Pittore (Genova 1600 - ivi 1649); discepolo prima di L. Borzone e poi di A. Ansaldo, alla sua formazione contribuì certo l'esempio dei lombardi Procaccini, Cerano, Morazzone, nonché quello dello Strozzi; in seguito non rimase insensibile al naturalismo dei caravaggeschi. Molte delle sue numerose opere sono perdute o non identificate. Intorno alle opere certe superstiti (i Profeti e gli affreschi con David e Abimelec e con s. Pietro che risana lo storpio, nella Ss. Annunziata, a Genova; pala d'altare nei SS. Cosma e Damiano, a Genova), la critica moderna ha ricostruito la vivace personalità dell'A. attribuendogli, tra l'altro, il Martirio di s. Bartolomeo (Genova, Acc. ligustica), la Circoncisione (Milano, Brera), Caino e Abele (Brunswick), Giobbe deriso (Budapest), Adorazione dei pastori (Piacenza, Museo civico). È il maggior pittore genovese della prima metà del Seicento.