VIALLI, Gianluca
Esordisce nella Cremonese, in serie C, nel Campionato 1980-81 ad appena 16 anni: confermato nelle tre stagioni successive in serie B, disputa 103 partite segnando 23 gol. Passa alla Sampdoria nel 1984-1985, ma già l'anno prima il presidente Mantovani lo aveva strappato alla Juventus, consentendogli di disputare un ultimo Campionato nella sua città. A Genova, a fianco di Roberto Mancini, l'altro fuoriclasse sul quale poggia la costruzione della squadra, inizia la sua ascesa verso il successo: otto Campionati, 213 partite, 85 gol, la Coppa delle Coppe del 1990 (primo trofeo internazionale del club), lo scudetto del 1991 (primo e unico della Sampdoria), tre Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Nel 1986 Bearzot lo fa esordire in nazionale al Campionato del Mondo, ma la sua carriera azzurra esplode grazie ad Azeglio Vicini che lo aveva già lanciato nella under 21, finalista ai Campionati d'Europa di categoria del 1986. È attorno a Vialli che viene costruita la squadra che arriva terza agli Europei del 1988 e soprattutto quella che avrebbe potuto vincere i Campionati del Mondo del 1990: ma in quei Mondiali, Gianluca è quasi irriconoscibile. Ancora due anni di nazionale con Arrigo Sacchi, poi dopo 59 presenze e 16 gol, l'uscita di scena alla fine del 1992. Sacchi non lo convoca per i Mondiali del 1994 (e riceve in cambio uno sprezzante "Non tiferò certo per la sua Italia"). Chiuso il sogno azzurro (e sampdoriano), inizia quello bianconero con il passaggio alla Juventus con la quale disputa quattro Campionati (dal 1992 al 1996), segnando 38 gol, vincendo uno scudetto (1995), una Champions League (1996), una Coppa UEFA (1993), una Coppa Italia (1995) e una Supercoppa Italiana (1995). Nel 1996 lascia clamorosamente la Juventus per il Chelsea, in Inghilterra, e ancora più clamorosamente, dopo due stagioni come giocatore inizia, senza lasciare il campo di gioco, la carriera di allenatore che gli fa conquistare cinque trofei in quattro anni: Coppa delle Coppe, Supercoppa Europea, Coppa d'Inghilterra, Coppa di Lega inglese, Supercoppa Inglese. Licenziato dal Chelsea, accetta di allenare il Watford, in serie B, per il Campionato 2001-02. Attaccante moderno, dotato di potenza e stile, Vialli è stato, con Roberto Baggio e Franco Baresi, il giocatore più rappresentativo della sua generazione. Ha vinto tanto, ma avrebbe potuto vincere di più soprattutto in nazionale, dove la sua avventura si è conclusa fin troppo precocemente, per una totale incompatibilità di vedute con Sacchi. Certamente, dovunque abbia giocato ha lasciato un marchio indelebile di carisma e di talento. Nella Cremonese, di cui divenne giovanissimo leader fino a portarla in Serie A (e che lo cedette per due miliardi sanando i propri bilanci), nella Sampdoria della cui stagione storica e irrepetibile è stato il vero trascinatore; nella Juventus che con lui in campo è tornata agli scudetti e alle Coppe internazionali, dopo un lungo digiuno, e infine nel Chelsea al quale ha trasferito la sua personalità e la sua 'fame' di vittorie. La forza, la grinta e la volontà sono sempre state le sue armi vincenti, unite a un'indubbia intelligenza e anche a un'apprezzabile cultura che lo hanno spinto a migliorarsi sia in campo sia fuori. Il suo grande rammarico sportivo è rappresentato dalla sconfitta della Sampdoria nella finale di Coppa dei Campioni del 1992, ai tempi supplementari contro il Barcellona. Quando, nella notte di Roma del 1996, alzò al cielo come capitano della Juventus la stessa Coppa, strappata all'Ajax, capì che dal calcio italiano non avrebbe potuto ottenere più nulla che non avesse già assaporato. E infatti, di lì a poco, lo lasciò: fino a diventare il primo giocatore-allenatore italiano a 'conquistare' il football britannico.