GHERARDI, Giacomo
Diplomatico ed erudito, detto il Volterrano dalla sua patria, nato il 25 luglio 1434, morto vescovo dì Aquino, nel settembre del 1516. Studiò a Firenze e fu segretario del cardinale Giacomo Ammannati, il Papiense, alla morte del quale, nel 1479, divenne segretario apostolico. Si mostrò buon diplomatico in due missioni affidategli, l'una nel 1487, al seguito del vivace Pier Vicentino vescovo di Cesena, presso il re di Napoli per la congiura dei Baroni, l'altra subito dopo e per la stessa ragione presso Lodovico il Moro, che avrebbe dovuto eccitare contro Ferrante d'Aragona; ma prima di andare a Milano il G. ebbe dal papa l'incarico di passare per Firenze e sentire il parere di Lorenzo il Magnifico, il quale gli diede brevissime istruzioni che rappresentano un mirabile saggio di abilità per non infiammare gli umori allora bellicosi dello Sforza e mantenere così la desiderata quiete in Italia. Il Magnifico dovette più tardi ricordare le buone attitudini del G. come dotto e come curiale, se lo elesse a precettore del figlio Giovanni, il futuro papa Leone X.
Per la sua permanenza nella corte pontificia e per la conoscenza di letterati insigni e abili uomini di governo, il Volterrano poté essere bene informato sugli avvenimenti del suo tempo, che egli descrisse nel suo Diarium Romanum (ed. a cura di E. Carusi, nella nuova ed. dei Rerum Italicarum Scriptores, Città di Castello 1904), riguardante principalmente la vita di Roma dal 1479 al 1484, e nelle numerose lettere, contenenti rapporti sulla sua ambasceria presso il Moro. Tutte e due queste opere rappresentano una fonte molto preziosa per le notizie precise e discrete che ci tramandano. Qualche opera minore del G. è andata smarrita; si sa la sua collaborazione nei Commentari dell'Ammannati di cui compose la vita; lettere e componimenti ancora manoscritti sono fonti storiche da consultarsi anche come esempî di bella cultura umanistica.
Bibl.: E. Carusi, ed. cit., pp. XVI-XVIII, 151-155; id., Dispacci e lettere di Giacomo Gherardi, nunzio pontificio a Firenze e Milano, in Studi e testi della Biblioteca Vaticana, n. 21, Roma 1909.