PONTECORVO, Gillo
Regista del cinema italiano, nato a Pisa il 19 novembre 1919. Dopo anni di giornalismo in Francia e le regie di alcuni film di corto e medio metraggio, si propone felicemente all'attenzione della critica con un lungometraggio, La grande strada azzurra, 1957, tratto da un romanzo di F. Solinas, Squarciò, seguìto, nel 1960, da un film sui campi di concentramento, Kapò, in cui gl'impegni politici, sociali ed estetici di P. s'impongono attraverso un racconto di gusto neorealistico, secco e riarso anche nei momenti più lacerati, costruito abilmente sul rapporto costante singolo e coro, risolto con sicuro equilibrio narrativo. Lo stesso rapporto, in climi drammatici anche più meditati e maturi, sorregge, nel 1966, La battaglia di Algeri, Leone d'oro alla Mostra di Venezia, in cui il tema più caro a P., quello dell'oppresso che anela a liberarsi, è analizzato, attraverso il contesto storico e politico della rivoluzione algerina, con un'asciuttezza documentaria in cui sapientemente si fondono la cronaca diretta e l'ispirazione civile. Ancora oppressi e oppressori in Queimada, 1969, sanguigna avventura a sfondo coloniale ambientata nelle Antille primo Ottocento, ai tempi della dominazione portoghese; con uno stile, però, questa volta, in cui la dimostrazione è spesso in contrasto con il rigore e l'armonia narrativa. Dopo parecchi progetti non realizzati, tra cui una personale interpretazione della vita di Cristo, P. ha realizzato di recente Ogro (1979), un film sull'attentato terroristico in cui venne ucciso il primo ministro di Franco, Carrero Blanco.
Bibl.: D. Wilson, Politics and Pontecorvo, in Sight and Sound, n. 3, 1971.