BENCI, Ginevra
Figlia di Amerigo, nacque nell'agosto 1457 e andò sposa giovanissima nel 1474, quando il padre era già morto, a Luigi di Bernardo Niccolini, di quindici anni più anziano di lei, portando in dote 1400 fiorini.
Risulta da un protocollo del notaio Simone Grazzini da Staggia che il contratto nuziale fu stipulato a Firenze il 15 gennaio 1473: ma questa data, che segue lo stile fiorentino dell'incarnazione, corrisponde in realtà al 1474 (Camesecchi, p. 283): non è quindi la B. la "donna" di Luigi Niccolini morta il 17 agosto 1473, bensì la prima moglie di lui. Cade così la tesi del Ridolfi (p. 455) contraria all'identificazione dei ritratti della B. eseguiti, secondo il Vasari, da Leonardo e dal Ghirlandaio.
Luigi Niccolini, nel 1478 priore e nel 1480 gonfaloniere, aveva ricevuto in eredità dal padre nel 1470, insieme con i fratelli, una drapperia (Möller, p. 198); nel 1480 egli lamentava - ma è probabile che la dichiarazione sia senza valore specifico, dato che si tratta di una denuncia al Catasto - le sue cattive condizioni economiche, ricordando anche le spese che doveva sostenere per la moglie inferma. Egli, nel testamento del 31 marzo 1505, scritto poco prima della morte, dava ordine che venisse restituita alla moglie la dote, clausola non eseguita, se non in minima parte con un'ipoteca sulla drapperia. Della questione si ha ancora notizia fino al 1521, anno in cui la B. era morta (Möller, p. 199).
Una fonte ampia ed eloquente riguardo alla personalità della B. è costituita da una lettera (ed. Carnesecchi, pp. 293-296), scritta da Roma in data 12 agosto 1490 da un suonatore di viola che si sottoscrive "G. + H."; egli, che aveva conosciuto la B. molti anni prima a Firenze e che aveva mantenuto con lei una quasi regolare corrispondenza, racconta che in una conversazione con un gruppo di nobili dame, intorno a "quello che fa amare una donna", aveva portato ad esempio delle virtuose donne fiorentine proprio la B., fra la generale approvazione. Ella era quindi ancora molto nota e apprezzata negli ambienti culturali e altolocati, non soltanto di Firenze, ma anche di Roma; era, oltre che bella ed attraente, notevolmente istruita, amante della musica e della poesia. Che fosse ella stessa autrice di versi, come alcuni vogliono ricavare da un passo della lettera, è dubbio; è più probabile che si faccia riferimento a versi scritti per lei (Carnesecchi, p. 286). Dalla lettera risulta che non aveva avuto figliuoli.
"Alla Ginevra Benci" sono dedicati due sonetti di Lorenzo il Magnifico, "Segui, anima devota" e "Fuggendo Lot", che trattano entrambi il tema delle sue virtù. Il Möller mette la loro composizione in rapporto alla relazione di Lorenzo con Bartolomea Benci, moglie di Donato, zio della B., motivo di scandalo per tutta la città: il Magnifico avrebbe scritto i versi per calmare lo sdegno della virtuosa dama.
Ginevra Benci fu inoltre cantata da Bernardo Bembo, al tempo della sua prima ambasceria a Firenze negli anni 1475-1476. Ella aveva allora solamente 18 anni ed era da poco tempo andata sposa a Luigi Niccolini; anche Bernardo Bembo era sposato (per la seconda volta) ed aveva condotto con sé a Firenze il figliolo Pietro, già adolescente. Ma il sentimento che legò Bernardo alla Ginevra era un tipico esempio di "amor platonico", come si legge nella dedicatoria di Cristoforo Landino alla Xandra e nelle elegie in Appendice dei suo Canzoniere, nonché nelle elegie di Alessandro Bracci, il quale dice di lei: "Pulchrior hac tota non cernitur urbe puella / altera nec maior ulla pudicitia" (Epistola IV, ed. A. Perosa).
Una Ginevra Benci, detta la Bencina, compare anche in un aneddoto del Poliziano, da riferirsi al 1478, che la ricorda presente ai giochi di Piero di Lorenzo de' Medici: l'identificazione con la B., negata dal Wesselski (p. XVIII), è sostenuta dal Möller (p. 200).
