PECORARA, Giacomo
GIACOMO da Pecorara (de Pecoraria). – Nacque fra il 1170 e il 1180, forse nella città di Piacenza; apparteneva alla famiglia dei de Pecoraria che traeva la sua denominazione dall’omonimo castello sito nel territorio piacentino, nella valle del Tidoncello.
Per quanto è noto, i da Pecorara sin dal loro primo apparire nella documentazione nella seconda metà del secolo XII, si presentano come un gruppo familiare già ramificato, la cui base poggiava sul controllo dei centri fortificati di Pecorara, Montalbo e Campremoldo ottenuti nella seconda metà del secolo in investitura dal comune di Piacenza, così come risulteranno detenere nel secolo successivo il castello di Zavattarello. In città la famiglia era insediata almeno dal secolo XII, qui disponeva d’un complesso residenziale raccolto attorno a una corte. Il pieno inserimento nella vita pubblica cittadina e l’affermazione della famiglia trovano conferma nell’assunzione di cariche comunali da parte di Fulco, console di Piacenza nel 1172.
Giacomo sarebbe figlio di Torniello e fratello di Gherardo, il cui figlio Isembaldo, magister, intraprese la carriera ecclesiastica diventando preposito della cattedrale piacentina, canonico di S. Antonino di Piacenza, e uno dei notai più attivi presso la curia romana negli anni di pontificato di Gregorio IX.
Nulla è noto in merito alla formazione di Giacomo da Pecorara. Dopo essere entrato a far parte del clero piacentino e dopo una breve permanenza presso la chiesa di S. Donnino, risulta essere canonico e arcidiacono della cattedrale di Ravenna (1211-1219). Le tappe di questo percorso non si conoscono, tuttavia egli ben presto abbandonò quel prestigioso ruolo per entrare a far parte dell’ordine cistercense a Clairvaux attratto evidentemente dalla vita monastica. Nel 1223 venne eletto abate dell’abbazia delle Trois-Fontaines in Champagne. Da Onorio III ricevette la nomina a penitenziere e successivamente quella di auditore. Per mano di Gregorio IX nel settembre 1231 divenne cardinale vescovo di Palestrina, anche se la sua prima sottoscrizione cardinalizia non è anteriore al novembre 1234 (l’ultima risale al 26 aprile 1244). Dopo l’elevazione al cardinalato gli vennero affidate numerose missioni diplomatiche.
Il primo importante incarico lo ricevette al principio del 1232: fu nominato legato pontificio in Lombardia insieme al cardinale Ottone di S. Nicola in Carcere con lo scopo di riconciliare le città lombarde con Federico II ma la missione sortì un risultato negativo. Nell’estate di quel medesimo anno partì per un’importante missione in Ungheria dove trattò con il sovrano che non si sarebbe prodigato per tutelare la Chiesa, si occupò del clero locale, di dirimere numerose controversie che interessavano varie istituzioni ecclesiastiche e della nomina di alcuni presuli. Dopo un periodo di permanenza presso la curia pontifica, il cardinale Giacomo intervenne nel 1235 per pacificare le città di Firenze, Siena, Orvieto con un arbitrato che segnò un ulteriore successo pontificio.
L’anno successivo venne di nuovo incaricato di intervenire nell’Italia del Nord come rappresentante del papa. Nell’ambito di tale missione il cardinale sostò nella sua città natale, a Piacenza, intervenne nel contrasto fra opposte fazioni condizionando così il clima politico della città, che si allineò su posizioni filopontificie. Del resto da Pecorara si inserì nella contesa fra il capitolo cattedrale e il capitolo della chiesa di S. Antonino per la scelta del nuovo presule favorendo l’elezione di Egidio, monaco cistercense. Nel 1237 favorì la stipulazione di un rilevante accordo fra il papa, Genova e Venezia.
Sino al 1239 Giacomo dovette rimanere presso la curia, a Roma, dove ricoprì l’incarico di vicario urbis. Nel novembre, ancora una volta in qualità di legato pontificio, si recò in Francia ove tentò anche di risolvere il problema degli albigesi. La missione aveva anche l’obiettivo di ottenere l’appoggio di Luigi IX nell’azione contro Federico II.
L’imperatore ostacolò in ogni modo il cardinale cercando di impedirgli di arrivare in Francia ma questi, travestito da pellegrino, viaggiò per mare e arrivò a destinazione. Pur avendo incontrato varie volte il re di Francia, da Pecorara non riuscì a convincerlo né a cingere la corona imperiale né a sostenere militarmente il pontefice nella lotta contro Federico II.
Nello stesso torno di anni il cardinale si occupò pure di questioni interne all’ordine cistercense. Nel 1234 il capitolo generale lo incaricò, assieme al confratello Ranieri di Viterbo, d’intervenire contro il lusso eccessivo di quei membri dell’ordine che avevano ottenuto il seggio episcopale in Italia. Nell’ambito della sua diocesi, a Paliano, fondò e dotò un monastero cistercense femminile.
Agli inizi del 1241 Gregorio IX convocò un concilio a Roma per giudicare l’imperatore. Da parte sua il cardinale Giacomo, che si trovava ancora in Francia, tenne un sinodo a Meaux, per sollecitare i vescovi francesi a recarsi a Roma con lui. Impossibilitati a percorrere le vie terrestri (controllate dagli alleati imperiali), il cardinale e i vescovi al suo seguito viaggiarono per mare partendo da Genova il 25 aprile. Pochi giorni più tardi, il 3 maggio, fra le isole di Montecristo e del Giglio, il convoglio venne attaccato da navi filoimperiali tanto che numerosi prelati morirono annegati; molti altri furono imprigionati e condotti a Pisa presso re Enzo. Federico II liberò poi i prelati francesi, ma non i due rappresentanti del papa considerati pegni preziosi nell’ambito delle trattative con il pontefice. In cambio della loro liberazione l’imperatore chiese d’essere assolto dalla scomunica; Gregorio IX non accolse la richiesta cosicché la loro prigionia si prolungò per altri due anni. Tale situazione ebbe ripercussioni sulla vita interna della Chiesa impedendo la celebrazione del conclave per l’elezione del nuovo papa dopo la morte di Gregorio IX (22 agosto 1241). Si aprì allora un periodo di sede vacante (interrotto dal breve pontificato di Celestino IV). Fu liberato nella tarda primavera del 1243 grazie all’intervento dell’imperatore di Costantinopoli Baldovino.
Il 25 giugno 1243 il conclave scelse il nuovo pontefice, Innocenzo IV. Prima di recarsi in Francia il papa lo nominò vicario di Roma. Nel giugno 1244 (probabilmente il giorno 25) morì a Roma; fu in seguito sepolto secondo le sue volontà a Clairvaux.
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