CUGINI, Gino
Nacque a Bagnone in Lunigiana (Massa Carrara) l'11 novembre del 1852 da Luigi, magistrato di Parma, fratello dei medici chirurghi Alessandro e Carlo, e da Clementina Crotti, che morì assai presto. Un profondo spirito di osservazione fu alla base della vocazione naturalistica sfociata poi nella laurea in scienze naturali che il C. conseguì a Bologna nel 1875. Subito dopo, nel novembre dell'anno successivo, egli vinse un concorso per un assegno di perfezionamento nell'università di Pisa, ma preferì inserirsi subito nell'insegnamento delle scienze fisiche e naturali nella scuola tecnica comunale di Bologna, posto che ricoprì per undici anni consecutivi, tutto il tempo cioè che rimase a Bologna.
Il 27 agosto 1878 sposò Cecilia Reversi di Parma, dalla quale ebbe quattro figli. Nel novembre 1880 fu nominato assistente dell'Orto botanico di Bologna; dall'80 all'83 lavorò con G. Gibelli, nel 1883-84, durante la vacanza della cattedra, ebbe l'incarico del corso ufficiale di botanica e dal 1884 all'87 fu collaboratore di F. Delpino.
Una lettera - del 29 dic. 1907 - di F. Cavara, suo allievo, lo descrive come un insegnante gradito agli studenti per l'ordine e la chiarezza espositiva, e come un buon tecnico capace di consigliare i migliori metodi per il lavoro al microscopio (in L. Macchioli, Cenni... del prof. G. C., Modena 1908).
Ancora molto giovane partecipò con successo ad un concorso per la cattedra di botanica dell'università di Genova. Conseguì poi la libera docenza nell'ateneo modenese (decreto del 27 giugno 1888) e tenne numerosi corsi liberi di insegnamento; dopo la morte di A. Mori ebbe l'incarico ufficiale dell'insegnamento della botanica e della direzione dell'Orto botanico.
L'ambiente accademico di Bologna riconobbe l'operosità e la competenza dei C., affidandogli le cariche di segretario della Società agraria e del Consiglio agrario, di delegato antifilosserico e di membro della commissione ampelografica; a Modena la Società dei naturalisti e matematici lo accolse tra i soci ordinari fin dal 1887e l'Accademia di scienze lettere ed arti lo iscrisse alla categoria dei soci attuali nella adunanza del 26nov. 1898. Fu socio della Società botanica italiana fin dal 1890, anno della sua fondazione.
Il C. fu inoltre per molti anni uno degli uomini più in vista dello schieramento di Sinistra e dal 1897 al 1900 ricoprì in Modena l'ufficio di assessore municipale all'igiene; fu anche commissario governativo della giunta di vigilanza dell'Istituto tecnico, membro dei Consiglio sanitario provinciale, delegato antifilosserico e membro di altre conimissioni locali.
Nel 1887 vinse il concorso per titoli come direttore della Stazione agraria sperimentale di Modena; quando, nel novembre di quell'anno, assunse l'incarico, comprese di doversi impegnare a fondo per dare alla Stazione, in condizioni di evidente inefficienza, un ruolo attivo: cominciò col creare un servizio di controllo per le sementi agrarie acquistando una serie di apparecchi già in uso nei più importanti laboratori europei; diede poi impulso maggiore al lavoro di analisi delle sostanze alimentari e delle piante agrarie, per il quale riuscì anche a Finvenire fin dal maggio dell'89 i locali adatti.
Nel 1890 aveva ideato un eccellente germinatore al caolino, poi adottato in importanti Stazioni di controllo europee, che presentava incontestabili vantaggi, fra i quali quello di poter essere sterilizzato nelle stufe a secco.
Classificò un gran numero di funghi parassiti delle piante, d'Insetti ed Acari dannosi alle colture agricole; mise insieme una ricca collezione di funghi Imenomiceti utili e dannosi, che conosceva come pochi in Italia; attese con zelo l'incremento dei museo della Stazione agraria soprattutto per quel che riguarda i cereali, i foraggi e i reperti teratologici e raccoglieva perciò le più singolari anomalie e mostruosità delle piante. Alle ricerche che venivano eseguite in laboratorio univa quelle sul campo dapprima nell'orto annesso ai modesti locali di via della Modenella 2, poi, quando l'istituzione cambiò sede per allogarsi in palazzo Valentini in via Farini 11, nel podere Vaciglio, e negli ultimi anni, quando già la Stazione agraria aveva una sua decorosa sede in via Stimmate 19, nel podere di San Cesareo.
