BANFI, Gian Luigi
Nato a Milano il 2 apr. 1910, nella stessa città si laureò nel 1932 e partecipò poco dopo alla fondazione dello studio "BBPR", insieme con L. Barbiano di Belgioioso, E. Peressutti, E. N. Rogers: loro intento era la costituzione di un gruppo di lavoro compatto, capace di sfruttare gli apporti individuali all'interno di una metodologia comune. Ciò è tanto più significativo in quanto tale sistema professionale si contrapponeva al retorico quanto vuoto individualismo in voga a quel tempo, dando modo così al gruppo di far convergere in un unico processo di progettazione apporti di origine culturale diversa.
Per questa ragione l'esame dell'opera del B. non può scindersi da quella degli altri collaboratori. Nel 1932 egli vinse con il Rogers il primo premio nazionale per i primi "littoriali d'architettura"; nello stesso anno il gruppo partecipò con l'ing. Ciocca al concorso per il Piano regolatore di Pavia, che suscitò lunghe polemiche e discussioni.
Sin dalle prime opere (oltre a quelle citate ricordiamo il concorso per la Casa del Littorio a Roma con L. Figini, G. Pollini e l'ing. L. Danusso, del 1934, la casa Ferrario in via del Crocefisso e la casa Feltrinelli in via Manin a Milano, sempre del 1934, gli allestimenti della V e VI Triennale, molti arredamenti e mostre), i "BBPR" appaiono aderire alla lotta per il rinnovamento della cultura architettonica sia nazionale sia internazionale, assumendo, in seno al movimento moderno, una posizione del tutto particolare, tesa ad approfondire storicamente e criticamente gli apporti delle nuove concezioni operative, che, specie in Italia, venivano per lo più ingenuamente e acriticamente accettate.
Così il loro meditato "razionalismo" evitò di scadere negli equivoci imitativi, manieristici o mediterranei allora dilaganti, dando vita ad opere assai notevoli, quali il progetto per la Casa del Fascio di Caravaggio (1934), ma soprattutto la Colonia elioterapica di Legnano (1939), l'opera migliore dei "BBPR" nell'anteguerra, e il quartiere "Le Grazie", dello stesso anno, sempre a Legnano.
Lo sforzo compiuto in tali opere costituisce senz'altro un contributo concreto alla chiarificazione dei motivi culturali che si agitavano in quel tempo; purtuttavia, al rifiuto netto e deciso di ogni retorica più o meno ufficiale, di ogni ossequio ai dettami del monumentalismo del regime fascista, non corrispose, almeno in un primo tempo, una conseguente presa di posizione altrettanto netta nei riguardi delle strutture politiche che generavano quelle involuzioni.
I "BBPR" furono così fra coloro che, come G. Pagano fra gli altri, in una generosa illusione, amaramente pagata in seguito, tentarono di condizionare il regime dall'interno, per mezzo di una prassi culturale moderna e, per quanto possibile, progressista.
L'onestà dei loro intenti è dimostrata, comunque, da tutta la loro opera teorica e professionale: si veda, come esempio probante, il palazzo delle Poste all'EUR, costruito a Roma nel 1939-40,che, nel gusto discutibile dell'EUR,costituisce, forse, l'unico atto di coraggio e di coerenza.
Oltre a un'ampia e qualificata attività nel campo del "design" e delle esposizioni (si noti che il tema dell'esposizione era a quel tempo uno dei pochi nei quali gli architetti moderni godevano di una relativa libertà), il gruppo approfondì i suoi studi nel campo della pianificazione urbanistica, anche se in un primo tempo viziati dall'equivoco della "città corporativa". Nel 1936-37 parteciparono alla redazione del piano territoriale della Valle d'Aosta, promosso da Adriano Olivetti (in particolare il piano di Aosta e della Stazione Turistica di Pila), studi per quel tempo di avanguardia, poiché costituivano il primo tentativo italiano di pianificazione regionale.
Tra le altre opere di carattere urbanistico ricorderemo la sistemazione del centro di Robbio Lomellina, del 1938, lo studio del piano turistico dell'isola d'Elba, del 1939, e la sistemazione della zona centrale di Salsomaggiore, che ottenne il secondo premio al concorso nazionale del 1939.
Il precipitare della situazione politica e gli avvenimenti bellici resero coscienti i "BBPR" dell'equivoco nel quale erano caduti e li spinsero a partecipare attivamente alla lotta democratica e alla Resistenza. Il B. si iscrisse sin dal 1943 al Partito d'Azione e fu tra i diffusori clandestini di Italia Libera,fino all'8 settembre: dopo l'armistizio tentò invano di organizzare a Chiavari, dove si trovava militare, una resistenza armata contro i Tedeschi. Tornato a Milano, si occupò della stampa clandestina e dell'espatrio verso la Svizzera di gruppi di ebrei e di antifascisti (lo stesso Rogers dovette ricorrere all'esilio), curando inoltre la redazione di mappe topografiche a uso degli aerei alleati e mantenendosi in contatto con le prime bande partigiane che operavano nella valle d'Intelvi, dove il B. possedeva una villa che divenne un centro attivo di resistenza e di smistamento di fuorusciti. Il 21 marzo 1944 il B. e il Belgioioso furono arrestati in seguito a una delazione, sotto l'accusa di spionaggio e complotto, e rinchiusi per tre mesi nel carcere di San Vittore; poi fino al 20 luglio il B. rimase internato nel campo di concentramento di Fossoli, donde fu inoltrato a Mauthausen ove arrivò, dopo un lungo ed estenuante viaggio, il 1° agosto. A Gusen, presso Mauthausen, il B. si spense il 10 apr. 1945.
Il suo sacrificio, come quello di G. Pagano o di G. Labò, rimane a testimonianza delle profonde origini etiche che erano alla base del rinnovamento culturale cui avevano dato vita. Al B. e ai morti nei campi di sterminio nazisti i "BPR" (sigla del gruppo dopo la scomparsa del B.) hanno dedicato nel 1945un monumento nel cimitero di Milano.
Scritti del B.: Un programma di architettura (con Belgioioso, Peressutti e Rogers), in Quadrante,XI (1933),n. 1, p. 5; La città corporativa (con Belgioioso), ibid., XII (1934),nn. 16-17, p. 40,e in Urbanistica,II (1943),pp. 1 s.; Città,in Domus,XIV (1941), n. 163, pp. 1-3; Stile (con Belgioioso, Peressutti e Rogers), Milano 1936; Il piano regolatore della Valle d'Aosta (con A. Olivetti, L. Belgioioso, P. Bottoni, L. Figini, E. Peressutti, E. Rogers e altri), Ivrea 1945.
Bibl.: E. N. Rogers, Per G. L. B., in Quaderno B della facoltà di architettura del Politecnico di Milano,Milano, novembre 1945; F. Beltrami, G. Labò, G. Pagano, G. L. B.,in Metron,I (1945), n. I, p. 13; E. Persico, Punto e da capo per l'architettura (1934),in Scritti critici e polemici, Milano 1947, pp. 230-231; E. N. Rogers, Il mestiere dell'architetto, prefazione al volume Esperienza dell'architettura,Torino 1958, pp. 25-49; E. Paci, Continuità e coerenza dei BBPR, in Zodiac (1959), n. 4, pp. 82-115; E. N. Rogers L'esperienza degli architetti,in Casabella continuità (1962), n. 268, pp. 1-9.