VICARI, Giambattista
Scrittore, nato a Ravenna il 23 luglio 1909, morto a Roma il 23 marzo 1978. Laureatosi in legge a Bologna, si trasferì a Roma nel 1938. Il suo eclettismo giovanile lo portò alle più varie attività: "impiegato, redattore di giornali letterari, coltivatore diretto, segretario di banca, patrocinatore legale, libraio, artigiano", secondo il suo stesso autoritratto. Del 1934 è la Guida di Ravenna e altre passeggiate incompiute, seguita nel 1939, con lo pseudonimo ''Fuisti'', dal volume di saggi Sembra letteratura, e nel 1942 da Il libro dei sogni, racconti d'ispirazione autobiografica. Nel 1940 fondò e diresse a Roma la rivista Lettere d'oggi, che durò fino al 1943; affiancò la rivista una "Collezione di romanzi brevi" in cui furono pubblicate opere di C. Pavese, E. Emanuelli, L. Bigiaretti, M. Cancogni, E. Morovich, e altri. Fu anche editore di scrittori stranieri (da E. Pound a E. D'Ors, da E.A. Poe a G. Flaubert) e traduttore dall'inglese. Nelle edizioni di Lettere d'oggi uscì dello stesso V. Il cortile (1943), un romanzo breve in cui un ragazzo racconta in prima persona la propria adolescenza vissuta in anni che neppur lui sa rammentare, e ristretta con altra misera umanità in quel cumulo di miserie umido e saturo di antichi colori che è ''il cortile''; V. vi riprendeva i modi di certa letteratura di terza pagina, ma già mossa da fermenti neorealistici. Collaboratore della RAI e docente alla Scuola di giornalismo di Urbino, nel 1957 pubblicò Editori e pubblica opinione e nel 1973 La scrittura da giornale. Dieci note e ventiquattro appunti per una metodologia dell'espressione giornalistica.
Nel 1953 V. dette inizio alla sua impresa più importante, la rivista Il Caffè (inizialmente Venerdì Il Caffè), che ebbe una periodicità prima mensile poi bimestrale, con qualche interruzione. Si tratta probabilmente del più interessante tentativo in Italia di dar vita a un foglio ispirato al senso dell'umorismo basato su una concezione anarchica della letteratura e perseguito con stile e versatilità contro "il solenne, l'elegia, il sublime, il serioso, il noioso". Tra le moltissime collaborazioni vi furono quelle degli scrittori della Neoavanguardia e quelle di alcuni classici dell'humour, da A. Palazzeschi a C.E. Gadda a L. Longanesi risalendo fino al Folengo. La rivista passò attraverso varie vicende editoriali e pubblicò alcuni numeri tematici. Dopo la morte di V. un gruppo di amici riprese la testata e ne pubblicò ancora tre numeri fino al 1981. Nel 1959, V. aveva inoltre curato l'antologia Umoristi del Novecento con prefazione di A. Bertolucci. Altre sue opere sono La smorfia letteraria (1968) e La letteratura fuori di sé. Una prospettiva sociologica nella letteratura d'oggi, con prefazione di L. Anceschi (1971).
Bibl.: F. Palmieri, in Studi cattolici, luglio 1978; E. Mondello, Gli anni delle riviste, Lecce 1985; P. Albani, Le cerniere del colonnello, Firenze 1991; Il Caffè. Antologia, a cura di G. Fratini, Bergamo 1992; Il Caffè di G. B. Vicari. Indice analitico, a cura di G. Tomasello, Roma 1995.