BASEVI, Gioacchino
Nacque a Mantova il 29 maggio 1778. Compiuti gli studi di giurisprudenza, si dedicò all'esercizio della professione forense raggiungendo presto la notorietà. Nel 1810 fu designato a difendere il patriota tirolese Andrea Hofer, deferito al tribunale militare di Mantova sotto accusa di aver provocato e diretto la rivolta antifrancese dei Tirolesi nel novembre 1805.
Poiché lo Hofer aveva rifiutato di scegliersi un avvocato difensore, il B. fu nominato d'ufficio la mattina stessa del giorno 19 fqbbraio nel cui pomeriggio si doveva tenere il processo. Il B. poté quindi avere solo brevi contatti con l'imputato, ma riuscì a tenere un'arringa appassionata e stringente (se ne conservano gli appunti originali nel Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck: cfr. A. Granichstaedten), attribuendo a comprensibile diffidenza verso notizie sparse ad arte per stroncare la resistenza tirolese la continuazione della lotta da parte dello Hofer dopo la pace di Vienna del 14 ott. 1809. Lo Hofer infatti si era sottomesso il 4 novembre, appena avuta notizia sicura della pace dall'arciduca Giovanni, e il B. poteva perciò respingere l'accusa, non provata, di una sua partecipazione diretta ai successivi moti antifrancesi in Passiria, e sostenere anzi che egli aveva dovuto interrompere, sotto gravi minacce, la sua opera di pacificazione. Elevò anche protesta per la procedura usata, senza istruttoria e senza testimoni a discarico. Lo Hofer, condannato alla pena capitale, perché già l'11 febbraio Napoleone aveva ingiunto di fucilarlo, espresse la sua gratitudine al B. per l'impegno che aveva manifestato nella sua difesa. L'esecuzione ebbe luogo il giorno successivo al processo, il 20 febbr. 1810.
Dopo il 1815, con la soppressione delle libertà introdotte in Italia dalle armi napoleoniche e il ritorno della Lombardia sotto il dominio assolutistico dell'Austria, il B. abbandonò l'esercizio della professione e, recatosi a Milano, vi svolse attività di consulente, cosi come già facevano il Romagnosi e il Marocco.
Si dedicò anche allo studio del diritto, e frutto di queste ricerche fu Dello scioglimento de'feudi nel territorio che fu della Repubblica Cisalpina, Milano 1848, che riprendeva un tema che era a quell'epoca di qualche attualità. Nel 1845 aveva pubblicato a Milano Annotazioni pratiche al codice civile austriaco, opera che ebbe successo, soprattutto nella classe forense, e che raggiunse ben sette edizioni (l'ultima, la settima, con note di F. C. Gabba, Milano 1859, in due volumi). A questi studi di diritto civile si collega una altra opera tenuta in buona considerazione e pubblicata a Milano nel 1848 (seconda edizione, ibid. 1850) con il titolo Delle leggi attinenti il processo civile, dove il B. fa una chiara e analitica esposizione di diritto processuale, secondo un sistema metodologico allora imperante di mettere a raffronto i principi del diritto romano con le norme della legislazione francese e austriaca. Egli pubblicò inoltre una Proposta di una nuova legge ipotecaria fatta dalla commissione nell'assemblea legislativa di Francia (Milano 1850) e una Spiegazione della legge di cambio del 25 genn. 1850 (Milano 1850; successive edizioni, ibid. 1853 e 1858), che è un'accurata esegesi della legge di cambio austriaca..
Tra i suoi pareri legali, la Consultazione sulle rendite iscritte sul Monte Lombardo-Veneto a favore di dodici duchi dotatari (Milano 1861) merita di essere segnalata per la stringatezza delle argomentazioni e l'acume giuridico con cui il B. interviene in una questione di diritto internazionale privato sorta con la pace di Vienna (1815) e la scomparsa del Regno italico.
Il B. non rimase estraneo ai moti patriottici per l'unità d'Italia e nel 1848 rappresentò Mantova nella commissione istituita dal Governo provvisorio della Lombardia per preparare il progetto della legge elettorale: in questa occasione sedette tra i repubblicani, e notevoli furono i suoi interventi e contributi ai lavori della commissione, anche se, proprio per l'atteggiamento dei repubblicani, l'attività di questa non approdò a risultati costruttivi.
Israelita, il B. si occupò anche di esegesi e ricerche bibliche che apparvero sull'Educatore. Nel 1859, dopo l'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna, fu nominato da Vittorio Emanuele II ufficiale dell'ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Il B. morì a Milano l'8 febbraio dell'anno 1867.
Bibl.: F. Servi, Gli israeliti d'Europa nella civiltà, Torino 1872, pp. 574 s.; P. Del Giudice, Fonti: legislazione e scienza giuridica dal sec. XVI ai nostri giorni, in Storia del diritto italiano, diretta da P. Del Giudice, II, Milano 1923, p. 326; I. Caracciolo, Andrea Hofer nella insurr. antibavarese del 1809, Bologna 1928, p. 226; E. Li Gotti, G. Berchet e la Commissione per la redaz. del progetto elett. a Milano nel 1848, in Rass. stor. del Risorg., XXVII (1940), pp. 635-641; R. Granichstaedten-Czerva, Der Prozess gegen Andreas Hofer juristisch-historisch dargestellt, Innsbruck 1949, passim (con bibl.); O. Stolz, Gesch. des Landes Tirol, I, Innsbruck-Wien-München 1955, pp. 598 s.; Diz. d. Risorg. naz., II, pp. 197.