MAZIO, Giacomo
– Figlio di Giovanni e di Matilde Sartori, nacque a Roma il 25 genn. 1800.
La famiglia, giunta a Roma dalla Svizzera verso la metà del Seicento, aveva ottenuto nel 1749 con Giacomo (padre di Giovanni) la carica di sovrintendente generale della Zecca pontificia che la famiglia conservò in linea diretta fino al 1870.
Perduto presto il padre (28 maggio 1803), il M. fu assistito, con il fratello Salvatore, la sorella Giulia e la madre (passata in seconde nozze nel 1809 con G. Puri De Marchis), dallo zio paterno Raffaele, autorevole membro della Curia romana destinato alla porpora cardinalizia, che, tra il 1809 e il 1814, quando Roma fu nuovamente occupata dai Francesi, lo condusse con sé in esilio a Piacenza e a Bologna. Il M., compiuti i primi studi in quest’ultima città e a Imola, si laureò in filosofia nel collegio Gregoriano e in utroque iure alla Sapienza (1820); apprese inoltre varie lingue: inglese, tedesco, francese e spagnolo.
Lo zio Raffaele non mancò di avvalersi delle competenze del M. nei suoi incarichi di stretto collaboratore del segretario di Stato E. Consalvi e del papa; poi, per accrescere l’esperienza del nipote, ne favorì il viaggio a Parigi nel 1825, al seguito del futuro cognato F. Del Cinque, incaricato di recare al grande elemosiniere di Francia, G.M.J. de Croy, gli atti ufficiali della promozione al cardinalato.
Cultore di lettere antiche e moderne, il M. ebbe come attività particolarmente congeniale la traduzione di opere straniere, prima tra tutte la Storia d’Inghilterra, di J. Lingard, Roma 1828-36 (sebbene uscisse con il nome dell’amico D. Gregori che dei quattordici volumi aveva tradotto soltanto i primi tre). Nel dicembre del 1830 accompagnò lo zio – creato cardinale nel marzo precedente, ma affetto da epilessia – nel conclave in cui fu eletto Gregorio XVI e lo assistette con premura fino alla morte avvenuta il 4 febbr. 1832. Dettò inoltre in suo onore l’Elogium Raphaelis Matii… (Romae 1832) e l’epigrafe in latino apposta alla tomba.
Date queste premesse, destò molta sorpresa in Roma il rifiuto del M. quando Gregorio XVI gli offrì un incarico nella nunziatura di Vienna che gli avrebbe dischiuso la via alla carriera diplomatica. Evidentemente egli preferiva una vita più raccolta e dedita alla cultura e cominciava a sentire il richiamo della vocazione religiosa. Due anni dopo uscì infatti la sua traduzione dal tedesco della storia della formazione del clero nei seminari, di A. Theiner, con il titolo Il seminario ecclesiastico o Gli otto giorni a S. Eusebio (Roma 1834).
Perduta nel 1835 anche la madre, alla quale G.G. Belli (parente in linea materna dei Mazio) dedicò il delicato sonetto Er mortorio de la sora Mitirda, il M. decise di entrare nella Compagnia di Gesù: il 29 giugno 1837 iniziò il noviziato; il 30 giugno 1839 pronunciò i primi voti; il 25 dic. 1840 fu ordinato sacerdote e nel 1842, quando ancora non erano terminati i quattro anni canonici di studio della teologia nel Collegio romano, vi divenne professore di filosofia morale e più tardi di diritto canonico.
Intanto, con le numerose traduzioni e dissertazioni pubblicate dal 1837 al 1847 negli Annali di scienze religiose, divenne uno strenuo difensore della tradizione e dell’ortodossia cattolica contro il protestantesimo anglicano e tedesco (emblematica al riguardo fu la lunga polemica nel 1847 contro l’anglicanesimo dell’Indicatore maltese). In questi e altri scritti, condotti con molta erudizione e vivacità dialettica, il M. affrontò i vari motivi di dissenso – che vedeva accentuati dalla filosofia di I. Kant e di G.W.Fr. Hegel – collegando al tradizionale filone della patristica e della scolastica riferimenti allo spiritualismo di P. Galluppi e A. Rosmini Serbati. Tra le dissertazioni pubblicate anche separatamente, si evidenzia l’Esame di una diatriba contro il r.p. Perrone… scritta da un Pseudo Lucio Sincero vero ermesiano (Roma 1840); tra le tante traduzioni: N. Wiseman, Conferenze sopra la connessione delle scienze colla religione rivelata, tenute in Roma (I-II, Milano 1841-42); B. Baudrand, Pensaci bene, o Riflessioni sopra i quattro nuovissimi (Roma 1842); F. Neumayr, Vera idea della teologia ascetica che insegna la scienza dei santi (ibid. 1845). Lesse anche dissertazioni nell’Accademia di religione cattolica cui apparteneva dal 1837.
