BIGAZZINI, Giano
Nacque a Perugia, intorno al 1492, da Bernardina Baglioni e da Francesco, conte di Coccorano e signore di numerosi altri feudi minori, tutti nella diocesi di Gubbio, sul confine tra il territorio perugino ed il ducato di Urbino. Nel 1498, durante il conflitto tra Perugia e il duca Guidobaldo, il B. fu imprigionato dai Perugini nella rocca di Assisi insieme col padre, colpevole di intese con il Montefeltro, e la rocca di Coccorano fu demolita. Così finiva l'antica tradizione signorile della famiglia, e di conseguenza il ruolo destinato al B. nella vita perugina doveva risultare modesto.
Avviato alla carriera delle armi, durante la guerra della lega di Cambrai fu al servizio della Repubblica di Venezia, dapprima agli ordini del condottiero perugino Giovanni di Gregorio, col quale prese parte alla difesa di Padova contro gli imperiali, nel settembre 1509, poi, a capo di una compagnia di lance spezzate, quale condottiero di Giampaolo Baglioni, governatore generale dell'esercito veneto dal 1511. È probabile che il B. militasse anche negli anni seguenti al soldo della Repubblica, che continuava a servirsi di condottieri e di milizie perugine: di sicuro si sa soltanto che dal 1525 egli partecipò, agli ordini di Malatesta Baglioni, alla sfortunata campagna per la difesa di Milano contro gli Spagnoli e poi a quella contro i lanzichenecchi del Frundsberg. S'ignora se egli seguisse il Baglioni quando questi passò al soldo di Firenze: proprio in quel giro di anni, comunque, la carriera militare del B. si interruppe ed egli si ritirò a vivere nei suoi feudi ed a Perugia. Qui, a fianco del dotto fratello Girolamo, intrattenne relazioni con letterati, eruditi e artisti, e diede anche un contributo alla vita culturale perugina con una breve iniziativa editoriale.
Alla sua origine fu probabilmente la dedica fatta al B., in data 1º nov. 1532, dal pittore G. B. Caporali di una volgarizzazione e commento di Vitruvio, per cui l'autore otteneva da Clemente VII un privilegio decennale di stampa e vendita negli Stati della Chiesa (10 genn. 1533). Ma l'opera rimase inedita per tre anni, forse per le difficoltà incontrate dal Caporali nel trovare a Perugia un tipografo che fosse in grado di pubblicarla secondo i suoi intenti. Infatti, dopo l'edizione del Vitruvio di Cesare Cesariano (nel testo originale in latino, Como 1521), era cosa estremamente ardua produrne altra che potesse gareggiare con quella.
Non si sa molto intorno alle relazioni tra il Caporali e il B.: certo è che nel 1535quest'ultimo attrezzò in Perugia una tipografia, sembra proprio allo scopo di pubblicare la opera del Caporali a lui dedicata. Non ci è noto il nome del tipografo che ebbe la direzione della stamperia e che materialmente eseguì l'edizione; si può pensare che il B. si sia giovato di quel "vagante" non privo di abilità che fu Luca Bini (o Bina) mantovano, che era a Perugia in quegli anni. Il volume, non privo di pregio tipografico, uscì con il titolo Architettura, "con il suo comento et figure in volgar lingua raportato per M. Giovambattista Caporali da Perugia. In Perugia, nella stamperia del conte Iano Bigazzini, il di primo d'aprile l'anno 1536". L'impresa editoriale del B. ebbe vita brevissima: i bibliografi italiani segnalano di essa il solo Vitruvio, essendo a loro rimasto sconosciuto un secondo suo prodotto, pure dell'anno 1536: Cinque primi canti di Sacripante, poema di Lodovico Dolce, che i Bindoni-Pasini avevano già pubblicato a Venezia l'anno precedente. Un esemplare di questa edizione - forse l'unico superstite - è nel British Museum in Londra. Si osservi che i Bindoni-Pasini diedero in luce nell'anno 1536il testo completo del Sacripante in dieci canti, replicato nel 1537dallo Zoppino, pure in Venezia.
Nel dicembre 1538, in occasione della spedizione militare con la quale Paolo III poneva fine all'annosa questione della successione di Camerino, l'esercito pontificio al comando di Pier Luigi Farnese si radunò presso il castello di Valfonda, feudo del B., e questi provvide al vettovagliamento e agli alloggiamenti.
Un posto di rilievo il B. ebbe due anni dopo, durante la "guerra del sale". Egli infatti fu inviato dai Perugini a Firenze presso Rodolfo Baglioni, per indurlo a tornare a Perugia e a porsi a capo della resistenza contro i pontifici. Riuscì nel suo tentativo anche per l'intervento di Cosimo de' Medici, direttamente interessato a fronteggiare l'espansionismo farnesiano. Durante la campagna il B. fu tra i cinque capitani che coadiuvarono il Baglioni nel comando delle milizie perugine e partecipò ai vittoriosi combattimenti di Fontenuovo, Borgo Sant'Antonio e Monteluce.
Non si conosce la data di morte del Bigazzini. È attribuibile a lui, per la scritta "Ianus Bigatinus me fecit", una canzone di lamento per la crudeltà della donna amata, compresa in un canzoniere del sec. XVI (Perugia, Bibl. Augusta, ms. 709)
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Perugia,Annali decemvirali, aa. 1492-1495, c. 97; Perugia Archivio di S. Pietro, ms. CM 202: E. Agostini,Diz. storico perugino,s.v. Bigazzini; Ibid., ms. 202: Id.,Fam. perugine,s.v. Bigazzini; La guerra del sale ... dalle memorie di G. di Frolliere, a cura di F. Bonaini, in Arch. stor. ital., XVI (1851), 2, p. 465; F. Matarazzi,Cronaca della città di Perugia dal 1492 al 1503, a cura di A. Fabretti,ibid., pp. 84 s.; P. Aretino,Il primo libro delle lettere, a cura di F. Nicolini, Bari 1913, p. 205; C. Crispolti,Perugia Augusta, Perugia 1648, p. 301; G. B. Vermiglioli,Biografia degli scrittori perugini, Perugia 1829, I, p. 303; L. Bonazzi,Storia di Perugia, Perugia 1879, II, p. 331; A. Brizi,Annali tipogr. di Perugia, Bologna 1888, p. 23; Short-title catalogue of books printed in Italy and of Italian books printed in other countries from 1465 to 1600, London 1955, p. 780.