GIGANTOMACHIA DI PARIGI, Pittore della
Ceramografo attico, della tecnica a figure rosse, attivo nel secondo venticinquennio del V sec. a. C. Scolaro e imitatore del Pittore di Brygos, tutta la sua produzione per quanto riguarda schemi, motivi, repertorio di forme, rientra completamente nella cerchia del maestro.
Si può dire anzi che nel gruppo degli artisti spesso brillanti e indipendenti che operano intorno al Pittore di Brygos nessuno palesa una così continuata, totale, arida aderenza ai modi formali del maestro. In un certo senso la personalità del Pittore della G. di Parigi - il nome è dovuto alla coppa 573 del Cabinet des Médailles con una tale rappresentazione - può dirsi negativa, in quanto involgarisce, semplifica e ripete all'infinito le forme e gli schemi del Pittore di Brygos. Artista in realtà duro e meccanico, a certa superficiale facilità di segno e alla stessa sua mancanza di sensibilità si deve l'estrema ricchezza della sua produzione, più di novanta coppe con a lato un piccolo gruppo di vasi decorati da un'unica figura, quali lèkythoi e oùzochòai. Nei momenti di felicità creativa ci dà alle volte opere di notevole qualità, quali la lèkythos con Eos e Tithonos di Francoforte (Schaal, tav. 32), la cui tempestosa passionalità risente da vicino del temperamento del Pittore di Brygos.
Bibl.: J. D. Beazley, Red-fig., in Am. Mus., p. 94; id., Vasenm. rotfig., p. 189; id., Vas. Pol., p. 25; id., Red-fig., p. 274.
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