al-Afghani, Giamal ad-din
(propr. Giamāl ad-Dīn Asadābādī) Pensatore e politico musulmano (Asadābād, Afghānistān, od. Iran, 1839 - Istanbul 1897). Fu l’apostolo dell’idea panislamica. Viaggiò molto sia nell’Oriente musulmano sia in Occidente, e finì la vita esiliato, ospite sorvegliato del sultano ottomano ‛Abd al-Ḥamīd. Più che nei pochi pamphlet pubblicati, la sua opera si esplicò con la propaganda orale e l’insegnamento, con la corrispondenza e l’instancabile predicazione. Nella sua attività teorica e politica A. pose come obiettivo la modernizzazione dei popoli musulmani, la rigenerazione dell’Islam e in particolare la sua unità politica, in cui A. ravvisava un sicuro strumento di opposizione al colonialismo occidentale. Grazie all’azione svolta dal suo discepolo, Muḥammad ‛Abduh, l’ideologia di A. contribuì alla formazione di una coscienza nazionale e di un temperato modernismo religioso in Egitto (da cui scaturirono più tardi i movimenti più estremi della Salafiyya e dei Fratelli musulmani).