.
carbònio
carbonio carbònio s. m. [der. del lat. carbo -onis «carbone»]. – Elemento chimico, di simbolo C, numero atomico 6, peso atomico 12,01; è un solido inodore, insapore, insolubile nei solventi ma solubile in molti metalli fusi. Cristallino,...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali