Pseudonimo dello scultore italiano Giacomo Manzoni (Bergamo 1908 - Ardea 1991). Pur ricollegandosi all'impressionismo di M. Rosso, assorbì i valori della scultura antica e trasfuse nell'arte un'alta ispirazione religiosa e civile (serie delle Deposizioni e delle Crocifissioni, 1940-43). Fu ampiamente riconosciuto in ambito internazionale (porta del Duomo di Salisburgo, 1955-58) e nazionale (porta della Morte per la basilica di S. Pietro, 1959-64). Vincitore del Premio Lenin per la pace (1966) e del Premio internazionale Feltrinelli (1984).
Dopo un primo apprendistato come intagliatore (1919-21), M. frequentò la scuola serale di plastica decorativa a Bergamo e, durante il servizio militare, l'accademia Cignaroli a Verona. Compiuto un breve viaggio a Parigi, nel 1929 si stabilì a Milano dove entrò in contatto con l'avanguardia milanese e ottenne, nel 1932, dall'università Cattolica la sua prima commissione. Vincitore nel 1950, con Biagini e Crocetti, del concorso per le tre porte bronzee di San Pietro, nel 1954 fu nominato Accademico di San Luca; nello stesso anno si dimise dalla cattedra di scultura di Brera che teneva dal 1941 e cominciò a insegnare presso l'Accademia internazionale di Salisburgo (1954-60), dove incontrò O. Kokoschka e I. Schabel, sua futura compagna e ispiratrice. Nel 1969 inaugurò ad Ardea, dove aveva lo studio e l'abitazione, la raccolta Amici di Manzù, donata allo stato italiano nel 1981.
Negli anni Trenta, in particolare dopo il 1934, M. si orientò verso soggetti intimisti che, pur ricollegandosi all'impressionismo plastico di M. Rosso, testimoniano anche l'attenta meditazione sui valori della scultura antica. Nacquero così, a testimonianza di un'alta ispirazione religiosa e insieme del suo profondo impegno politico antifascista, le serie delle Deposizioni e delle Crocifissioni (1940-43), cui fecero seguito le serie dei Cardinali e dei Vescovi e i numerosi ritratti, pieni di toccante umanità. Ampiamente riconosciuto in ambito internazionale, negli anni Cinquanta M. ottenne prestigiose commissioni pubbliche ed eseguì la porta del duomo di Salisburgo (1955-58, incentrata sul tema dell'amore), che attesta una maturità e una felicità espressiva riscontrabili anche nella ricca e costante produzione grafica e che anticipa, nella semplificazione degli schemi compositivi e nella rigorosa ricerca disegnativa, soluzioni che caratterizzeranno la successiva porta del Vaticano. Impegnato in una serie di commissioni per Giovanni XXIII, tra il 1959 e il 1964, M. terminò la celebre porta della Morte per la basilica di San Pietro che testimonia, attraverso una narrazione tesa e drammatica, il suo impegno civile e la profonda fede nel riscatto finale dell'uomo. Nel 1969 M. completò la porta della Pace e della Guerra per la chiesa di Saint Laurenz a Rotterdam (al cui tema si ispirerà nel 1972 per il rilievo del palazzo della Comunità europea a Lussemburgo e ancora nel 1977 per il monumento al Partigiano di Bergamo).