REMONDINI, Gianstefano
REMONDINI, Gianstefano. – Nacque a Genova il 29 ottobre 1699 da Carlo Giuseppe e da Maria Rosa. Fu battezzato l’8 novembre nella chiesa parrocchiale di S. Maria Maddalena dei padri somaschi. Solo da recenti studi è stata correttamente individuata la data di nascita, indicata in precedenza con il 1700.
Ricevette un’educazione privata, impartita probabilmente da un sacerdote della vicina parrocchia. Nel 1716, con ottimi giudizi, fu ammesso al noviziato presso il collegio somasco della Maddalena dove, il 17 giugno 1717, emise la professione di fede. Fu quindi inviato a Roma al collegio Clementino per completare la propria preparazione e qui, il 20 dicembre 1721, ricevette l’ordine del suddiaconato. Nella sua formazione ebbero ampio spazio i primi studi di poesia e di eloquenza, nonché di storia.
Ordinato sacerdote nel 1722, fu indirizzato all’insegnamento e alla predicazione. Nel 1724 giunse a Napoli, dove venne accolto nei circoli culturali più rilevanti della città. Sebbene ancora giovane, fu subito apprezzato come poeta e oratore di talento, divenendo socio delle più rinomate accademie napoletane e dell’Arcadia romana. Per quest’ultima è probabile il suo ingresso nel corso di un soggiorno romano tra il 1724 e il 1727. Remondini fu quindi solito in alcune sue composizioni firmarsi con il nome arcadico di Isimeno Promarchiense, Accademico Ozioso e Investigante. Fece parte, inoltre, dell’Accademia dei Padri eremitani agostiniani che si riunivano ogni 8 dicembre nella chiesa di S. Maria della Verità.
A Napoli ricoprì numerose cariche: nel 1734 fu rettore del locale collegio e probabilmente dal 1727 (o dal 1728) fino al 1746 diresse il collegio Caracciolo.
Fondamentale nella vita di Remondini fu l’amicizia con il vescovo Troiano Caracciolo del Sole, esponente di una potente famiglia discendente dai duchi di Venosa e dai conti di S. Angelo. Probabilmente Remondini conobbe Caracciolo nelle frequentazioni accademiche, ma la svolta si ebbe quando, il 19 giugno 1738, il vescovo prese possesso della diocesi di Nola. Caracciolo ebbe l’idea di affidare al sacerdote la traduzione delle opere di s. Paolino, ma proprio da quell’impegno emerse una tale mole di documenti da indurre ad affrontare un lavoro più ampio intorno alla storia ecclesiastica della città campana. Nonostante la ricca produzione di storie locali che aveva caratterizzato le città del Mezzogiorno, per Nola non esisteva, infatti, una storia complessiva. Notizie e opere sulla città riguardavano l’età romana, ma risultava del tutto ignota l’epoca medioevale.
Remondini dedicò dieci anni della sua vita alla stesura Della nolana ecclesiastica storia. Il continuo impegno a Nola dell’autore creò però disappunto tra i somaschi che non volevano privarsi così lungamente del servizio del sacerdote. Fu necessario che Troiano Caracciolo facesse intervenire il cardinale Marcello Crescenzi, arcivescovo di Ferrara, presso il preposito dei somaschi Grisostomo Bertazzoli, perché fosse impedito il trasferimento di Remondini a Velletri. All’erudito fu comunque negato il permesso di soggiornare a tempo pieno a Nola e solo alla fine del 1746 ottenne la licenza di dimorare nella cittadina campana per un anno. Le opposizioni della congregazione al lavoro del sacerdote rientrarono con l’uscita del primo volume nel 1747. Nelle intenzioni di Remondini il libro doveva essere dedicato a Troiano Caracciolo, ma probabilmente fu il vescovo a ritenere più opportuno dedicarlo a Benedetto XIV. Remondini portò al pontefice il volume all’udienza del 22 marzo 1748, accompagnato da una supplica di Troiano Caracciolo affinché egli potesse attendere in piena libertà alla prosecuzione dell’opera. Il papa, particolarmente sensibile alla materia trattata nell’opera, gli concesse la possibilità di rimanere a Nola fino al completamento dei lavori.
Della nolana ecclesiastica storia uscì in tre volumi, editi dalla stamperia napoletana di Giovanni di Simone, con il primo volume pubblicato nel 1747, il secondo nel 1751, il terzo nel 1757. L’opera è una storia della Chiesa nolana che coincide con la storia della città. Punti di riferimento nella stesura dell’opera furono Ludovico Antonio Muratori e Alessio Simmaco Mazzocchi, ai quali era legato da rapporti di stima reciproca. Il progetto storiografico dell’opera fu volto, secondo il desiderio di Troiano Caracciolo del Sole, a far luce sul complesso delle basiliche di Cimitile e l’opera divenne quindi anche agiografica, con la trattazione dei santi antichi connessi al cimitero nolano. Remondini seguì il metodo di Cesare Baronio, dei bollandisti, di Ferdinando Ughelli, di Mabillon, ma, nonostante il proclamato impegno all’esercizio di un’attenta critica storica, non rinunciò all’idea, tipica delle storie locali delle città meridionali, di affermare come postulato la fondazione petrina della chiesa nolana.
