OLIMPICI, GIOCHI (XXV, p. 277; App. II, 11, p. 453)
Nelle edizioni XV, XVI e XVII dei Giochi Olimpici, molti risultati che in passato sembravano irraggiungibili sono stati superati non da uno, ma da numerosi atleti. Il continuo miglioramento dei records ha fatto registrare tempi che sembrano al limite delle possibilità umane, e che hanno suscitato interesse e discussioni non soltanto tra gli appassionati di sport, ma anche tra gli scienziati. Le prime indicazioni in questo senso si ebbero con l'Olimpiade di Helsinki (1952), nel corso della quale furono battuti ben 24 primati olimpici di atletica, e 6 mondiali, 4 dei quali da donne. Varî primati furono migliorati anche nel sollevamento pesi, e 11 nel nuoto, 5 dei quali da donne. Il fatto nuovo dei Giochi di Helsinki, ai quali parteciparono atleti di 69 nazioni, fu l'intervento dell'Unione Sovietica (i Russi erano stati presenti soltanto all'Olimpiade di Stoccolma del 1912, cioè prima della rivoluzione), e di numerosi paesi afroasiatici. L'URSS conquistò 22 medaglie d'oro, 30 d'argento e 17 di bronzo, e fu superata soltanto dagli Stati Uniti (40 medaglie d 'oro, 19 d'argento e 17 di bronzo), che ottennero risultati eccezionali nell'atletica, nel nuoto e nel pugilato. Sorprendente fu pure il rendimento della rappresentativa ungherese (16 medaglie d'oro, 10 d'argento e 16 di bronzo). In particolare, l'Ungheria aveva inviato ai Giochi di Helsinki, che sul piano tecnico-organizzativo superarono tutte le edizioni precedenti, una squadra di calcio che era in quel periodo la migliore del mondo. L'atleta che ebbe il maggior successo personale, e che venne pittorescamente definito "il cavallo umano", fu il cecoslovacco Emil Zatopek, vincitore dei 5000 m, dei 10.000 m e della maratona.
L'Italia ottenne a Helsinki 8 medaglie d'oro, 9 d'argento e 4 di bronzo. Le medaglie d'oro furono conquistate nella marcia km 50 (Giuseppe Dordoni nel tempo eccezionale di 4.28′07″8), nella velocità m 1000 di ciclismo (Enzo Sacchi), nell'inseguimento a squadre 4 km di ciclismo (Guido Messina, Mino De Rossi, Marino Morettini, Loris Campana), nel pugilato pesi leggeri (Aureliano Bolognesi), nella spada individuale (Edoardo Mangiarotti), nella spada a squadre (Dario Mangiarotti, Franco Bertinetti, Edoardo Mangiarotti, Carlo Pavesi, Giuseppe Delfino, Roberto Battaglia), nel fioretto femminile individuale (Irene Camber) e nella vela classe "Stelle" (Agostino Straulino e Nicolò Rode); quelle d'argento nel lancio del disco (Adolfo Consolini), nel km a cronometro di ciclismo (Marino Morettini), nella classifica a squadre della corsa su strada (Dino Bruni, Vincenzo Zucconelli, Gianni Ghidini), nella lotta greco-romana categoria mosca (Ignazio Fabra), nel pugilato pesi piuma (Sergio Caprari), nel fioretto individuale maschile (Edoardo Mangiarotti), nel fioretto maschile a squadre (Carlo Bergamini, Manlio Di Rosa, Edoardo Mangiarotti, Renzo Nostini, Giorgio Pellini, Antonio Spallino), nella spada individuale (Dario Mangiarotti) e nella sciabola a squadre (Roberto Ferrari, Vincenzo Pinton, Gastone Darè, Renzo Nostini, Mauro Racca, Giorgio Pellini); quelle di bronzo nel tandem m 2000 di ciclismo (Antonio Maspes, Cesare Pinarello), nella pallanuoto (R. Gambino, V. Polito, C. Rubini, M. Mannelli, E. Arena, R. De Sanzuane, C. Peretti, G. Ognio, R. Traiola, S. Gionta, L. Ceccarini), nel pugilato pesi welters leggeri (Bruno Visintin) e nel fioretto maschile individuale (Manlio Di Rosa).
