Ginocchio
Il ginocchio è la regione dell'arto inferiore in cui si realizza l'articolazione fra coscia e gamba. L'articolazione del ginocchio è costituita dai condili femorali, dalla tibia, dalla rotula, dalla capsula articolare, da due menischi, dai legamenti (rotuleo, collaterale interno ed esterno, crociati; v. il capitolo Arti inferiori, Ginocchio). Consente movimenti di estensione (180°), di flessione (130°-140°) e di rotazione (60°-70°).
di Rosadele Cicchetti
Come tutte le articolazioni, quella del ginocchio si è resa necessaria per garantire l'unione e la mobilità reciproca di diversi segmenti scheletrici; essa in particolare, funzionando da cerniera, assicura il perfetto equilibrio tra stabilità e flessibilità degli arti inferiori durante la locomozione. Già negli Anfibi, gli arti (v. arto), che hanno avuto origine dalla trasformazione delle pinne pari, pettorali e pelviche, di alcuni Pesci ossei (Osteitti), presentano la disposizione tipica a tre segmenti (braccio, avambraccio e mano nell'arto anteriore; coscia, gamba propriamente detta e piede nell'arto posteriore). Modificazioni successive rispondono a specifiche necessità di adattamento ai diversi tipi di locomozione, come il volo o il ritorno alla vita acquatica o il perfezionamento della locomozione terrestre. La prima modificazione porta l'arto dalla primitiva posizione della pinna, parallela all'asse del corpo, a una trasversale, ad angolo retto con il corpo. Successivamente tibia e fibula si flettono a livello della futura articolazione del ginocchio e l'animale è così in grado di sollevare, anche se di poco, il corpo da terra: la locomozione è ancora piuttosto faticosa, con spostamenti in avanti e indietro degli arti e piegamenti della colonna vertebrale. Un ulteriore progresso si ha con la rotazione in avanti della mano e del piede, posizione che si conserverà per molto tempo in Anfibi e Rettili primitivi. Già nella rana, gli arti posteriori non offrono un unico punto di appoggio, ma sono allungati e partecipano attivamente alla locomozione. Quando tutto l'arto tende a ruotare per disporsi di nuovo parallelamente al corpo, il femore ruota cefalicamente e il ginocchio forma un angolo aperto posteriormente; anche mano e piede ruotano anteriormente, consentendo all'ultimo segmento di poggiare interamente sul terreno. Questa posizione, presente per es. nel coccodrillo, si è conservata nell'arto posteriore degli Uccelli ed è abituale nei Mammiferi. In alcune specie di Uccelli e nei Mammiferi è presente la rotula, un osso sesamoide articolato con il femore, legato da un tendine alla cresta della tibia e su cui si inserisce il tendine del muscolo estensore della coscia (in origine l'inserzione del tendine avveniva, invece, direttamente sulla tibia). La rotula, oltre a proteggere l'articolazione dall'azione di frizione del tendine, limita la mobilità articolare, non consentendo un'estensione superiore ai 180°. Le numerose modificazioni anatomiche, in particolare a carico dell'apparato locomotore, rese necessarie nell'uomo dalla deambulazione eretta possono essere evidenziate dal confronto con lo scheletro di una scimmia antropomorfa. Nell'uomo il peso viene scaricato agli arti inferiori dal bacino, che si fa più largo; il ginocchio assume così una funzione di primaria importanza, perché riceve il peso del corpo dal femore e lo trasmette al piede attraverso la tibia. L'asse del femore è inclinato rispetto all'asse longitudinale della tibia, che ha direzione quasi verticale, formando a livello del ginocchio un angolo aperto esternamente di circa 170°. Questa inclinazione del femore, molto diversa da quella delle scimmie antropomorfe, consente di tenere le gambe sotto al corpo e di assumere una postura e una deambulazione erette.
di Rosadele Cicchetti
L'arto inferiore si forma da una gemma posta nella regione lombosacrale, in un secondo tempo rispetto all'arto superiore. Questo abbozzo compare già alla 4ª settimana e mentre esso continua ad allungarsi compaiono le pieghe del ginocchio, ancora prima che siano evidenti i tre segmenti - coscia, gamba e piede - che costituiranno l'arto. Inizialmente, la piega del ginocchio è rivolta lateralmente; successivamente, per consentire la disposizione della massa muscolare estensoria anteriormente, l'arto ruota in senso lateromediale e la piegatura del ginocchio viene a disporsi posteriormente. L'articolazione si forma nel punto in cui le due cartilagini che daranno origine, rispettivamente, a femore e tibia arriveranno in contatto al termine dell'accrescimento. Il tessuto mesenchimale che si trova tra le ossa in via di sviluppo si differenzia dando origine, in periferia, alla capsula fibrosa e, al centro, alla cavità articolare; le cellule che rivestono la capsula fibrosa e le superfici articolari formano, invece, la membrana sinoviale. Le superfici all'interno delle articolazioni rimangono cartilaginee, mentre le restanti parti delle ossa vanno incontro a progressiva ossificazione.
(Red.)
La patologia del ginocchio comprende deformità congenite o, più frequentemente, acquisite. Relativamente frequenti sono le condizioni di valgismo (deviazione in dentro) e di varismo (deviazione in fuori) del ginocchio: nel primo caso, ad arto completamente esteso, l'asse femorale forma con l'asse tibiale un angolo, aperto all'esterno, minore di 170°; nel secondo caso, l'asse femorale e l'asse tibiale formano un angolo aperto verso l'interno. Ambedue le condizioni possono avere cause malformative, traumatiche (consolidazione viziosa di fratture) o patologiche acquisite (rachitismo, osteomielite). Rilevanti per frequenza e importanza sono le lesioni traumatiche (fratture, lussazioni, strappamento della capsula articolare e dei legamenti, rottura dei menischi, distorsioni ecc.). Notevole importanza hanno anche le artriti (reumatoidi, infettive, degenerative e da turbe metaboliche), mentre piuttosto rari sono i tumori delle ossa o della capsula articolare. Le lesioni sono accompagnate da segni più o meno caratteristici (idrartro, emartro, limitazione o abolizione dell'escursione articolare). Con la locuzione 'ginocchio a scatto' si indica un sintomo comune a diverse malattie articolari (capi liberi articolari, lussazione del menisco ecc.), caratterizzato dall'arresto improvviso di un movimento di flessione o di estensione.
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