BURNET, Gilbert
Prelato e storico inglese, nato a Edimburgo il 18 settembre 1643, morto il 17 marzo 1715. Era figlio di Robert Burnet discendente da antica famiglia scozzese. Fu educato al collegio di Marischal: studiò diritto e teologia. Istituito in Scozia il regime ecclesiastico episcopale, prese gli ordini religiosi; ma rifiutò un benefizio offertogli e criticò severamente la condotta dell'arcivescovo Shȧrp. Si recò quindi a Londra, Oxford e Cambridge, in Francia e in Olanda, dove subì influenze che lo prodisposero alla tolleranza religiosa. Tornato in Scozia, accettò la nomina a parroco di Saltoun nel 1664, e nel 1669 fu nominato professore di teologia a Glasgow. Varî scritti di storia ecclesiastica gli valsero la riputazione di storico serio. Nel 1671 sposò lady Margaret Kennedy, figlia del conte di Cassilis; ma per alcuni anni tenne segreto il suo matrimonio. Poco soddisfatto della situazione nella Scozia e della condotta del duca di Lauderdale, membro del Consiglio privato, che reggeva il paese dopo la restaurazione di Carlo II, il B. si dimise dalla cattedra a Glasgow e si stabilì in Inghilterra. Dapprima fu accolto cordialmente dal re Carlo, ma poi cadde in disgrazia per la sua recisa opposizione al cattolicesimo. Negli anni 1679-1714 scrisse una History of the Reformation of the Church of England (1509-1567), basandosi su documenti inediti e confutando la tesi di Nicholas Sanders, autore del De origine et progressu schismatis anglicani (1585). In occasione del cosiddetto complotto papista (1678), diede prova di moderazione e con suo grave rischio cercò di salvare la vita d'uno degli accusati. Si riconciliò con la corte, ma nel 1680 diresse al re una lettera di rimprovero, che gli valse la perdita delle cariche che ricopriva. Dopo l'avvento al trono di Giacomo II si ritirò in Francia; poi viaggiò in Italia, in Germania, in Svizzera e in Olanda, e si stabilì all'Aia. Qui divenne amico di Maria figlia del re Giacomo e moglie di Guglielmo d'Orange, e la fece impegnare a lasciar tutto il potere al marito, se questi fosse succeduto sul trono inglese. Fu intanto iniziato in Inghilterra contro di lui un processo per alto tradimento: ma, sbarcato in Inghilterra, nel 1688, Guglielmo d'Orange, il B. lo accompagnò e l'anno seguente fu consacrato vescovo di Salisbury.
Il B. dedicò tutte le sue cure alla diocesi, che amministrò molto saggiamente; fu contrario al cosiddetto pluralismo, cioè alla molteplicità dei benefizi ecclesiastici in una stessa persona, e all'assenteismo, due abusi allora assai comuni nella chiesa anglicana; creò una scuola di teologia a Salisbury e si occupò con assiduità dei candidati al sacerdozio. Nominato dal re Guglielmo commissario ecclesiastico, propose varie misure a favore del clero povero, che furono poi tradotte in atto dalla regina Anna. L'influenza del B. a corte declinò alquanto dopo la morte della regina Maria, perché Guglielmo non gradiva troppo i consigli del B. Questi appoggiava il movimento della Broad Church (chiesa lata o tollerante), e dedicò gli ultimi anni della sua vita ad un commento dei 39 Articoli di Religione (della chiesa anglicana). Sperava di riorganizzare la chiesa in modo che vi fossero accolti anche i nonconformisti; ma il suo progetto andò a monte con l'avvento al trono della regina Anna (1702). La sua opera più importante è senza dubbio la Hisiory of His Own Times (1660-1713), che contiene un'introduzione sulla storia inglese dopo Giacomo I e che, per volontà dell'autore, fu pubblicata postuma in due volumi nel 1724 e 1734, suscitando molte polemiche. Essa è interessante soprattutto nella narrazione di quegli eventi dei quali l'autore aveva conoscenza diretta, come le vicende della chiesa scozzese, il Popish Plot, le trattative all'Aia precedenti la venuta di Guglielmo e Maria in Inghilterra, le relazioni fra i due sovrani, ecc. Si può in certo senso considerare il B. come il continuatore del Clarendon, sebbene questi, data la sua qualità di statista, stia, anche come storico, assai più in alto. Gl'interessi spirituali del B. erano specialmente per le cose ecclesiastiche. Come politico egli inclinava verso i whigs, almeno in tutto ciò che era politica interna: poiché d'altro non si occupava. Riuscì ottimamente a darci il quadro degl'intrighi parlamentari; si può anzi ritenerlo il primo storico che abbia esposto con spirito realistico e competenza le vicende parlamentari. In ciò egli si allontana affatto dalla storiografia umanistica. Naturalmente, non è da cercare nella sua storia obiettività e misura sia in rapporto ai cattolici sia ai tories.
Bibl.: G. Burnet, Rough Draft of my own Life (edito da H. C. Foxcroft e pubblicato per la prima volta a Oxford nel 1902); T. E. Clarke e H. C. Foxcroft, Life of G. B., 1907; Fueter, Geschichte der neueren Historiographie, Monaco 1925, pp. 179 segg.; articolo nel Dict. of Nat. Biography.