MACCARI, Giambattista e Giuseppe
Questi due fratelli sono i veri poeti di quella scuola romana che fiorì tra il 1849 e il 1870. Il primo nacque a Frosinone il 19 ottobre 1832 e morì a Roma il 19 ottobre 1868, il secondo nacque a Frosinone il 19 ottobre 1840 e morì a Roma il 15 marzo 1867. Rimasti orfani in giovane età, poverissimi, minati nella salute, la loro breve vita è consolata da un raggio di gentilezza e di poesia. I Greci e il Leopardi furono i maestri di Giuseppe, la cui vena è più robusta e copiosa di quella del fratello maggiore e i cui brevi idillî in versi sciolti, ricchi di colore, colgono felicemente il paesaggio, spesso con un potente contrasto tra il senso entusiastico e quasi panteistico che egli aveva della natura e il presentimento della morte vicina. Giambattista rinnovò il suo stile al contatto con i Greci, fattigli conoscere dal fratello, e tradusse Esiodo e Anacreonte. Ma nella sua poesia gracile, fioca, quasi disincarnata, nitida di disegno e scarsa di colore, forse un po' ineguale, ma squisita in certi "pianissimi", piena anch'essa del senso della morte, ma con più dolce rassegnazione e quasi abbandono, si sente molto anche il Leopardi (quello della canzone A Silvia e delle Ricordanze) e aleggia qua e là il ricordo di certi dugentisti e trecentisti.
Opere: Giambattista Maccari, Poesie, Firenze 1856; Nuove poesie di G. B. Maccari a cura degli amici, Imola 1869 (con prefazione di P. Codronchi); Giuseppe Maccari, Poesie, Firenze 1865; Poesie e lettere di Giuseppe Maccari, Firenze 1867 (con biografia dettata dal fratello Giambattista e prefazione di P. E. Castagnola).
Bibl.: P. E. Castagnola, I poeti romani della seconda metà del sec. XIX, in Rassegna nazionale, XII (1890); D. Gnoli, I poeti della scuola romana, Bari 1913; P. P. Trompeo, I poeti della scuola romana, in Conciliatore, I (1914), fasc. 3°-4°; G. A. Borgese, Studi di letterature moderne, Milano 1915, pp. 47-55; F. Picco, Luigi Maria Rezzi, maestro della scuola romana, Piacenza 1921.