Vedi Gibuti dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Situato nel Corno d’Africa e di fronte al Golfo di Aden, Gibuti è una delle aree geopolitiche più delicate del mondo, al centro di forti interessi politici ed economici. All’incirca il 4% del commercio di petrolio mondiale via nave passa attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb, che sorge tra Gibuti e Yemen e che congiunge il Mar Rosso con l’Oceano Indiano. Negli ultimi anni l’area è diventata sempre più importante dal punto di vista strategico sia per l’instabilità che colpisce la Somalia e lo Yemen, sia come base indispensabile per le operazioni di antipirateria e antiterrorismo internazionale nella regione.
Gibuti è una ex colonia francese, indipendente dal 1977. Come retaggio dell’influenza di Parigi, ancora oggi ospita la più grande base militare francese in Africa, con circa 3000 soldati. Da qualche anno, però, si è aggiunta la presenza degli Usa, che hanno una grande base militare (Camp Lemonnier), nella quale sono dislocati i droni Predator e Reaper, impiegati in missioni di sorveglianza e di attacco contro le milizie qaidiste attive in Yemen e in Somalia. La vicinanza di Camp Lemonnier all’aeroporto civile di Ambouli ha costretto le autorità gibutiane a chiedere al Pentagono di spostare le attività dei droni nell’aerodromo di Chabelley per evitare incidenti e collisioni con i voli civili. A livello regionale i rapporti più importanti sono con l’Etiopia: attraverso Gibuti passa gran parte del commercio etiopico.
Il legame con Addis Abeba è reso più forte dalle controversie che accomunano i due paesi nei confronti dell’Eritrea, con cui Gibuti ha ancora aperte dispute territoriali. Sul piano internazionale, Gibuti è alleato dei principali attori euro-atlantici e coopera con Francia e Usa nell’antiterrorismo.
La popolazione gibutiana è costituita da due etnie principali, gli Issa, di origine somala, e gli Afar, di origine etiopica. L’uomo forte è il presidente Ismael Omar Guelleh, in carica dal 1999, accusato dentro e fuori il paese di eccessivo accentramento dei poteri e di violazione dei diritti civili e politici delle opposizioni. Il 94% della popolazione è di religione musulmana e l’islam è la religione di stato. Sebbene il sistema giudiziario sia basato sul diritto civile francese, la sharia prevale nelle questioni attinenti alla famiglia.
Il legame tra Gibuti ed Etiopia si manifesta anche in campo economico: più dell’80% delle esportazioni gibutiane sono costituite da riesportazioni di prodotti etiopici. Tale legame è necessario perché l’Etiopia non ha uno sbocco sul mare. I prodotti sono diretti prevalentemente verso Francia, Uae, Yemen e Oman. L’attività economica del paese si svolge quasi interamente intorno al porto di Gibuti, importante snodo commerciale regionale. Non sono, di conseguenza, molto sviluppati il settore industriale e quello agricolo – penalizzato anche dalle condizioni del territorio, desertico per quasi il 90%. Il traffico portuale di Gibuti, diminuito nel biennio 2009-10 per la concorrenza con il porto di Aden in Yemen, ha ripreso a crescere trainando anche l’economia nazionale, con una previsione di crescita del pil del 5% nel periodo 2013-14. Il governo sta pianificando la costruzione di un nuovo porto a Tadjoura e opere di espansione del porto container di Doraleh nel tentativo di rendere i terminal gibutiani importanti hub a livello regionale.
Unica grande via di comunicazione, la ferrovia Gibuti-Addis Abeba rappresenta l’infrastruttura più importante del paese. È in progetto la costruzione di un ponte che dovrebbe unire le due sponde dello stretto di Bab el- Mandeb, tra Gibuti e Yemen. L’opera, attualmente in progettazione, permetterebbe di collegare via terra il continente africano alla Penisola Arabica.