GORINI, Gino (Luigino)
Nacque a Venezia il 22 giugno 1914 da Manlio e Maria Caprioli. Dopo aver compiuto gli studi nella città natale, diplomandosi in pianoforte con G. Tagliapietra (1931) e in composizione con M. Agostini (1933) presso il liceo civico musicale B. Marcello, si perfezionò con V. Horowitz e G.F. Malipiero.
Intraprese la carriera concertistica nel 1929, con un recital al Circolo artistico delle prigioni di Venezia, immediatamente apprezzato dalla stampa, conquistando il premio Consolo nel 1935 e quello di Vienna nel 1948. Docente di pianoforte principale dal 1939 al 1979 presso il conservatorio veneziano B. Marcello, proseguì l'attività didattica tenendo corsi di perfezionamento a Perugia; inoltre fece parte della giuria di vari concorsi, fra i quali il Città di Treviso, da lui vinto nel 1960.
Subito dopo la seconda guerra mondiale il G. costituì un duo pianistico con S. Lorenzi, morto improvvisamente nel 1974; continuò quindi a suonare con E. Bagnoli.
Morì a Venezia il 27 genn. 1990.
Il repertorio solistico e cameristico del G., in cui brilla per assenza soltanto la seconda scuola di Vienna, spaziava dal classicismo al romanticismo, dai compositori spagnoli ai francesi del gruppo dei Sei, da A. Casella a P. Hindemith, da G. Gershwin agli autori russi del Novecento, fra cui S. Rachmaninov, con massicce presenze di F. Busoni e F. Liszt, senza per questo disdegnare le trascrizioni per duo né la letteratura, apparentemente facile, per l'infanzia e la gioventù. Limitata appare la discografia, mentre le centinaia di concerti tenuti in tutto il mondo nel corso di sessant'anni, insieme con le numerose registrazioni per la RAI (circa duecentocinquanta), abbracciano quasi tutta la letteratura per tastiera.
Dotato di una tecnica cristallina e sicura, esecutore abituale delle prime assolute di compositori veneziani e milanesi affermati o meno noti, non soltanto era l'interprete ufficiale di Malipiero, ma ne "collaudava" al pianoforte le composizioni prima della stampa, come si evince dal carteggio, che comprende fra l'altro la corrispondenza con A. Benedetti Michelangeli, B. Bettinelli, A. Casella, F. D'Amico, M. Mila, G. Petrassi, N. Sanzogno, V. Vitale, e molti altri.
Bella e infedele, a giudicare dalle annotazioni di suo pugno alle partiture di studio, la lettura del G. sembra tanto più interventista quanto meno risulta solido lo status estetico dei pezzi; agli autori italiani del Novecento spetta il record dei tagli e delle modifiche all'agogica, alla dinamica, agli abbellimenti e perfino all'assetto armonico.
L'attività di compositore, iniziata nel 1931, proseguì con il debutto all'estero nel 1934, avvenuto con un'esecuzione berlinese del Concertino scritto l'anno prima. La sua produzione non riguarda esclusivamente il pianoforte, ma è destinata anche a formazioni ricercate o a complessi cameristici di vario tipo - la voce, il quartetto, le percussioni, l'impasto di fiati e, naturalmente, l'orchestra - e comprende generi diversi quali la cantata, la musica di scena, la colonna sonora cinematografica.
Anche in questo caso, il G. sembra non aver guardato né alla rigida Vienna di A. Schönberg né alla plumbea scuola di Darmstadt, ben rappresentata a Venezia da L. Nono, ugualmente allievo di Malipiero. A parte la rivisitazione del classicismo bachiano attraverso Busoni, del Seicento italiano e della modalità, della musica a programma e dell'Albumblatt ottocentesco, accanto a qualche tratto spericolatamente virtuosistico della scrittura per tastiera, nella produzione e nell'attività concertistica del G. si riscontra piuttosto un divertito interesse per il jazz, testimoniato fin dai primi anni Trenta dall'esecuzione in tutta Italia della Rhapsody in blue che G. Gershwin aveva composto nel 1924. Più tardi, i ritmi afroamericani risuonano nei due blues, nel terzo movimento del Quintetto del 1946 e in uno dei Cinque studi pubblicati nel 1960, senza contare la revisione pianistica e l'applaudita partecipazione alla Biennale musica alla prima di Treemonisha (Mestre, settembre 1979, teatro Toniolo), la rag-opera che S. Joplin aveva steso nel 1911.
Composizioni edite (a Milano): Due invenzioni (per pianoforte e piccola orchestra, 1938); Introduzione e arioso (per orchestra, 1939); concerto per violino e orchestra (in trascrizione per violino e pianoforte, 1940); sonata per violoncello e pianoforte (1942); Dieci preludi brevi (per pianoforte, 1942); concerto per pianoforte e orchestra (1953); Cinque studi (per due pianoforti, archi e percussioni, 1960); Ricercare e toccata (per pianoforte, 1961); Horrida tempestas (per flauto e baritono, testo di Orazio, 1963); Serenata (per clavicembalo o pianoforte, timpani e orchestra, 1973).