Convinto dell'importanza delle Stazioni agrarie, il C. valutava l'incremento e i limiti d'azione che dovrebbero avere tali istituzioni e sosteneva la necessità di un insegnamento nelle scuole superiori di agricoltura rispondente a una specie di biografia delle piante agrarie. Si adoperò per dare agli agricoltori della provincia di Modena e fuori, volgarizzandole, mediante conferenze, quelle cognizioni tecnico-pratiche che la sua larga cultura scientifica gli permetteva di esporre in forma piana e talvolta elegante, soprattutto in quel che riguarda i rimedi più efficaci per combattere la peronospora e le altre malattie della vite. Seguendo questo indirizzo, aveva dato alle stampe (Casale 1898) un manuale su La conservazione dei foraggi allo stato fresco, che ottenne una medaglia di bronzo nella Esposizione agraria di Mantova nella primavera del 1902.
Nella produzione scientifica dei C. si possono individuare tre filoni di ricerca: un primo è quello della morfologia e anatomia vegetale come appare nello studio di alcune particolarità riscontrate nei tricomi della Piatago, della struttura dell'inflorescenza e del fiore femminile di Dioon edule Lindl. e della forma e della struttura degli organi fiorali e dei frutto di Zea mays L.
Un secondo aspetto della sua produzione, frutto di una particolare predilezione, in cui tuttavia il desiderio di approfondimento non giunge sempre a realizzazione, è l'arduo campo della fisiologia e della fitochimica; ne fanno testimonianza gli scritti sull'alimentazione delle piante cellulari, sull'azione degli anestetici sugli organi irritabili delle piante, sulla materia colorante del Boletus luridus L., sulla presenza dell'idrogeno tra i prodotti della fermentazione alcoolica, sull'impiego della luce violetta nella coltivazione delle piante, su alcune azioni fermentative a bassa temperatura e sulla presenza del ferro nelle piante.
Un terzo indirizzo certamente legato all'ambiente della Stazione agraria di Modena è quello che riguarda i danni prodotti nelle coltivazioni da agenti patogeni. Questi argomenti, già affrontati in un lavoro del 1876, prendono sviluppo con quello sui danni prodotti al frumento nel Bolognese da Raphidospora herpotricha Fuck. e dall'insetto Cephus pigmaeus Lat. nel Modenese, quelli sul mal nero delle viti, sul seccume dei grappoli, sulla malattia del castagno, già studiata da G. Gibelli e dall'Antonelli ed altri.
Un aspetto, questo della patologia, che non si discosta, nei suoi fini, da quello della botanica applicata all'agricoltura, che aveva già attirato l'attenzione del C. nel 1880e 1881, come testimoniano i suoi lavori sulla vita dei cereali, sulla sfogliatura e sugli effetti della cimatura nel granturco. A questa categoria di contributi pratici vanno uniti quelli, scritti da solo o in collaborazione con F. Todaro, sui temi connessi al commercio delle sementi.
Gli ultimi anni della vita del C. sono caratterizzati da una minore operosità da attribuirsi a un affievolimento dei suoi interessi dopo la perdita della moglie nel maggio 1902, anche se talvolta vagheggiava lavori di ampio respiro, come una illustrazione monografica di Zea mays L., soprattutto nei riguardi della teratologia o una sperimentazione sull'influenza esercitata da alcune radiazioni sulla germinazione dei semi e sull'accrescimento vegetale.
Dedicava alla pittura, di cui era un passionato ed intelligente cultore, le poche ore di tempo libero, come fanno testimonianza i molti suoi paesaggi; egli esprimeva così, ancora una volta, il suo spirito di attenta osservazione della realtà.
Morì suicida a Modena il 27 ott. 1907.
