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FAVRETTO, Giacomo

di Arduino Colasanti - Enciclopedia Italiana (1932)
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FAVRETTO, Giacomo

Arduino Colasanti

Pittore, nato a Venezia l'11 agosto 1849, morto ivi il 12 giugno 1887. Figlio di un modesto falegname, studiò pittura nell'Accademia di belle arti, sotto il Grigoletti e il Molmenti. Era quello il tempo in cui Antonio Rotta con abilità di pennello, ma con insistenza fredda e minuziosa, andava riproducendo scene familiari e della vita popolaresca veneziana, e Eugenio Bosa destava ammirazione con le sue visioni chioggiotte di una leziosità stucchevole. La schietta ed entusiastica natura del F. presto lo trasse fuori a un tempo da codesto manierismo accademico e da codesta leziosità romantica per ricollegarlo, attraverso l'austriaco Ludovico Passini e l'olandese Carlo van Haanen, alla tradizione veneziana del Carpaccio, di Gentile Bellini, del Canaletto, del Guardi, del Marieschi, del Longhi. La Lezione di anatomia (Milano, Pinacoteca di Brera) è il quadretto col quale rivelò nel 1873 la sua personalità. La sua tavolozza non si è formata ancora, ma in questa opera, come nel bozzetto La Sartona (1876), si rivela uno sforzo costante di raggiungere una potente impressione realistica. Il Sorcio (1878; Milano, Pinacoteca di Brera) è il suo primo quadro, una delle scene più vivaci, in cui si mostra la prima espressione dell'elemento umoristico popolare; maggiore sobrietà e libertà di pennello appaiono in Vandalismo (1878; Milano, Pinacoteca di Brera). Ormai il pittore ha trovato la sua strada e la percorre col suo spirito equilibrato che lo porterà a far tesoro dell'esperienza altrui, senza pregiudizio della sua originalità. Con El difeto xe nel manego (1881; Ponte di Brenta, coll. Breda) ritorna alla commedia chiacchierina, maliziosa; mentre col Venditore d'uccelli e con la Bottega della fioraia, dello stesso anno, accenna a qualche stanchezza. Seguono nel 1883 il Mercato di S. Polo (proprietà del re Vittorio Emanuele), Venezia in un giorno di pioggia, Musica in famiglia, e l'abuso del colore non riesce a dissipare l'oscurità che toglie trasparenza alle ombre nell'Attesa degli sposi (1883; Roma Galleria naz. di arte moderna). Ma a un tratto ecco un fiume di luce che invade il Mercato (Buenos Aires, coll. Pellerano) e crea finezze incomparabili, in quella pittura chiara, squillante, argentina. Il gioco della tavolozza, estroso e gagliardo, ma ancora un po' pettegolo, in cui le tinte passano sul quadro senza miscela, aspira all'unità, e, attraverso la Partenza degli sposi (Londra, coll. Forbes), la Susanna e i vecchi (prima ediz. nella collezione del re), Dopo il Bagno (Roma, Galleria naz. d'arte moderna) anche la composizione trascura la determinazione dei personaggi per rendere l'intima poesia dell'ambiente. L'evoluzione è compiuta nelle ultime opere, il Liston antico (Roma, Galleria naz. d'arte moderna), il Liston moderno (incompiuto) e il Traghetto della Maddalena (proprietà del re Vittorio Emanuele).

Il F. fu, per i suoi tempi, un ribelle, ma temperato dal freno dell'arte e della tradizione. Fra i moderni nessuno ha saputo come lui esprimere l'anima di Venezia. Egli il poeta della calle e del campiello, il commediografo della pittura. Ma poiché più dell'aneddoto gli stava a cuore la pittura, la sua gaiezza non è tutta nel colore, come in Fortuny, o tutta nella trovata, come nel Quadrone, ma in ambedue gli elementi.

V. tavv. CLVII e CLVIII.

Bibl.: A. S. De Kiriaki, G. F., Venezia 1887; C. Sicco, G. F., Venezia 1887; P. Molmenti, G. F., con due sonetti di G. Mantica, Roma 1895; P. Oreffice, G. F., Venezia 1899; F. Noack, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XI, Lipsia 1915 (con bibl.); A. Colasanti, La galleria naz. d'arte moderna in Roma, Milano-Roma s. a.; E. Somaré, Storia della pittura ital. dell'800, I, Milano 1928, pp. 511-13; U. Ojetti, La pittura ital. dell'800, Milano-Roma 1929; E. Cecchi, Due opere inedite di G. F., in Vita art., III (1932), pp. 33-37.

Vedi anche
Ciardi, Guglielmo Pittore italiano (Venezia 1842 - ivi 1917). Dai macchiaioli derivò un impianto tonale equilibrato e robusto, una sintesi più larga e serena nella composizione, pur ammorbidendo la "macchia" in effetti atmosferici più fluidi ed avvolgenti. Una ricca collezione di suoi paesaggi è nella Galleria d'arte ... Luigi Nòno Pittore (Fusina 1850 - Venezia 1918). Allievo di P. M. Molmenti e influenzato da Favretto, dipinse in uno stile veristico quadri di genere venati di malinconico intimismo (Morte del pulcino, 1881, Venezia, Gall. internazionale d'arte moderna; Refugium peccatorum, 1882, Roma, Gall. naz. d'arte moderna; ... Ettore Tito Pittore (Castellammare di Stabia 1859 - Venezia 1941). Stabilitosi con la famiglia a Venezia, frequentò l'accademia (1871-76) sotto la guida di P. Molmenti. Inizialmente attratto dal verismo, e in particolare da G. Favretto, si rifece poi ai grandi esempî della pittura veneziana del Cinque e Settecento ... Michelangelo Grigolétti Pittore (Rorai Grande, Friuli, 1801 - Venezia 1870); allievo di F. Matteini a Venezia, dipinse quadri storici e religiosi in stile accademico (I due Foscari, 1838, Vienna, Gemäldegalerie; pale d'altare per il duomo di Erlau e di Esztergom, per chiese del Friuli, del Cadore, di Trento, ecc.). Alcuni suoi ...
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  • Favrétto, Giacomo
    Enciclopedia on line
    Pittore (Venezia 1849 - ivi 1887). Allievo di M. Grigoletti e di P. M. Molmenti, studiò anche i maestri veneziani del sec. 18º. Con una tavolozza pastosa trattò temi di vita veneziana e popolare che ebbero largo successo: Il sorcio (1878; Milano, pinacoteca di Brera); Vandalismo (1880, ivi); Al Liston ...
  • FAVRETTO, Giacomo
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 45 (1995)
    Rossella Leone Nacque a Venezia l'11 ag. 1849, nella parrocchia di S. Pantaleone da Domenico, falegname, e da Angela Brunello. Con la famiglia, povera e numerosa, si trasferì nel 1862 in un appartamento del palazzo di proprietà dei conti Zanetti a S. Cassiano (Obici Talamini, 1941, p. 1156; Perocco-Trevisan, ...
Vocabolario
giàcomo
giacomo giàcomo s. m. [voce fonosimbolica, raccostata al nome pr. Giacomo]. – Nella locuz. pop. fare giacomo giacomo, detto delle gambe che tremano, si piegano per paura, per debolezza, ecc.: ho le gambe che mi fanno giacomo giacomo.
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