Mentre era in atto la stesura dell’opera, tra il 1751 e il 1757, e per la parte più cospicua tra il 1751-52, Remondini compilò anche le Memorie del vecchio e nuovo vescovil nolano seminario, una cronaca a favore delle ragioni del vescovo nello scontro con la nobiltà nolana, scoppiato a seguito del progetto di istituire un nuovo seminario. La nobiltà locale si oppose fermamente, poiché le giustificazioni vescovili – la malsana aria cittadina – colpivano il prestigio dei monasteri cittadini, nei quali si monacavano donne provenienti da prestigiose famiglie anche napoletane, nonché verosimilmente i propri immobili. L’opera, per quanto presenti tutti i caratteri per andare in stampa, rimase allo stato manoscritto (Nola, Archivio diocesano, Memorie del vecchio e nuovo vescovil nolano seminario. All’Ill.mo e R.mo Monsingor D. Trojano Caracciolo del Sole Vescovo di Nola, presentate da Isimeno Promarchiense), probabilmente perché ritenuta eccessivamente polemica.
Restò manoscritta anche la Vita del Vescovo Trojano Caracciolo del Sole (Nola, Archivio diocesano), commissionata, probabilmente dopo la morte del biografato nel 1764, dal nipote del vescovo, Giovanni, interessato ad aprire un processo di canonizzazione. L’opera è incompleta anche perché Remondini non riuscì a procurarsi notizie sugli ultimi anni della vita del vescovo. Il somasco era rimasto a Nola fino al 1759 trascorrendo due anni nella sistemazione del museo e della biblioteca del nuovo seminario arcivescovile. Dal primo giugno di quell’anno tornò a Genova nel collegio di S. Maria Maddalena, di cui divenne preposito il 17 maggio del 1760. Negli anni successivi occupò diversi incarichi all’interno della propria congregazione: il 6 maggio 1763 fu designato al governo del collegio di S. Spirito e divenne segretario del preposito generale Pierantonio Ricci; nel 1766 fu preposito provinciale e nel 1769 procuratore generale dell’Ordine somasco. A seguito di questo ufficio, trascorse un triennio a Roma, nel corso del quale si impegnò nel reperire fondi per il restauro della chiesa somasca di Velletri. Rientrato a Genova, prese residenza al collegio del S. Spirito, dove ricoprì per tre anni l’ufficio di preposito.
Successivamente rimase lì come vicario fino alla fine dei suoi giorni, il 9 febbraio 1777.
L’unica opera data alle stampe da Remondini dopo Della nolana ecclesiastica storia fu un libro, scritto negli anni nolani, ma pubblicato a Genova nel 1760, con due dissertazioni: Sopra una singolare iscrizione osca e Sopra il celebre avvenimento di Cassandra in Troja rappresentato in un antico vaso etrusco. Di rilievo è soprattutto la prima, relativa al rilievo del Cippus Abellanus, l’iscrizione in lingua osca più lunga che si conosca, con 25 e 32 linee di testo su due fianchi, trovato da Remondini nel 1745 ad Avella e per la cui trascrizione si avvalse dei più noti etruscologi dell’epoca: Anton Francesco Gori e Giovan Battista Passeri.
Fonti e Bibl.: Nola, Archivio diocesano, Vita e atti (ms. miscellaneo, raccoglie notizie sulla compilazione Della nolana ecclesiastica storia); G.B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, Genova 1858, pp. 40-44; P. Manzi, G.S. R., (1700-1777). La vita e le opere, Rapallo 1958; T.R. Toscano, G. R. (1700-1777) accademico e polemista (con inediti), in Atti del Circolo culturale B.G. Duns Scoto di Roccarainola, 1983, nn. 8-9, pp. 65-153; G. R. Atti del convegno nel III centenario della nascita (Nola... 2001), a cura di C. Ebanista - T.R. Toscano, Marigliano 2003 (in partic. G. Boccia, G. R. Profilo biografico, pp. 17-36; T.R. Toscano, Dietro le quinte della “Nolana ecclesiastrica storia”, superficie erudita e nascoste trame polemiche, in margine alle inedite “memorie” di Isimeno Promarchiense, pp. 41-75; G. Luongo, R. e l’agiografia nolana, pp. 81-103; C. Ebanista, R. e il santuario di Cimitile, pp. 233-311).