TORELLI, Giacomo
Scenografo, nato nel 1608 a Fano, morto ivi nel 1678. Allestitore di spettacoli fastosi, con sfoggio di architettura teatrale e industriose innovazioni tecniche, fu detto "il grande stregone" per la sua straordinaria abilità nelle improvvise apparizioni di eroi, personaggi principeschi, divinità, durante i macchinosi spettacoli del Seicento (v. Scenografia).
Venuto in contatto con Firenze, Venezia e la corte francese, i suoi successi furono enormi. I congegni inventati da lui per il rapido cambiamento delle scene, per la divisione in doppio palcoscenico del "fondale" si affermarono prima nel teatro di S. Giovanni e Paolo a Venezia in cui usò sistemi di contrappesi per rendere più rapide le trasformazioni sceniche: tra le principali La finta pazza (1645), le Nozze di Teti (1654).
Favorito dal Mazzarino, lo scenografo trasformò a Parigi il palazzo d'Anna d'Austria in modo da contenere una vasta sala teatrale con una "sala per le macchine" per la lunga preparazione dei trucchi scenici "a sorpresa" che tanto entusiasmarono la corte.
Tornato in Italia forse nel 1662, la fama conquistata lo circondò d'un'aureola di celebrità mista di curioso stupore. D'accordo con alcuni nobili di Fano, costruì il "Teatro della Fortuna" e lasciò scritto che, dopo morto, gli si preparasse in San Pietro in Valle de' Padri Filippini, ogni anno, un magnifico catafalco disegnato da lui stesso, proibendo per testamento la distruzione del suo teatrale monumento che doveva prolungargli la fama di scenografo, anche materialmente, oltre la vita. Disegni (Roma, Gabinetto naz. delle stampe) e incisioni (Aveline, Francart, Silvestre) dànno una chiara idea del gusto fiabesco dell'artista.
Bibl.: Per la bibl. generale, v. scenografia. In particolare sull'opera di G. T., cfr. H. Prunières, L'opéra italien en France avant Lulli, Parigi 1913; id., Le ballet de cour en France avant Benserade et Lulli, ivi 1914; A. Nicoll, The development of the theatre, Londra 1927, pp. 92, 138, 146, 215-228; P. Zucker, Die Theaterdekoration des Barok, Berlino 1925, tavv. 4 e 5; F. Torrefranca, Il "grande stregone" G. T. e la scenografia del Seicento, in Scenario, 1934, p. 473 segg.; V. Mariani, Ricordando Sabbatini e T. scenografi marchigiani, in Rass. marchigiana, XII (1934), pp. 193-207; A. G. Bragaglia, G. T. da Fano, in Giornale di politica e di letteratura, 1935.