In occasione della XVI edizione, le Olimpiadi estive si svolsero per la prima volta in un periodo compreso fra il 22 novembre e l'8 dicembre. Infatti, la sede prescelta era Melbourne, in Australia, dove le stagioni sono invertite. A causa di una legge australiana che vieta l'importazione, anche temporanea, di cavalli, le prove di equitazione furono disputate a Stoccolma in giugno. I Giochi di Melbourne si svolsero in un'atmosfera politicamente tesa, dopo i drammatici avvenimenti di Suez e dell'Ungheria. Alcune nazioni, come la Svizzera, la Spagna e l'Olanda, rifiutarono di inviare i loro rappresentanti a gareggiare con gli atleti sovietici. I paesi partecipanti furono 67 (due in meno rispetto a Helsinki), ma le gare disputate furono 153, contro le 149 dell'edizione precedente. La vittoria complessiva fu dell'URSS, che conquistò 37 medaglie d'oro, 29 d'argento e 32 di bronzo, contro le 32 d'oro, le 25 d'argento e le 17 di bronzo degli Stati Uniti. Il predominio dei sovietici si manifestò soprattutto nell'atletica pesante, nel calcio (dove però c'erano pochi concorrenti di rilievo), nella canoa, nella ginnastica, nel pugilato e nel tiro a segno; nell'atletica leggera (specialmente femminile) fecero registrare eccellenti risultati, ma prevalsero gli Stati Uniti. Furono battuti diversi records olimpici, ma ne furono stabiliti soltanto quattro assoluti (salto in alto femminile, staffetta 4 × 100 femminile, giavellotto maschile e staffetta maschile 4 × 100). Il sovietico Vladimir Kuc migliorò i primati olimpici sui 5000 e sui 10.000 metri. Sensazionali furono invece i risultati ottenuti nel nuoto dagli australiani, che conquistarono 8 medaglie d'oro e migliorarono 7 records olimpici e 3 mondiali.
Agli italiani, che rivelarono una netta superiorità nel ciclismo e nella scherma, andarono complessivamente 8 medaglie d'oro, 8 d'argento e 9 di bronzo. Le medaglie d'oro furono conquistate nel quattro con di canottaggio (F. Trincavelli, A. Vanzin, R. Sgheiz, A. Winkler, I. Stefanoni), nel km a cronometro di ciclismo (Leandro Faggin), nell'inseguimento a squadre 4 km (A. Domenicali, L. Faggin, F. Gandini, V. Gasparella), nella corsa ciclistica su strada individuale (Ercole Baldini), nel fioretto maschile a squadre (G. Bergamini, L. Carpaneda, M. Di Rosa, V. Lucarelli, E. Mangiarotti, A. Spallino), nella spada individuale (Carlo Pavesi), nella spada a squadre (D. Mangiarotti, F. Bertinetti, C. Pavesi, A. Pellegrino, G. Delfino, G. Anglesio) e nel tiro al piattello (Galliano Rossini); quelle d'argento nella velocità m 1000 di ciclismo (Guglielmo Pesenti), nel Premio delle Nazioni individuale di equitazione (R. D'Inzeo), nel Premio delle Nazioni a squadre (R. D'Inzeo, P. D'Inzeo, A. Oppes), nella lotta greco-romana categoria mosca (Ignazio Fabra), nel pugilato pesi welters leggeri (Franco Nenci), nel fioretto maschile individuale (Giancarlo Bergamini), nella spada individuale (Giuseppe Delfino) e nella vela classe "Stelle" (Straulino, Rode); quelle di bronzo nel tandem m 2000 di ciclismo (G. Ogna, C. Pinarello), nel Premio delle Nazioni individuale di equitazione (P. D'Inzeo), nella lotta greco-romana categoria massimi (Adelmo Bulgarelli), nel pugilato pesi massimi (G. Bozzano), nel fioretto maschile individuale (Antonio Spallino), nella spada individuale (E. Mangiarotti), nel sollevamento pesi categoria medî (Armando Pignatti) e categoria massimi (Alberto Pigaiani) e nel tiro al piattello (Alessandro Ciceri).