Secondo questi dati, non vi sono ragioni "cronologiche" che contraddicano le notizie del Vasari a proposito dei ritratti eseguiti dal Ghirlandaio e da Leonardo. Del Ghirlandaio dice il Vasari (Vite, II, p. 1160) che riprodusse la B. nell'affresco della Visitazione della cappella del coro a S. Maria Novella: la sua figura non è oggi identificabileva tuttavia sottolineato che, poiché l'affresco fu eseguito dal Ghirlandaio intorno al 1488-90, è certamente inesatta la notizia del Vasari riguardo a una Ginevra "fanciulla".
Quanto al ritratto di Leonardo, il Vasari (Vite, II, p. 16: "ritrasse la Ginevra d'Amerigo Benci, cosa bellissima") trae la notizia dall'Anonimo Gaddiano, che la riprende a sua volta da Antonio Billi: lo si è voluto identificare con il ritratto femminile della galleria Liechtenstein di Vienna per il quale non è certa né l'identificazione del personaggio né la mano di Leonardo (per le diverse attribuzioni cfr. Möller, p. 209). Oltre che per l'identificazione dell'autore e del soggetto, anche per la datazione del quadro vi è discussione fra i critici: coloro che lo attribuiscono a Leonardo lo ritengono opera giovanile e lo considerano il ritratto di nozze della B., datandolo al 1474; il Castelfranco (p. 450) sposterebbe a più tardi la datazione; in questo caso Leonardo avrebbe dipinto Ginevra al tempo della sua lunga malattia negli anni 1478-1480. Si spiegherebbe in tale modo il "pathos" malinconico che si sprigiona da questo commovente ritratto.
Fonti e Bibl.: Angelo Polizianos Tagebuch (1477-1479), a cura di A. Wesselski, Jena 1929, pp. XVIII, 167 e n. 319; Christophori Landini Carmina omnia, ed. A. Perosa, Firenze 1939 (Nuova collezione dei testi umanistici inediti o rari, I); Alexander Braccii Carmina, ed. A. Perosa, Firenze 1944 (Nuova Collezione di testi umanistici inediti o rari, VII); Lorenzo de' Medici, Opere, a cura di A. Simioni, II, Bari 1914, pp. 117 s.; L. de Fabriczy, Il libro di Antonio Billi e le sue copie nella Bibl. Naz. di Firenze, in Arch. stor. ital., s. 5, VII (1891), p. 331; Id., Il codice dell'Anonimo Gaddiano, ibid., s. 5, XII (1893), p. 89; G. Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori et architetti, a cura di P. Pecchiai, I, Milano 1928, pp. 1160, 1168 s.; II, ibid. 1929, pp. 16, 37, 43; E. Ridolfi, Giovanna Tornabuoni e Ginevra de' Benci nel coro di S. Maria Novella in Firenze, in Arch. stor. ital., s. 5, VI (1990), pp. 426-56; P. Müller-Walde, Leonardo da Vinci, München 1889, p. 66, tav. 29; A. Della Torre, La prima ambasceria di Bernardo Bembo a Firenze, in Giornale stor. d. lett. ital., XXXV (1900), pp. 258-333; A. Rosenberg, Leonardo da Vinci, trad. inglese di J. Lohse, Bielefeld and Leipzig 1903, pp. 30 s., fig. 14; C. Camesecchi, Il ritratto leonardesco di G. B., in Rivista d'arte, VI (1909). pp. 426-56; I. Pintor, Le due ambascerie di Bernardo Bembo a Firenze e le sue relazioni coi Medici, in Studi letterari e linguistici dedicati a P. Rajna, Firenze 1911, pp. 685-813; O. Sirèn, Leonardo da Vinci. The Artist and the Man, New Haven-London-Oxford 1916, pp. 24-27; A. Venturi, Leonardo da Vinci pittore, Bologna s.d., pp. 19 s.; E. Möller, Leonardos Bildnii der Ginevra dei Benci, in Münchener Yahrbuch der Bildenden Kunst, XII (1937-38), pp. 185-209; A. Hinzelrnann, I ritratti femminili di Leonardo da Vinci, in Raccolta, Vinciana, XVII, Milano 1954, p. 27; G. Castelfranco, Momenti della recente critica vinciana, in Leonardo, Roma 1954, pp. 45-77; A. Chastel, Art et humanisme à Florence au temps de Laurent le Magnifique, Paris 1961, p. 407.