Quando nella primavera del 1848 la polemica liberale costrinse i gesuiti a lasciare Roma, il M., con G. Perrone, C. Passaglia, F.S. Patrizi e altri, si recò in Inghilterra. Stabilitosi nel collegio di Benart, nel Galles, con l’incarico di professore di diritto canonico e di storia ecclesiastica, si dedicò attivamente alla causa della rinascita della Chiesa cattolica nell’isola, instaurando relazioni con influenti gesuiti inglesi e irlandesi, con i maggiori esponenti della cultura religiosa del luogo e con autorevoli promotori del movimento di Oxford, come J.H. Newman e N. Wiseman. Tra le numerose lettere che gli furono inviate è particolarmente significativa, in questo senso, quella del cugino Paolo Mazio che il 21 giugno 1850 gli chiedeva di attivarsi per ottenergli delle corrispondenze con i giornali locali avvalendosi delle «preziose aderenze e relazioni» da lui strette con i cattolici inglesi più in vista (Roma, Biblioteca nazionale, Autografi, A.25.47).
Fatto ritorno a Roma nell’ottobre del 1850, il M. mantenne stretti rapporti con gli interlocutori inglesi, riprese le lezioni di diritto canonico al Collegio romano e fu inserito dal superiore generale J.Ph. Roothaan tra i collaboratori della Civiltà cattolica.
Per la rivista delineò un quadro dei contrasti religiosi in Inghilterra in seguito al ripristino della gerarchia cattolica nell’isola e tradusse gli interventi del card. Wiseman che ne era a capo; prese brevemente posizione contro il cavouriano Risorgimento cui addebitava simpatie per il protestantesimo; presentò un libro di G. Allies che, facendo ammenda del precedente favore per l’anglicanesimo, riconosceva il primato della cattedra di Roma; tradusse l’indirizzo al re di Baviera con cui nell’ottobre del 1850 l’episcopato locale aveva difeso i diritti giurisdizionali della Chiesa.
Il M. morì a Roma il 30 apr. 1851.
Fonti e Bibl.: Roma, Biblioteca nazionale, Autografi Mazio (per la collocazione cfr. schedario cartaceo); Fondo gesuiti, 1181 (appunti, annotazioni e dissertazioni latine); Arch. segr. Vaticano, Segr. di Stato, Spogli Curia, Mazio, b. 1A (qualche riferimento biografico al M. è contenuto nelle lettere di P. van der Vrecken). Per notizie e riferimenti bibliografici: Diario di Roma, 29 ag. 1843, n. 69; Giorn. di Roma, 6 maggio 1851, n. 104 (breve necr., firmato M. [P. Mazio]); Au. de Backer - Al. de Backer, Bibliothèque des écrivains de la Compagnie de Jésus, IV, Liège 1858, pp. 412-414; A. Angelini, Della vita e degli scritti del p. G. M. della Compagnia di Gesù, Roma 1859; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, V, Bruxelles-Paris 1894, pp. 831-834; H. Hurter, Nomenclator literarius theologiae catholicae…, V, 1, Oeniponte 1911, p. 1191; P. Galletti, Memorie storiche intorno alla provincia romana della Compagnia di Gesù dall’anno 1814 all’anno 1914, I, Prato 1914, p. 435; II, a cura di L. Tognetti, Roma 1939, p. 74; O. Majolo Molinari, La stampa periodica romana dell’Ottocento, Roma 1963, I, p. 30; S. Rebecchini, Gli ultimi «zecchieri» dello Stato pontificio: i Mazio, in Strenna dei Romanisti, XXXIII (1972), pp. 306 s.; A. Piolanti, L’Acc. di religione cattolica. Profilo della sua storia e del suo tomismo, Città del Vaticano 1977, ad ind.; L. Pásztor, Il card. Raffaele Mazio e il suo archivio, in Studi in onore di Leopoldo Sandri, Roma 1983, III, p. 710; Id., La Segreteria di Stato e il suo archivio (1814-1833), Stuttgart 1984, pp. 341, 453; Ph. Boutry, Souverain et pontife: recherches prosopographiques sur la Curie romaine à l’âge de la Restauration (1814-1846), Roma 2002, p. 426; H. Wolf, Prosopographie von römischer Inquisition und Indexkongregation 1814-1917, II, München-Wien-Zürich 2005, pp. 975 s.; G. Moroni, Diz. d’erudizione storico-ecclesiastica, Indici, s.v.; Enc. Italiana, XXIV, pp. 719-721, s.v. Newman, John Henry (A. Pincherle).