Scrisse inoltre il saggio: La musica pianistica di Malipiero (in Omaggio a Malipiero, a cura di M. Messinis, Firenze 1977, pp. 115-129).
Composizioni inedite: Tempo di sonata (per violino e pianoforte, 1931); Tartarin de Tarascon (poema sinfonico, 1931); La Gorgona (testo di Sem Benelli, per soprano, tenore, baritono e pianoforte, 1932); Maschere (suite per piccola orchestra, 1932); Due stanze (per coro misto e pianoforte, testo di A. Poliziano, 1932); Tre omaggi (per orchestra, 1933); Concertino (per pianoforte, ottavino, oboe, fagotto, tromba e percussioni, 1933); Preludio, aria e capriccio (per quartetto d'archi, 1933); Due studi (per violino e pianoforte, 1933); Contrasti (per flauto, oboe, fagotto, violino e viola, 1933); Suite (per pianoforte e piccola orchestra, 1933); Due studi modali ovvero Due studi da concerto (per pianoforte e archi, 1934); Berceuse (dai canti popolari toscani, per soprano e pianoforte, 1934); Suite (per violino e orchestra, 1934); Divertimento (per otto strumenti, 1935); Sinfonia (1935); Concerto (per flauto e orchestra, 1935); Sonata (per pianoforte 1936); Quartetto (1936); Allegro giusto (per quattro viole, fagotto, violoncelli e contrabbasso, 1937); Tre stanze (per coro misto a cappella, A. Poliziano, 1938); Rappresentazione di s. Giovanni Battista (per soli, coro e orchestra, F. Belcari, 1938); Mirra (per coro, V. Alfieri, 1940); Partitaper una commedia di C.Goldoni (per tenore e orchestra, 1940); musiche di scena per Il poeta fanatico (per soli, coro e orchestra, (Goldoni, 1941); Ricercare (per pianoforte, 1942); Dieci strambotti facili (per pianoforte, 1942); Trenta studi (per pianoforte, 1943); Sonata (per viola e pianoforte, 1944); Lontananza e In un boschetto (per soprano e pianoforte, Saffo, 1945); Canto notturno (per violoncello e pianoforte, 1945); Quintetto (per quartetto d'archi e pianoforte, 1946); Pavana (per violino e pianoforte, 1946); Preludio delle campane (per pianoforte, 1946); Carmen II e Carmen VII (per voce e arpa, 1962); Concerto (per viola, pianoforte e orchestra, 1974); Sonata (per violino solo, 1977); Canto notturno e toccata mattutina (per pianoforte, 1985). Compose inoltre la musica per i documentari Arte contemporanea (regia di F. Pasinetti, 1948); per i film Ombre sul Canal Grande (regia di G. Pellegrini, 1951) e Sulle rotaie (produzione Forges Davanzati, 1952).
Discografia (come solista o in duo con S. Lorenzi): I. Albéniz, Iberia, Cetra LPC 55032, 55032 A; J. Brahms, Variazioni sopra un tema di Haydn (per due pianoforti); R. Schumann, Studi in forma di canone, Durium DB 1565; J. Brahms, Danze ungheresi (per pianoforte a quattro mani); A. Dvořák, Danza slava (per pianoforte a quattro mani); C. Debussy, Petite suite (per pianoforte a quattro mani); D. Šostakovič, Concertino op. 94 (per due pianoforti), Ars Nova VST 6180; F. Busoni, Fantasia contrappuntistica, Improvvisazione sul corale di Bach "Wie wohl ist mir, o Freund der Seele", Fantasia per un orgelwalze, Duettino concertante (opera completa per due pianoforti), Arcophon AM 665; M. Clementi, Sonate per pianoforte a quattro mani op. 3 (nn. 1 e 2) e op. 14 (nn. 1 e 3), Arcophon AC 689; M. Clementi, Sonatine per pianoforte solo op. 36, 37, 38, Arcophon AC 673; G.F. Malipiero, Dialoghi con Jacopone da Todi (per soprano e due pianoforti), Dialoghi (per due pianoforti), Columbia QCX 10329 (con Anna Moffo); G.F. Malipiero, La notte deimorti dai Poemi asolani, Barlumi, Tre preludi a una fuga, Risonanze, Hortus conclusus, Cinque studi per domani, Arcophon AC 688; I. Stravinskij, Sonata per duepianoforti, Tre pezzi facili e Cinque pezzifacili (per pianoforte a quattro mani), Concerto (per due pianoforti; opera completa per duo pianistico), ERI LPU 01002.
Fonti e Bibl.: A.L. Bellina, G. G.: l'eredità diun pianista, in Veneziaarti, V (1991), pp. 97-103; Id., G. G.: un pianista, un compositore, unmaestro, Venezia 1991; C. Schmidl, Diz. universale dei musicisti, Supplemento, p. 370; La musica. Diz., I, p. 827; TheNew GroveDictionary of music and musicians, VII, pp. 540 s.; La nuova enciclopedia della musica, Milano 1983, p. 317; Diz. encicl. universale della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 274.