Del C. ricordiamo: Sulla presenza costante dell'idrogeno tra i prodotti della fermentazione alcoolica; Sull'impiego della luce violetta nelle coltivazioni delle piante e Di alcune azioni fermentative a bassa temperatura. Esperienze del prof. F. Selmi, in La Scienza applicata, I (1876); Sull'alimentazione delle piante cellulari, in Nuovo Giorn. bot. ital., VIII (1876), pp. 77-140, 261-320; Sulla materia colorante del Boletus luridus L., in Gazzetta chimica ital., VII (1877), p. 4; Descrizione di alcune particolarità anatomiche riscontrate nei peli delle piante spettanti al genere Plantago, in Nuovo Giorn. bot. ital., IX (1877), pp. 82-90; Sopra una malattia che devasta i castagneti italiani, in Giornale agrario ital., XII (1878), p. 7; La vita dei cereali, Bologna 1880; Ricerche sul mal nero della vite, ibid. 1881; Intorno all'azione dell'etere e del cloroformio sugli organi irritabili delle piante, in Nuovo Giorn. bot. ital., XIII (1881), pp. 288-291; Nuovi studi sul mal nero della vite (estr. dal Giorn. d'agricoltura industria e commercio, XIX[1882]), Bologna 1883; Ilmal nero della vite, in L'Agricoltura italiana, VIII (1882), fasc. 97-99, pp. 587-601, 650-663; Sulla sfogliatura del grano turco, in Annali d. Soc. agr. di Bologna, XXII (1883)., pp. 29-48; La peronospora della vite. Memoria, ibid., XXIII (1884), pp. 1-11; Descrizione anatomica dell'infiorescenza e del fiore femmineo del Dioon edule Lindl., in Nuovo Giorn. bot. ital., XVII (1885), pp. 29-43; Intorno ad alcune malattie osservate su piante da giardini nell'anno 1885, in Boll. d. R. Soc. toscana di orticoltura, XI (1886), pp. 113-117; Intorno ad una malattia delle viti detta mal nero, sviluppatasi in Toscana (estr. da L'Agricoltura pratica, 1886, nn. 17-18), Firenze 1886; Notizie intorno alle malattie osservate in piante coltivate nel Modenese nel 1888, in Boll. d. Staz. agr. di Modena, VIII (1888), pp. 95-111; Principali insetti dannosi all'agricoltura osservati nell'anno 1888 in provincia di Modena (in collaborazione con L. Macchiati), ibid., pp. 112-30; Istruzione popolare per combattere la peronospora della vite, ibid., IX (1889), pp. 1 ss.; Di un insetto dannoso al frumento recentemente comparso nella provincia di Modena, ibid., pp. 1-7; La scelta del controllo delle sementi agrarie, ibid., pp. 11-15; Descrizione della forma e struttura degli orgarti fioreali e del frutto della Zea Mays, ibid., pp. 110-139; I rimedi da preferirsi contro la peronospora della vite, in Ann. d. Soc. agr. di Bologna, XXVIII (1889), pp. 98-105; Descrizione di un nuovo apparecchio per le prove di germinazione delle sementi, in Le Staz. sperimentali agr. it., XIX (1890), pp. 609-614; Notizie intorno agli insetti, acari e parassiti vegetali osservati nelle piante coltivate e spontanee del Modenese dill'anno 1890ed alle malattie delle piante coltivate prodotte da cause non perfettamente note (in coll. con L. Macchiati), in Boll. d. R. Stazione agraria di Modena, XI(1890), pp. 89-107; Sull'istituzione delle stazioni di controllo al commercio delle sementi agrarie presso la R. Stazione agraria di Modena, ibid., X (1890), pp. 1-28; La bacterosi dei grappoli della vite (in coll. con L. Macchiati), in Le Staz. sperimentali agr. it., XX (1891)., pp. 579-582; Sugli effetti della cimatura nel grano turco, ibid., XXIII (1892), pp. 561-567; Intorno al modo di esistere del ferro nella pianta, ibid., XXVIII (1895), pp. 649-652; La scelta delle sementi agrarie e le frodi che si commettono nel commercio di esse, in Boll. d. R. Staz. agr. di Modena, 1895, n. 1, pp. 1-47; Risultati delle analisi di sementi fatte nella Staz. agr. di Modena dal 1° maggio 1890 al 30 apr. 1895 (in coll. con F. Todaro), in Le Staz. sperim. agr. it., XXVIII (1895), pp. 322-340; Sul valore agrario dei semi di frumento (in coll. con F. Todaro), ibid., XXIX (1896), pp. 5-24; La Selerospora macrosora Sacc. parassita della Zea Mays (in coll. con G. B. Traverso), ibid., XXXV (1902), pp. 46-49; Di un insegnamento da introdursi nelle scuole superiori di agricoltura, in Boll. quindicinale della Soc. degli agric. ital., IX (1904)., pp. 788-791.
Bibl.: Necr., in Boll. d. Soc. botan. ital., 1907, pp. 84s.; in Le Stazioni sperim. agr. ital., XL (1907), 8-12, pp. 673-688; in Atti d. Soc. dei natural. e matem. diModena. s. 4, IX (1907). pp. 1-21; P. A. Saccardo, Storia della botanica in Italia, Venezia 1895, p. 58; A. De Gubernatis, Dict. international des écrivainsdu mondelatin, Rome-Florence 1905, p. 407; G. B. Traverso, in Bibliotheca Mycologica, in P. A. Saccardo, Sylloge fungorum, Patavii 1892-1905, X, pt. II, p. XVI; XVIII, pt. VI, p. XXIX; G. Ricci, in litteris (Aulla, Massa Carrara); U. Pagni, in litteris (Bagnone, Massa Carrara).