GIBILTERRA (XVII, p. 96)
Durante la seconda Guerra mondiale, dopo il collasso della Francia e l'intervento italiano (giugno 1940), furono inviate a Gibilterra nuove navi, distaccandole dalla Home Fleet; esse formarono quel complesso navale, equivalente tatticamente alla squadra italiana, che fu chiamato flotta "H". Si presentò così l'opportunità per la marina italiana di tentare qualche colpo con i mezzi d'assalto della X Mas, i silurotti a testa distaccabile, che dei volontarî applicavano alle carene delle navi per adesione magnetica.
Il primo tentativo fu eseguito il 20 settembre 1941 da tre mezzi d'assalto portati in vicinanza della base nemica dal sommergibile Scirè: ma il vento fresco da levante fece ritardare fin quasi all'alba l'avvicinamento all'entrata del porto militare, ove si trovavano le navi da guerra, fra cui la grande corazzata Nelson: soltanto uno dei mezzi poté giungere all'imboccatura e dovette contentarsi di applicare la sua carica distruttiva con spoletta a tempo ad una petroliera ormeggiata al frangiflutti, mentre le altre due armi furono fatte aderire a due grossi piroscafi di un convoglio in allestimento. In un secondo attacco furono affondate ben cinque navi mercantili, ed un'altra il 18 settembre 1942. Nell'ottobre-novembre dello stesso anno, Gibilterra servì di punto d'appoggio e di radunata del corpo di spedizione anglo-americano in Africa settentrionale. Dopoché le truppe del gen. Eisenhower raggiunsero la Tunisia, essa continuò a disimpegnare, indisturbata, la sua tradizionale funzione del traffico di guerra fino alla cessazione delle ostilità.