ZANOTTI, Giampietro
Pittore e scrittore. Nacque il 3 ottobre 1674 a Parigi, di dove la sua famiglia lo portò decenne a Bologna; qui visse sempre e morì nel 1755. Ebbe l'avviamento all'arte da Lorenzo Spisanelli, ma i suoi quadri tuttora nelle chiese di Bologna (Madonna col Bambino nel capitolo di S. Petronio, Gesù Cristo e S. Tommaso in S. Martino e S. Caterina de' Vigri nel Corpus Domini) non dimostrano le sue particolari disposizioni alla pittura; eppure non gli mancarono i committenti, da Imola a Cortona e da Fano a Perugia.
I saggi letterarî principiarono nel 1710 con un breve dialogo Sopra la delicatezza delle pitture della seconda maniera di Guido Reni. I viaggi attraverso la penisola, in Francia e in Germania, istruirono sempre più lo Z. che, nel 1719, si fermò a lungo in Roma per attendere a parecchi studî. Ritornato a Bologna, divise la propria attività fra i dipinti e gli scritti; difese il Malvasia contro varie censure mossegli, ristampò con aggiunte le Pitture di Bologna, compose due tragedie (Didone e Coriolano), raccolse in alcuni volumi le sue mediocri poesie, e nel 1739 fece uscire la Storia dell'Accademia Clementina di Bologna, ch'è una miniera di elenchi d'opere e di aneddoti biografici. Un tentativo empirico di storia e di critica dell'arte fu edito postumo, nel 1756 (Descrizione ed illustrazione delle pitture di Pellegrino Tibaldi e Niccolò Abbati esistenti nell'Istituto delle scienze), insieme con le vite rifuse dei due pittori principali del palazzo Poggi, ora Università.
Bibl.: L. Crespi, Vite de' pittori bolognesi non descritti nella Felsina pittrice, Roma 1769, pp. 261-62; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, VIII, Bologna 1790, pp. 286-89; G. Zanotti, Storia dell'Accademia Clementina, II, ivi 1739, pp. 143-56; A. Foratti, G. Z. e la sua critica d'arte, in Atti e Mem. della Regia Deputazione di storia patria per l'Emilia e la Romagna, I (1935-1936), pp. 115-129.