AGLIONE, Gian Giorgio
Nacque di nobile famiglia astigiana; i pochissimi documenti che abbiamo di lui ce lo mostrano, durante l'ultimo periodo della sua vita, sempre ad Asti, proprietario della casa e dei beni aviti, referendario al Consiglio generale (1503, 1511, 1515, 1517), capitano del castello di Monte Raineri (dal 1518 al 31 gennaio 1521). È probabile che morisse nei primi mesi del 1521. Della sua vita precedente sappiamo soltanto che nessuna fra le sue composizioni che risultano databili può essere anteriore al 1488. Nelle sue opere appare uomo esperto del mondo, non privo di qualche cultura, spettatore curioso degli avvenimenti contemporanei, fedele e convinto partigiano dei Francesi, signori della sua città. Oltre ad alcuni componimenti di tradizione popolareggiante, ci rimangono di lui in francese un Chapitre de liberté in terza rima, e versi d'occasione o di contenuto politico, riferentisi a situazioni determinate dalle calate di Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I. Stretta attinenza con queste composizioni ha la Macharonea contra macharoneam Bassani, in lingua maccheronica. In dialetto astigiano sono: alcune strofe d'occasione, due Cantioni celebranti i fasti di una lotta scoppiata ad Asti fra Disciplinati e Agostiniani e dieci Farse le quali si svolgono tutte in ambiente astigiano, e ad Asti erano rappresentate durante il carnevale. Per la maggior parte esse imitano modelli o motivi francesi, altre svolgono drammaticamente spunti di novellistica italiana. Figure, situazioni, elementi burleschi ormai tradizionali (satira contro le donne, i preti; tipo del marito scornato, della comare, ecc.) si ravvivano in alcune scene di uno spirito d'osservazione curioso ed arguto, e giungono a una realistica rappresentazione d'ambiente nella quale il pubblico trovava tutto sé stesso, il suo buon senso, la sua grossolanità, la sua vita, con riferimenti continui a fatti concreti e talvolta anche a persone determinate. In grazia di questa aderenza alla vita del tempo suo e particolarmente alla vita popolaresca, l'Alione è per noi oggi una buona fonte per la storia del costume; la sua opera bene rispecchia le condizioni culturali del Piemonte, derivata, com'essa è, dalla Francia, eppure legata da rapporti diretti con alcune forme italiane di letteratura popolareggiante. Similmente il dialetto dei suoi personaggi, ricco di sfumature individuali, scevro di ogni tradizione letteraria, è un documento di prim'ordine per la storia del piemontese nel sec. XVI.
Edizioni: Ed. princeps di tutte le opere: Opera Jocunda N.D. Joh. G. Alioni, Asti 1521; ristampata, con esclusione delle poesie francesi, a Venezia 1560, Asti 1601, Torino 1628, Milano 1865 (senza Macharonea); Comedia e farse carnovalesche.... composte sulla fine del secolo XV da G. G. A., Milano 1865 (Biblioteca rara, nn. 60-61); cfr. G. Giacomino, La lingua dell'Alione, in Archivio glottologico italiano, XV, pp. 401-448. Le poesie írancesi furono ristampate dal Brunet (1836), dal Tosi: Poesie francesi di G. G. A..... aggiuntavi la Macheronea dello stesso con .52 tavolette, Milano 1864 (Biblioteca rara, nn. 62-63), dal Mignon, Poésies françaises (il Chapitre de Liberté e la Chanson d'une Bergère), Parigi 1905; la Macharonea fu edita pure in Maccheronee di cinque poeti italiani del sec. XV, Milano 1864 (Biblioteca rara, n. 34) e in Zannoni, I precursori di Merlin Cocai. Città di Castello 1888.
Bibl.: Per la cronologia e le fonti delle farse: G. Gabotto, La vita in Asti al tempo di G. G. A., Asti 1899; Puy, La poésie française au XVI siècle, Parigi 1910, I, p. 324 (cfr. sui rapporti con la poesia popolare il cenno di B. Terracini, in Arte e Vita, IV, p. 103, e sui rapporti col teatro italiano A. Mortier, Ruzzante, Parigi 1925, pp. 70, 225 segg.).