BORGHESE, Gian Giacomo
Nacque a Lastra a Signa (Firenze) il 25 luglio 1889 da Giuseppe e dalla marchesa Maria Pandolfini Covoni Girolami, assumendo il titolo di principe di Leonforte.
Laureatosi in ingegneria elettrotecnica, si specializzò nel ramo elettrotecnico e industriale meccanico, e, prima della guerra 1914-18, cominciò la propria attività professionale presso la società Marconi-Wireless di Londra. Con l'entrata dell'Italia nel conflitto mondiale partecipò alle operazioni belliche come ufficiale del Genio e fu preposto all'organizzazione della radiotelegrafia per l'aviazione, in qualità di osservatore. Successivamente fu pilota e comandante dello stormo volontari dell'aria della squadra San Marco, alle dipendenze di G. D'Annunzio, guadagnandosi una medaglia al valor militare e due croci di guerra.
Nel primo dopoguerra aderì al movimento nazionalista e partecipò ai moti di Milano del luglio 1919 in opposizione ai socialisti. Rientrato a Roma nell'agosto dello stesso anno, dopo una breve visita in Russia, si dedicò principalmente alla costituzione delle associazioni combattentistiche e all'istituzione di consorzi per l'incremento delle bonifiche, specialmente in Sicilia, dove cercò di organizzare scientificamente l'estrazione dello zolfo.
Nel 1932, quale consigliere dell'Opera nazionale combattenti bonifica e irrigazione, fu tra i realizzatori della Mostra del decennale dell'attività bonificatoria del regime.
Il B. fu inoltre tra i maggiori dirigenti dell'Unione fascista per le famiglie numerose, costituita il 3 marzo 1937 dal Gran Consiglio del fascismo, nel quadro degli istituti tendenti a contribuire allo sviluppo demografico del paese (G.G.B., Unione fascista per le famiglie numerose, in Panorami di realizzazioni del fascismo, Gli istituti del regime, VIII, Roma s.d., pp. 185-90). Organo di tale Unione fu il periodico dal titolo Famiglia fascista, di cui il B. fu direttore sino al 1943.
Con regio decreto del 30 ag. 1939, su proposta di Mussolini, il B. venne nominato governatore di Roma, succedendo al principe Colonna, e rimase in carica sino al 25 luglio 1943, allorché venne nominato un commissario governativo. La sua attività come massimo dirigente dell'amministrazione romana è legata principalmente ad opere di carattere archeologico sul colle capitolino, al ritrovamento del tempio di Apollo Sosiano presso il teatro di Marcello, alla pavimentazione di piazza del Campidoglio sulla scorta di un progetto attribuito a Michelangelo. Nel gennaio 1941 nominò un comitato di esperti per elaborare un nuovo programma urbanistico, far revisionare il piano del 1931 e coordinare lo sviluppo della zona tra Roma e il mare. Al B. si deve inoltre l'inizio della costruzione del complesso dell'E 42 nella zona adiacente all'abbazia delle Tre Fontane (ricoprì infatti la carica di commissario generale dell'EUR), progettata sin dal 1936, per allestire a Roma una Esposizione universale, la cui realizzazione dovette essere forzatamente interrotta a causa della seconda guerra mondiale.
Ritiratosi a vita privata dopo il crollo del fascismo, il B. morì a Palermo il 27 sett. 1954.
Fonti e Bibl.: Chi è?, Roma 1936, p. 121; G. Borghezio, I Borghese, Roma 1954, p. 54; Corriere della sera, 2 ottobre 1954; I. Insolera, Roma moderna, Torino 1962, pp. 161-173.