GIANNINA (A. T., 82-83)
Giànnina (gr. 'Ιωάννινα o 'Ιάννινα) è circoscrizione (νομός ed ἐπαρχία) e città dell'Epiro. Il νομός abbraccia la parte sudoccidentale di questa regione, fra il Canale di Corfù e la continuazione settentrionale del Pindo; la zona ove sorge la città corrisponde a una specie di bacino chiuso, sul margine del gruppo cretaceo dei Mitsikeli; bacino invaso in parte da un lago che prende appunto nome dal centro abitato. Le acque di questo lago di tipo carsico trovano uscita e per emissarî sotterranei e verso il piccolo lago Lapsista; ambedue sono ricchi di pesci. Come il vicino Zagorion, la regione di Giannina è stata e rimane paese essenzialmente agricolo, piuttosto arretrato economicamente e, data anche l'asprezza del rilievo e la natura calcarea del suolo, scarsamente popolato (32 ab. per kmq.).
L'importanza di Giannina sta nella sua posizione rispetto alle poche vie di comunicazione che attraversano l'Epiro e lo mettono in rapporto con l'Albania meridionale (Santi Quaranta) e il Golfo di Arta (Prevesa). Il tracciato della recente frontiera albanese ha dato un grave colpo alla prima, e incanalato quasi tutto il traffico verso S., e con ciò la regione di Giannina risente ancora di più del suo isolamento. Questo spiega in parte perché la popolazione della provincia rimanga da un pezzo stazionaria e quella della città segni anzi una notevole diminuzione. Nel 1918 il νομός contava 180 mila abitanti: senza la provincia di Leucade, non compresa nel precedente censimento, 162 mila, di fronte ai 167 mila del 1920; la città 20 mila, mentre superava i 21 mila nel 1920 e si avvicinava ai 35 mila all'epoca del suo massimo fiorire. Da notare che l'aflusso dei profughi dall'Asia Minore è qui mancato quasi del tutto.
La città sorge a 500 m. d'altezza sulla riva sinistra del lago, in posizione pittoresca e per le vicine incombenti montagne e per lo sprone che da queste s'avanza nel mezzo del lago, sormontato dal palazzo del pascià e da moschee; ciò non ostante, presenta aspetto piuttosto povero, da grosso villaggio. La popolazione vive divisa in quartieri ed è assai mista (Slavi, Albanesi ed Ebrei, oltre i Greci). Notevole la fabbricazione domestica di tessuti a colori ricchissimamente decorati.
Monumenti. - All'estremità nord del lago si alza, sopra un colle, la fortezza di ‛Alī pascià con moschee, di notevole valore artistico. Si conserva anche la cinta della città medievale, alcune parti della quale risalgono all'epoca bizantina (vi si è letta un'iscrizione su mattoni di Tommaso Preljubović, 1367-84). Nel mezzo del lago è una pittoresca isoletta con chiese e costruzioni antiche. Dei monumenti anteriori al dominio turco poco si è conservato, soprattutto in seguito alla ribellione di Dionisio del 1612, quando i cristiani vennero cacciati dalla fortezza e tutte le chiese furono abbattute.
I soli monumenti antichi superstiti si trovano nell'isoletta del lago, dove sono sei conventi (di Giovanni Battista, di S. Panteleimone, del profeta Elia, del Salvatore, di Sant'Eleusa, di S. Nicola Dilio, di S. Nicola Spano). Il primo di questi, inaugurato, secondo un'iscrizione, il 1506-7 dalla famiglia degli Apsaradi, è interessante per l'architettura: è una chiesa a navata longitudinale con transetto ad absidi laterali. Tra gli altri conventi i più notevoli sono quelli di S. Nicola Dilio e di S. Nicola Spano, nello stile delle basiliche più recenti, con arcature esterne e ornamenti in cotto.
Grandissima importanza hanno gli affreschi di queste chiese, specialmente quelli di S. Nicola Spano, della cosiddetta scuola cretese, rappresentanti i fondatori della Chiesa (Filantropini) e una serie d'illustri Greci e di filosofi (Platone, Apollonio, Solone, Aristotele, Plutarco, Tucidide e Chilone); essi sono effigiati con rotoli inscritti e rappresentano esemplari più artistici di simili tipi che si rinvengono anche altrove e specialmente in Romania. Dei monumenti turchi il più importante è la moschea di Arslān pascià, costruita nel 1619 a imitazione di quelle di Costantinopoli (Sultān Bāyazīd, ecc.). Questa moschea è fornita di portico a colonne, che la circonda su tre lati.
Storia. - Incerta è l'epoca della sua fondazione: un vescovado di Giannina, dipendente da Naupatto, risale al 673; durante il secolo XIII fu elevato al grado di metropoli dell'Epiro e di Corfù. Il nome deriva probabilmente da quello di un preesistente monastero dedicato a S. Giovanni Battista. La prima notizia sicura è del 1081 quando il normanno Boemondo (v.) s'impossessò della città e la fortificò. Nel 1204 Michele Angelo Comneno, fondatore dei despotato d'Epiro, la scelse come capitale, ma alla morte di lui (1214) i successori si trasferirono ad Arta. Nel 1345 la città fu presa dal serbo Stefano Dusan, poi passò col despotato d'Epiro a Carlo Tocco (v. epiro). Nel 1431 fu conquistata da Murad II. L'insurrezione del 1612 guidata dal vescovo di Triccala, Dionisio Scilosofo (ὁ Σκυλοσόϕος), aiutato pare dai Veneziani, provocò una violenta persecuzione dei cristiani e la distruzione delle loro chiese. Già in quell'epoca era iniziato per Giannina quel periodo di prosperita che culminò sotto il governo di ‛Alī pascià (v.), il quale la scelse come sua residenza (1788). La città contava allora circa 35.000 abitanti e le sue scuole, di cui la più antica risaliva al sec. XIII, ne facevano un centro importante di cultura ellenica (v. albania: Storia). Ma nel 1820 ‛Alī pascià, in essa assediato, la distrusse con un incendio. Riconosciuta alla Grecia dal congresso di Berlino (1878) fu annessa soltanto il 21 febbraio 1913, durante la prima guerra balcanica, dopo un assedio.
Bibl.: 'Ηπειρωτικὰ Χρονικά, I (1926), p. 53 segg.; V (1930), p. 7 segg.; VI (1931), p. 3 segg.