PINI, Giandomenico
PINI, Giandomenico (Gian Domenico). – Nacque a Milano il 19 gennaio 1871 da una famiglia appartenente all’agiata borghesia cittadina. Non si conoscono i nomi dei genitori.
Dopo il trasferimento della famiglia ad Arona, nel 1874, svolse là i suoi studi liceali per poi proseguire con gli studi universitari a Pavia e Genova. In quest’ultimo ateneo si laureò in giurisprudenza nel 1893. A Genova iniziò a frequentare la Lega degli amici di Gesù Cristo, ad avvicinarsi alle associazioni di giovani universitari cattolici e a collaborare con la stampa cattolica, per esempio con la Lega lombarda di Filippo Meda e con l’Osservatore cattolico. Nel 1894 prese parte al II Congresso dell’Unione cattolica e l’anno successivo fece il suo ingresso in seminario. La frequentazione del seminario si svolse non senza difficoltà causate sia dal peggiorare delle condizioni economiche della famiglia sia da una crisi spirituale che lo portò a lasciare il seminario nel 1896, dopo una consultazione con il cardinale di Milano Andrea Carlo Ferrari. Trascorso un periodo di discernimento segnato dall'impegno nel laicato cattolico, Pini scelse definitivamente il sacerdozio, rientrando in seminario nel gennaio 1899 per essere ordinato sacerdote il 23 dicembre successivo.
Durante i mesi di preparazione alla consacrazione, aderì al fascio democratico-cristiano, collaborando con Vico Necchi e iniziando contemporaneamente a svolgere l’attività di bibliotecario presso l’Ambrosiana assieme ad Achille Ratti. Le frequentazioni dei circoli e movimenti di universitari cattolici lo avevano portato ad assumere, nel 1897, la vicepresidenza del circolo di Pavia e nel 1903, su richiesta di Giuseppe Toniolo, a iniziare un ciclo di conferenze in vari circoli universitari. Toniolo si adoperò per inserire Pini nella FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) con l’intenzione di contrastare sia la componente che nella Federazione faceva riferimento a Romolo Murri e alle sue idee democratico cristiane sia l’influenza che sugli universitari esercitava la figura del barnabita Giovanni Semeria. Nel 1906 il cardinale Ferrari lo nominò assistente del circolo milanese della FUCI; ricoprendo questa funzione Pini partecipò al I Congresso nazionale della Federazione a Milano. Con l’elezione alla presidenza della FUCI di Giorgio Castelli si crearono le condizioni per arrivare, nel 1907, alla sua nomina alla carica di assistente ecclesiastico generale della Federazione.
Gli anni spesi come assistente della FUCI lo videro impegnato in un costante e difficile lavoro di tessitura interno ed esterno all’associazione, con il quale egli cercò di preservare l’unità della Federazione e di mantenerla su posizioni di stretta fedeltà e ossequio agli orientamenti pontifici. L’aspetto principale del ‘programma’ del nuovo assistente era ridurre e annullare l’influenza che sulla FUCI aveva la Lega democratica nazionale murriana e avvicinare gli universitari cattolici all’Unione popolare di Toniolo. In anni segnati profondamente dalla crisi modernista, il nuovo assistente si adoperò per sviluppare una linea di mediazione fra gli studenti e l’autorità ecclesiastica e per ridurre le influenze moderniste sui membri dell’associazione. Pini venne così definendo un progetto di costruzione di percorsi di crescita spirituale degli universitari, dedicandosi alla scrittura di manuali e opuscoli che puntavano all’edificazione religiosa dei giovani cattolici in opposizione agli orientamenti culturali modernisti.
Nel 1911, mentre si stava celebrando il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, la FUCI manifestò una possibile apertura nei confronti dello Stato liberale. Una serie di articoli apparsi sulla rivista Studium, organo della Federazione, e le prese di posizione al Congresso di Torino di quell’anno causarono una dura reazione della stampa cattolica e l’intervento del segretario di Stato vaticano Rafael Merry del Val, che in un telegramma deplorava le opinioni degli universitari cattolici. Pini, con l’aiuto di Toniolo, riuscì a ricomporre la frattura e a ricondurre la dirigenza della Federazione a un atto di sottomissione nei confronti di Roma. Le capacità di mediazione dell’assistente non fecero tuttavia venir meno il dualismo presente nella FUCI, fra quanti volevano orientare gli interessi dell’associazione su temi di carattere teologico e religioso e quanti propendevano per un impegno di carattere cristiano-sociale. Al Congresso di Roma del 1909, grazie al sostegno all’azione di Pini, si affermò la linea di mediazione proposta dal presidente Francesco Luigi Ferrari che, pur favorendo l’impegno in molteplici attività intellettuali, si orientava prevalentemente allo studio della cultura sociale sia sul terreno teorico delle teorie sociali e dei principi sociali cristiani sia su quello pratico delle riforme economiche e sociali.
