GIBUTI (fr. Djibouti; A. T., 116-117)
Città e porto dell'Africa orientale, allo sbocco del Mar Rosso e all'entrata del Golfo di Aden, sulla riva meridionale della Baia di Tagiura. Il porto, riparato verso il largo dall'isola Moucha, è protetto a O. da una serie di scogli corallini e a E. da una punta bassa chiamata Ras Gibuti. Gibuti è il capoluogo della Somalia Francese (v.); il governo della colonia, che risiedeva prima a Obock, sulla riva settentrionale della Baia di Tagiura, vi è stato trasferito nel 1895. La città è costruita su un ripiano madreporico e ha una popolazione indigena sedentaria di 7500 ab. (Somali, Arabi dello Yemen, Dana, Indù e Abissini); vi sono inoltre 800 Europei, di cui 200 Francesi. Gibuti è un attivo mercato indigeno; la sola industria locale è quella dello sfruttamento delle saline; è importante come scalo delle navi dirette all'Estremo Oriente e come sbocco di gran parte dell'Etiopia. Le navi francesi e straniere delle linee dell'Oceano Indiano vi si riforniscono di carbone, acqua e viveri; le operazioni si fanno per mezzo di chiatte; sono previsti alcuni lavori che doteranno Gibuti d'installazioni marittime moderne, in modo da permettere alle grandi navi di fare direttamente sulle banchine le operazioni di carico e scarico. Una linea ferroviaria di 784 km., ultimata nel 1917, unisce Gibuti con Addis Abeba. Il commercio di Gibuti è essenzialmente di transito per i prodotti dell'Abissinia: esso sorpassa il miliardo di franchi di valore (di cui poco più della metà alle importazioni); la partecipazione della Francia a questo commercio è scarsa (circa 70 milioni di franchi). Le importazioni sono costituite specialmente da tessuti, seterie, saponi, candele; le esportazioni da caffè, pelli, cera e avorio.