LUCARELLI, Giambattista
Nacque a Montelevecchie (oggi Belvedere Fogliense, frazione di Tavullia), nel Pesarese, nel 1540 da Gregorio e Camilla Perti. Rimasto orfano, nel 1554 entrò nell'Ordine dei frati minori conventuali nel convento di Mondaino ove era lo zio paterno Niccolò.
Passò in seguito al convento di Pesaro, dove emise la professione. Il 30 nov. 1568, su istanza del duca di Urbino Guidubaldo II Della Rovere, fu nominato magister artium, nel convento di S. Lorenzo Maggiore a Napoli, dove risiedette nel 1569-71. Partecipò alla battaglia di Lepanto (7 ott. 1571) accanto all'erede del Ducato, Francesco Maria Della Rovere, che poi accompagnò a Madrid in veste ufficiale di confessore.
Qui, nel 1572, abbandonò i minori conventuali, malvisti in Spagna, aderendo alla Congregazione osservante degli scalzi, e fu aggregato al locale monastero di S. Bernardino.
Il 31 marzo 1577 conobbe Antonio di S. Gregorio, frate laico spagnolo, reduce da una campagna militare in Perù, rientrato nel 1576 per perorare presso il papa la causa delle missioni nelle Indie. Antonio di S. Gregorio aveva ricevuto da Gregorio XIII l'autorizzazione a fare ritorno in Spagna per trovare dodici religiosi disposti a seguirlo in tale impresa e, tra costoro, vi fu il Lucarelli.
Imbarcatisi il 24 giugno 1577 a Sanlúcar de Barrameda, nei pressi di Siviglia, i frati giunsero nelle Canarie (1( luglio), quindi a Haiti, allora detta Ocoa (14 agosto), per sbarcare a S. Giovanni di Lua (7 settembre). Quindi proseguirono per Veracruz Llave, Jalapa, Puebla e Città di Messico, dove attesero due mesi prima di poter ripartire. Visitarono Cuernavaca e Xalapa, accolti dai missionari agostiniani; quindi giunsero ad Acapulco (12 febbr. 1578), sull'Oceano Pacifico, e s'imbarcarono alla volta delle Filippine. Arrivarono a Manila il 2 luglio 1578, data ora considerata come l'inizio della predicazione dei minori conventuali in quelle isole, seconda solo alle attività missionarie degli agostiniani, lì giunti il 13 febbr. 1565. Frattanto, Antonio di S. Gregorio era ritornato a Roma, dove aveva ottenuto da Gregorio XIII la bolla De salute gregis (15 nov. 1577), con la quale si consacravano a s. Gregorio le missioni degli scalzi nelle Filippine e in Cina.
Nelle Filippine il L. eresse il primo convento dell'Ordine e costruì la prima chiesa, dedicata a S. Anna. L'arcipelago fu diviso in varie province e il L. fu destinato alla predicazione nelle zone di Pangasinan e Ilocos. In breve tempo, francescani e agostiniani riuscirono a battezzare oltre 6000 indigeni. Oltre alla lingua locale, si dedicarono allo studio della lingua cinese, parlata dalla vasta comunità di emigranti provenienti dalla provincia meridionale del Fujian. Nel 1579 il custode delle missioni nelle Filippine, Pedro de Alfaro, chiamò il L. a seguirlo in Cina; il 12 giugno i due salparono con i confratelli Agostino da Tordesillas e Sebastiano de Baeza e tre soldati spagnoli. Dopo pochi giorni di navigazione, entrarono nell'estuario del fiume Zhu Jiang, giungendo nel porto di Canton (Guangzhou) il 23 giugno. Il L. e i suoi compagni entrarono in città portando un'immagine sacra e vennero accolti da alcuni convertiti cinesi, che parlavano portoghese perché provenienti dalla città di Macao (Amacao o Aomen), colonia lusitana dal 1555. Grazie a costoro riuscirono a celebrare in segreto la prima messa in terra cinese. Il 21 agosto si recarono a Sauguin (Zhaoqing), da dove ripartirono il 1( settembre, dopo avere incontrato il mandarino di rango più elevato, lo zongdu, carica dagli Europei generalmente tradotta "viceré". Il L. riferisce in dettaglio dell'usanza dei Cinesi di bere il tè, da lui chiamato chá secondo la pronunzia mandarinica (tè è forma volgare meridionale, poi accolta dagli occidentali, che acquistavano il prodotto nei porti del sud della Cina).
Il 10 nov. 1579 il L. partì da Canton per Macao in compagnia del suo superiore. Giunsero nella città il 15 e furono accolti dal vescovo Melchior Carneiro; immediatamente iniziarono la fondazione della chiesa S. Maria degli Angeli. A Macao il L. e i confratelli dedicarono la custodia della Cina a s. Gregorio, secondo quanto stabilito dalla bolla De salute gregis, procurando le gelosie dei portoghesi e accendendo così una vasta contesa fra religiosi spagnoli e lusitani. Pedro de Alfaro, spagnolo, ritenne che il L., in quanto italiano, avrebbe riscosso miglior favore presso i portoghesi e così lo nominò custode della missione in sua vece, lasciando poi Macao. Tuttavia, la soluzione non ottenne i risultati sperati: Pietro Gomez, spagnolo e rettore ad interim del locale collegio gesuita, costrinse il L. e i suoi confratelli spagnoli ad abbandonare la città. Il L. salpò quindi per l'India. Nel 1581 si trovava a Malacca, dopo essere scampato, a suo dire, a ripetuti tentativi di ucciderlo durante il viaggio da parte dei Portoghesi.