Gli anni precedenti la Grande Guerra videro la FUCI di Pini sempre più influenzata dalle tendenze nazionaliste, emerse con forza in occasione del Congresso di Genova del 1915. In quella data il suo ruolo all’interno della Federazione si era già ridimensionato in seguito alla sua nomina, nel marzo 1913, a prevosto della basilica di S. Eustorgio a Milano. Durante la guerra Pini cercò di seguire e accompagnare l’esperienza degli universitari cattolici al fronte, divenne così un importante punto di riferimento e fu, di fatto, la guida della Federazione. Fin dal 1919 fu vicino agli ambienti popolari e guardò con favore alla costituzione del partito di Sturzo e all’avvicinamento degli universitari cattolici al Partito popolare. Proprio il suo sposare l’avvicinamento della FUCI ai popolari acuì i contrasti e le opposizioni nei confronti della sua linea. A questo si aggiunse la netta opposizione del fascismo, salito al potere nell’ottobre del 1922, alle posizioni popolari espresse dalla FUCI.
Si giunse così, nel 1923, alle dimissioni di Pini e alla sua sostituzione con Luigi Piastrelli. In quello stesso anno Pini divenne assistente della Gioventù cattolica e vicepresidente dell’Opera dei congressi eucaristici, ruoli nei quali rimase solo fino al 1925, quando fu costretto alle dimissioni pur continuando a mantenere saldi numerosi contatti fra gli universitari della FUCI e gli aderenti alla Gioventù cattolica.
Morì ad Arona, dove si era ritirato, l’11 aprile 1930.
Opere. Le opere di Giandomenico Pini consistono per lo più in opuscoli e piccoli saggi frutto di conferenze poi rielaborate e date alle stampe, fra le altre: Ora breve ora felice. Preghiere per la Confessione, la Comunione e la S. Messa, Milano 1895; Collana di perle, Milano 1895; Ore di paradiso, Milano 1898; Oh quanto è soave il S. Cuore di Gesù, Milano 1899; Lagrime, Milano 1901; La ss.ma comunione in onore del S. Cuore di Gesù, Milano 1901; Conversazioni con Dio, Milano 1901; Le glorie di S. Alfonso Maria de Liguori, Milano 1901; L’anima a Dio secondo S. Francesco di Sales, Milano 1902; In Dio e per Dio, Milano 1903; I santi martiri Sisinnio e Alessandro e il loro culto in Milano, Milano 1897; Roma nel pensiero e nell’azione dei giovani, Milano 1903; Il culto dei Magi, in A. Colombo - G.D. Pini - C. Nava, I SS. Magi, Milano 1904; Le nostre memorie, Arona 1907; Roma alla mente e al cuore dei giovani, Firenze 1908.
Fonti e Bibl.: Per un quadro sulla figura di Pini e la sua vita si vedano: A. Mariani, Mons. G.D. P., Pavia 1930; G.B. Migliori, Monsignor G. P., Milano 1931; Id., G. P. e Vico Necchi, in Studium, 28 (1932), pp. 333-342; G. Anichini, Cinquant’anni di vita della FUCI, Roma 1936, passim; G.P. Dore, Don G. P., Todi 1936; F. Vistalli, Giuseppe Toniolo, Roma 1954, pp. 796-803; G.B. Migliori, Come pregava e sapeva far pregare Mons. P., in Ambrosius, 1955, pp. 221-233; G. Barra, I paradossi del prete, Milano 1956, pp. 280-293; G. Fanello Marcucci, Storia della FUCI, Roma 1971; Ead., Don P., Modena 1972; Ead., L’incontro tra Piastrelli e P., in Per il rinnovamento cattolico. La testimonianza di Luigi Piastrelli, a cura di M.C. Giuntella et al., Brescia 1982, pp. 123-127; M.C. Giuntella, P. G., in Dizionario storico del movimento cattolico in Italia 1860-1980, II, I protagonisti, a cura di F. Traniello - G. Campanini, Casale Monferrato 1982, pp. 477-480; G. Vecchio, Il cammino della FUCI, in Rivista del clero italiano, 1987, n. 7-8, pp. 533-541; F. Malgeri, 100 anni di vita, in FUCI. Coscienza universitaria, fatica del pensare, intelligenza della fede. Una ricerca lunga 100 anni, Cinisello Balsamo 1996, pp. 15-46; G. De Rosa, Tra ‘memoria’ e ‘ricerca’. I cento anni della FUCI, in La Civiltà cattolica, CXLVIII (1997), 1, pp. 575-586; M.C. Giuntella, La Fuci nella crisi modernista, in Il modernismo tra cristianità e secolarizzazione. Atti del Convegno nazionale di Urbino, 1-4 ottobre 1997, a cura di A. Botti - R. Cerrato, Urbino 2000, pp. 643-672; Ead., La FUCI tra modernismo, partito popolare e fascismo, Roma 2000; Ead., La Fuci prima di Montini, in Paolo VI. Fede, cultura, università, a cura di M. Mantovani - M. Toso, Roma 2003, pp. 25-40.