BORROMEO, Giberto (Gilberto)
Nacque a Milano il 28 sett. 1615 dal conte Carlo e da Isabella d'Adda. Studiò nella sua città natale, prima lettere poi filosofia e teologia. Giovane chierico, sotto Urbano VIII si recò a Roma per entrare nell'amministrazione dello Stato della Chiesa. Negli anni 1638-1643 ricoprì la carica di referendario delle due Segnature. Durante la guerra di Castro fu nominato vicelegato di Ferrara e delle province del Patrimonio, dove ricoprì contemporaneamente la carica di commissario delle armi.
Richiamato a Roma dal papa Innocenzo X, si distinse come segretario del cardinal nepote Camillo Pamphili e il 2 maggio 1650 fu nominato segretario della Consulta. Nello stesso tempo gli fu concesso un canonicato in S. Pietro. Il 15 febbr. 1652 fu elevato in pectore da Innocenzo X al cardinalato, ma la pubblicazione ebbe luogo solo due anni dopo, il 2 marzo 1654. Poco dopo, il 23 marzo, gli fu assegnato il titolo dei SS. Giovanni e Paolo. Sotto Alessandro VII, la cui elezione il B. aveva favorito, esercitò una grande influenza come suo stretto e fidato consigliere.
Il 23 apr. 1657 il B. fu nominato cardinale legato di Romagna: prese possesso della carica nel giugno e vi restò per tre anni. Gli riuscì di risanare le finanze e di mantenere l'ordine pubblico senza ricorrere a mezzi violenti. È stato rilevato che durante la sua legazione non fu emessa una sola sentenza di morte. Rientrò a Roma nel 1660 e si fece apprezzare nel lavoro delle congregazioni per il talento organizzativo e la buona preparazione teologica e canonistica. Sotto i papi Alessandro VII, Clemente IX e Clemente X fece parte delle seguenti congregazioni cardinalizie ordinarie e straordinarie: Consulta, S. Uffizio, Immunità, Buon Governo, vescovi e regolari, Cerimoniale, Fabbrica di S. Pietro, Acque, come, pure della "Congregatio allevationis status ecclesiastici" e della "Congregatio visitationis apostolicae in Urbe". Particolare rilievo assunse l'attività del B., camerlengo del collegio cardinalizio dal 14 genn. 1664, in due congregazioni straordinarie: nel 1668-1671 per affrontare le lagnanze di vari sovrani sull'abuso delle immunità e le violazioni dei privilegi ecclesiastici commesse in particolare dagli Spagnoli, nel 1667-1668 per esaminare la questione sollevata dal rifiuto di quattro vescovi francesi di condannare senza riserve le proposizioni di fede gianseniste. In relazione alla discussione di questi problemi nella "Congregazione sopra gli errori di Giansenio" il B. deve avere scritto un Adversus errores Iansenii rimasto manoscritto e del quale non si ha notizia più precisa. Nel corso del conclave del 1669-1670 il B. fece parte dello squadrone volante del cardinale Azzolini.
Il B. morì il 6 genn. 1672 a Nettuno. Due giorni dopo fu seppellito nella chiesa di S. Carlo al Corso.
Un elenco sommario dei suoi scritti editi che oggi però sembrano perduti si trova in F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, I, 1, Mediolani 1745, p. 201. Oltre al trattato contro il giansenismo vengono ricordate anche due lettere al papa Urbano VIII e due poesie in onore della famiglia Barberini. Questi due carmina sono forse da identificare con due poesie latine che si conservano manoscritte in un codice della Biblioteca Apostolica Vaticana, Chigi, I VII 265, f. 105. Componimenti letterari di G. B. si trovano nell'Archivio di Stato di Roma, Miscellanea - carte politiche, busta IV, fasc. 189.
Bibl.: A. Ciaconius-A. Oldoinus, Vitae et res gestae Pontif. Roman., IV, Romae 1677, col. 697; I. Pallatio, Fasti Cardinalium, IV, Venetiis 1701, col. 280; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, col. 1804; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese... di Roma, V, Roma 1874, p. 345; C. de Bildt, Christine de Suède et le conclave de Clément X (1669-1670), Paris 1906, ad Indicem;E. Katterbach, Referendiarii utriusque Signaturae, Città del Vaticano 1931, p. 283; L. von Pastor, Storia dei Papi, XIV, 1, Roma 1932, ad Indicem;P. Gauchat, Hierarchia catholica..., IV, Monasterii 1935, pp. 30 s.; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., IX, col. 1284.