BORGHESI, Giambattista
Pittore, nato a Parma il 25 novembre 1790, morto ivi l'11 dicembre 1846. Fu scolaro di Biagio Martini, ma presto la povertà lo spinse a lavorare, come decoratore, alle dipendenze del pittore svizzero Gaja. Per la chiesa di S. Margherita di Colorno dipinse a olio una delle sue migliori opere: la Madonna col Bambino e i santi Andrea Avellino e Vincenzo Ferreri (1818).
Il miglior lavoro della prima attività del B. è la Trinità sull'altare maggiore dell'oratorio dei Rossi di Parma. Nell'aprile del 1823 si recò a Roma, dove attese allo studio delle opere di Raffaello. Da Roma e poi da Firenze, ove soggiornò dal 1825 al 1828, inviò a Parma alcune pregevoli copie dei capolavori pittorici del Rinascimento, bozzetti per la decorazione del regio teatro di Parma, e il grande quadro per la chiesa di S. Rocco: Maria Vergine in trono. Ritornato a Parma nel 1828, il B. attese alla decorazione a tempera della volta del regio teatro ed eseguì le opere più pregevoli della sua maturità: il sipario di quel teatro, e il ritratto di Maria Luisa (1839) ora nella R. Galleria. Altri suoi dipinti si trovano oggi in Parma oltre che nella R. Galleria, anche nel collegio delle Orsoline, in varie chiese e presso privati. Insieme con l'incisore Toschi e con l'architetto Bettoli, il B. molto contribuì al rinnovamento artistico di Parma sotto il dominio di Maria Luisa. Però, più che incline al Neoclassicismo, la cui gelida freddezza non gli si confaceva, o al Romanticismo che non comprese o che non volle assecondare, il B. può considerarsi come un artista isolato, tutto preso, come poté, dal fascino del Correggio e di Raffaello. Buon coloritore, non seppe sempre allontanarsi da una certa monotonia di tipi, che pure restano inconfondibili.
Bibl.: E. Verga, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, IV, Lipsia 1910 (con la bibl. precedente); A. Alessandri, Saggio aneddotico intorno al pittore G. B., in Gazzetta di Parma, a puntate, dal 1920 in poi.