MINTO, Gilbert Elliot conte di
Figlio dell'omonimo primo conte di Minto (XXIII, p. 409), nacque a Lione il 16 novembre 1782 e compì gli studî all'università di Edimburgo. Membro della Camera dei comuni (1806-07, 1812-14), della Camera alta dal 1814, whig come il padre, fu dai conservatori tenuto in disparte sino al prevalere dei progressisti. Dall'agosto 1832 al'34 ambasciatore a Berlino; poi direttore generale delle poste; dal settembre 1835 al'41 primo lord dell'ammiragliato; e, formatosi (1846) il gabinetto di John Russell, suo genero, divenne lord del sigillo privato. Mentre si trovava in missione nella Svizzera, le condizioni d'Italia indussero il Palmerston a inviarlo nella penisola, con istruzioni il 18 settembre 1847, sperando d'evitare il peggio con accelerate riforme e anche costituzioni, se la libertà d'autodecisione dei popoli le avesse richieste. Lord Minto, portatosi a Torino, esorta Carlo Alberto (1ª metà d'ottobre) a rompere gl'indugi, giacché i pericoli della resistenza paiono maggiori di quelli delle concessioni. Passato a Firenze (seconda metà d'ottobre), contribuisce a calmare l'opinione pubblica eccitata dall'occupazione di Fivizzano e accoglie da esuli siciliani la richiesta d'aiuti da parte dell'Inghilterra, garante della costituzione del 1812. A Roma (novembre 1847-gennaio 1848), incoraggia Pio IX a perseverare nelle riforme, discute con lui della questione irlandese, gli propone una reale separazione nello Stato della Chiesa tra l'amministrazione civile e quella religiosa, e lo sollecita invano di consigliare Ferdinando II a dare una costituzione che sani la rottura tra Napoli e la Sicilia. Per aiutare a questo effetto lord Francis Napier, inviato inglese alla corte borbonica, nel febbraio 1848 è a Napoli, dove il re finge d'accettare il suo progetto di un ordinamento amministrativo della Sicilia autonomo e leggermente diverso da quello di Napoli, e invece comunica alle potenze di non voler violare i trattati del 1815 rompendo l'ordinamento unitario del regno (11 febbraio). D'altra parte il M., timoroso che i governanti siciliani istituiscano la repubblica o un regno del tutto indipendente, comunica al governo napoletano (13 febbraio) la possibilità di mediazione inglese sulla base di un parlamento siciliano autonomo per quanto riguarda gli affari dell'isola, di una giunta mista di Siciliani e Napoletani per le questioni comuni con Napoli, e di un luogotenente che può essere un principe borbonico o un preclaro siciliano. A tale disegno si oppongono tanto i rivoluzionarî siciliani quanto Ferdinando, che, nondimeno, per le pressioni dei suoi ministri e del M., concede il decreto del 6 marzo, ritenuto però insufficiente dai Siciliani. Ulteriori sforzi di mediazione del M., che si reca anche a Palermo (7 marzo) falliscono.
Ritornato in Inghilterra, conservò sino al 1851 la mansione di lord del sigillo privato, quindi ricoprì altre numerose cariche e assistette al progressivo affermarsi del figlio William Hugh come whig. Morì il 31 luglio 1859.
Bibl.: Times, 2 agosto 1859; Alsager Vian, in Dictionary of National Biography, VI; Correspondence respecting the affairs of Italy (1846-49) presented to both Houses of Parliament by Command of Her Majesty, July 1849, Londra (p. i, ii); Correspondence respecting the affairs of Naples and Sicily (1848-49), presented., ecc., May 4, 1849, Londra; N. Bianchi, Storia documentata della diplomazia europea in Italia dal 1815 al 1861, Torino 1965-1872, V, pp. 72-84, 148-160. Cenni nelle storie del 1848-49, in Italia, soprattutto in Sicilia (p. es., F. Guardione, Il dominio dei Borboni in Sicilia dal 1830 al 1861 in relazione alle vicende nazionali, Torino 1907, passim) e nei carteggi del D'Azeglio, del Gioberti ed altri.