A Malacca fu accolto dal vescovo Giovanni Gayo de Rebeiro. Qui seppe dell'unione personale del Portogallo con la Spagna avvenuta nel 1580 sotto lo scettro di Filippo II e fondò il primo monastero francescano, intitolato alla Madre di Dio, su un'altura presso la città, dove si trasferì il 10 genn. 1582. Verso la fine del 1582 salpò nuovamente per la Cina, dove giunse dopo 55 giorni di navigazione.
All'inizio del 1583 decise di recarsi a Roma per perorare la causa delle missioni. Il 2 luglio 1584 arrivò in Portogallo, da dove mosse a piedi alla volta dell'Italia, passando per Barcellona e giungendo a Roma poco dopo l'elezione al soglio di Sisto V (24 apr. 1585). Solo nel 1586 fu ricevuto dal pontefice, al quale riferì dei successi missionari, chiedendo il permesso recarsi di nuovo in Oriente. Dopo il soggiorno italiano, nel corso del quale tenne cicli di predicazione a Genova (1586), Milano (1587) e Venezia, tornò in Spagna. Qui, sul finire del 1589, indirizzò tre memoriali a Filippo II al fine di sostenere le attività missionarie in Cina e in India impiegando come base le isole Filippine, piuttosto che i possedimenti portoghesi di Malacca e Goa. Tali richieste restarono inascoltate, poiché nel gennaio 1589 Filippo II aveva già deciso di accettare i progetti dei gesuiti portoghesi, che di lì a poco avrebbero avviato una vasta campagna missionaria in Asia orientale.
Tornato nuovamente in Italia, il L. legò il proprio nome a due conventi: uno dedicato alla Madonna a Genova e uno intitolato alla Madonna dei Miracoli a Roma. Nel frattempo, nel dicembre 1589, la Congregazione degli scalzi era stata soppressa e le case italiane erano passate ai conventuali riformati. Non avendo, tuttavia, abbandonato il proposito di fare ritorno in Oriente, il L. dedicò un memoriale a papa Clemente VIII, Viaggio dell'Indie, nel quale, dopo aver ampiamente presentato la storia delle sue attività missionarie, chiedeva di fare ritorno in Asia orientale; un'altra relazione, più breve, fu indirizzata al granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici. Anche queste suppliche - come le precedenti - rimasero inascoltate.
Il L. morì nel convento di S. Lucia a Napoli nel 1604.
Opere. Epistola a fr. Iohanne B. Lucarelli scripta an 1578, in D. De Gubernatis, Orbis seraphicus, II, De missionibus, a cura di Marcellino da Civezza - T. Domenichelli, Quaracchi 1886, p. 788 (all'interno della Vita anonyma fr. Iohannis B. Lucarelli, ibid., pp. 787-790); Memoriales de fr. Juan Bautista Lucarelli de Pésaro al rey Felipe II, in J. Meseguer Fernández, Martín Ignacio de Loyola y Juan Bautista L. de Pésaro, Cartas e informes inéditos, 1589, in Archivo ibero-americano, XLII (1982), pp. 936-939; Viaggio dell'Indie, in Biblioteca apost. Vaticana, Vat. lat. 5565 (quasi integralmente riprodotto in Sinica Franciscana, II, a cura di A. van Wingaert, Firenze 1933, pp. 6-92); Brevis relatio, in Marcellino da Civezza, Saggio di bibliografia geografica storica etnografica sanfrancescana, Prato 1879, pp. 453-457.
Fonti e Bibl.: Paris, Bibliothèque nationale, Fonds ital., 203, cc. 416-461: Augustin de Tordesillas, Relación de el viaje que hezimos a la China, nuestro hermano fr. Pedro de Alfaro con otros tres frailes de la Orden de el seraphico padre S. Francisco de la provincia de S. Joseph en el año de el Sennor 1579; Marcello de Ribadeneyra, Historia de las islas del archipiélago y reynos de la gran China, Tartaria( y Jappon, y de lo sucedido en ellos a los religiosos descalços, de la Orden del seraphico padre S. Francisco, de la provincia de S. Gregorio de las Philippinas, Barcelona 1601, libro III, cap. 2; Fonti ricciane, a cura di P.M. D'Elia, Roma 1942, ad ind.; D. Hurtado de Mendoza, Chronica de la provincia de S. Antonio de los Charcas del Orden de [(] S. Francisco, en las Indias Occidentales, Reyno del Perù, Madrid 1665, libro II, cap. 28; J.F. de San Antonio, Chronicas de la apostolica provincia de S. Gregorio de religiosos descalzos de N.S. p. Francisco en las islas Philipinas, China, Japon etc., parte primera, en que se incluye la descripción de estas islas, Sampaloc (Manilla) 1738-44, I, ad ind.; F. de Huerta, Estado geográfico, topográfico, estadístico, histórico-religioso, de la santa y apostólica provincia de S. Gregorio Magno, Binondo 1865, pp. 419 s.; P. Amat di S. Filippo, Biografia dei viaggiatori italiani colla bibliografia delle loro opere, Roma 1882, pp. 318 s.; Marcellino da Civezza, Storia universale delle missioni francescane, VII, 2, Prato 1883, pp. 886-913, 963-996; C. Mariotti, Il p. Giovan Battista da Pesaro, gran viaggiatore e missionario francescano del secolo XVI, Macerata 1915; L. Lemmens, Geschichte der Franziskanermissionen, Münster 1929, pp. 124 s.; J. Meseguer Fernández, Martín Ignacio de Loyola(, cit., pp. 919-939; G. Parisciani, G. L. da Pesaro (1540-1604): missionario francescano, Urbino 1993.