Ammiraglio genovese (Genova 1539 - ivi 1606), figlio di Giannettino e pronipote di Andrea. Il suo comportamento nella battaglia di Lepanto, ambiguo e dal punto di vista militare strategicamente errato, finì col suscitare accuse di tradimento da parte dei veneziani e dei pontifici. Negli affari interni della sua città, nelle contese tra nobili vecchi e nuovi, ricorse all'aiuto degli Spagnoli nel tentativo di favorire i primi, salvo poi accettare, nel convegno di Casale (1586), la parità dei nobili nuovi nel governo. La sua condotta favorì comunque lo stabilirsi dell'ingerenza spagnola nella vita cittadina, contro quelle che erano state le direttive politiche del prozio.