DEVOTO, Giacomo (App. II, 1, p. 776)
Linguista, morto a Firenze il 25 dicembre 1974. Socio nazionale dell'Accademia dei Lincei (1956), è stato rettore dell'università di Firenze nel 1968. Presidente dell'Accademia della Crusca dal 1964, ne riprese con energia il compito istituzionale, quello cioè del Vocabolario. Il lavoro è stato da lui avviato con metodi modernissimi nell'intento di un Tesoro delle Origini che comprenderà tutto il lessico dell'italiano sino al 1375, e di un grande Vocabolario storico fino ai nostri giorni.
D. ha vigorosamente continuato la sua attività scientifica nei campi dell'indeuropeo, dell'italiano, della stilistica, della lessicografia. Frutto di un'indagine trentennale, le Origini Indeuropee (1962) mirano a individuare l'azione dei centri politico-sociali, la costituzione e il consolidamento delle singole lingue indeuropee, in una vasta e complessa ricostruzione di storia linguistica. Nell'indagine devotiana viene fortemente privilegiato il lessico, che offre più apertamente un contenuto semantico, relazionabile con l'etnologia e con l'archeologia. Aspetti propri della linguistica italiana, quali la teoria del sostrato, vengono così ad essere genialmente approfonditi. I risultati dell'indagine sono interpretati sul piano socio-politico: basti ricordare l'interpretazione di certe innovazioni della zona centrale indeuropea come aspetti di una rivoluzione democratica rispetto alle aree periferiche conservatrici.
Anche l'attività di D. italianista mette capo a un'opera d'insieme, il Profilo di storia linguistica italiana (1953; e vedi anche Il linguaggio d'Italia, 1973, e I dialetti delle regioni d'Italia, 1972, in collaborazione con G. Giacomelli), in cui si applica l'idea di storia della lingua come era stata da D: teorizzata al momento della Storia della lingua di Roma, con tuttavia una maggior tensione dovuta alla coscienza della lingua individuale (determinata dalla possibilità della "scelta"), maturata in D. anche attraverso i suoi studi di stilistica (Nuovi studi di stilistica, 1962). In questa maniera D. è andato approfondendo la sua concezione di lingua come "istituto" (Scritti minori, I, 1958; II, 1967; III, 1972).
Il privilegio dato da D. al lessico nello studio di una lingua lo ha portato a un forte interesse per i vocabolari, per cui si è fatto promotore, insieme con G.C. Oli, del grande Vocabolario illustrato della lingua italiana (1967); nell'Avviamento all'etimologia italiana (1966), D., applicando le sue conoscenze di storia linguistica dell'Italia dalla preistoria a oggi, risale, ove occorra precisare l'etimologia, ben oltre il latino.
In Pensieri sul mio tempo (1945, poi Civiltà del dopoguerra. Pensieri sul mio tempo, 1955) e in Civiltà di parole (I, 1965; II, 1969) D. riflette ampiamente sull'attività della società contemporanea e sulle sue manifestazioni linguistiche.
Bibl.: Per una bibliografia attenta delle opere di D. e delle recensioni sulle opere del D. stesso, C. A. Mastrelli, Giacomo Devoto, in I critici, IV, Milano 1969, pp. 3147-78; v. anche le bibliografie pubblicate in Scritti minori, I, Firenze 1958, pp. XVII-XXIV, e in Scritti minori, II, ivi 1967, pp. XVII-XIX; v. anche i discorsi commemorativi in Per Giacomo Devoto, Firenze 1976.