La XVII Olimpiade, svoltasi a Roma dal 25 agosto all'11 settembre 1960, fu definita "la più fastosa della storia", ed effettivamente fornì molti motivi d'interesse sia dal punto di vista tecnico sia sul piano puramente spettacolare. L'inaugurazione dei Giochi coincise infatti con quella di alcuni impianti sportivi fra i più moderni del mondo, e le nazioni partecipanti furono 87. La preparazione dell'Olimpiade fece introdurre alcune innovazioni nella stessa viabilità di Roma, con la costruzione di sottopassaggi e di viadotti sopraelevati e l'inaugurazione d'una arteria di rapido scorrimento chiamata appunto Via Olimpica. Alcune gare si svolsero a Napoli e sul lago di Albano. Una novità di rilievo nella XVII edizione dei Giochi fu l'intervento della televisione, che per la prima volta rese possibile a centinaia di milioni di spettatori di seguire contemporaneamente lo svolgimento delle gare. Infatti, mediante i collegamenti in Eurovisione e in Intervisione, le telecronache dell'Olimpiade di Roma furono inoltrate in 18 paesi. Speciali accorgimenti consentirono alle stazioni americane e giapponesi di trasmettere con una sfasatura relativamente lieve le cronache registrate delle gare.
Furono migliorati numerosi primati, 18 dei quali mondiali: 6 di atletica leggera, e precisamente quello dei 400 m (Otis Davis, S. U. A). quello dei 1500 m (Herb Elliott, Australia), quello della staffetta 4 × 100 (Germania), quello della staffetta 4 × 400 (S. U. A.), quello dei 100 m femminili (Wilma Rudolph, S. U. A.), e quello del salto in lungo femminile (Vera Krepkina, URSS); 1 di ciclismo, cioè quello del chilometro da fermo (Sante Gaiardoni, Italia); 5 di nuoto, cioè quello della staffetta 4 × 100 s. l. (S. U. A.), quello dei 200 m farfalla (Mike Troy, S. U. A.), quello della 4 × 100 mista (S. U. A.), quello dei m 200 rana femminili (Anita Lonsbrough, Gran Bretagna) e quello della 4 × 100 femminile (S. U. A.); 6 di sollevamento pesi, e precisamente nelle categorie gallo (Charles Vinci, S. U. A.), piuma (Evgenij Minaev, URSS), leggeri (Viktor Busuev, URSS), medî (Alex Kurynov, URSS), medio-massimi (Arkadij Vorob′ëv, URSS), e massimi (Jurij Vlasov, URSS).
Il miglior piazzamento complessivo fu ancora una volta quello dell'Unione Sovietica, con 44 medaglie d'oro, 28 d'argento e 30 di bronzo; gli Stati Uniti ne conquistarono 34 d'oro, 22 d'argento e 17 di bronzo. Oltre che nel sollevamento pesi, i sovietici prevalsero nella ginnastica (specialmente femminile), nella canoa femminile e in alcune specialità della scherma. Nel nuoto si registrò il predominio degli americani e degli australiani. In atletica leggera, invece, quello che da due edizioni dei Giochi Olimpici sembrava ormai un dialogo fra Stati Uniti e Unione Sovietica vide l'inserimento di alcuni elementi europei, come il tedesco Armin Hary, vincitore dei 100 m e l'italiano Livio Berruti, vincitore dei 200 m, che in semifinale e in finale aveva battuto il record olimpico e uguagliato quello mondiale.
Ottimi risultati furono conseguiti dagli italiani, che fra l'altro dominarono nettamente nel ciclismo, e riconquistarono il titolo della pallanuoto. L'Italia si aggiudicò complessivamente 13 medaglie d'oro (cioè quante ne aveva ottenute ad Anversa nel 1920 e una in più di Los Angeles nel 1932), 10 d'argento e 13 di bronzo. Le medaglie d'oro furono conquistate nei 200 m di atletica leggera (Livio Berruti), nella spada individuale (Giuseppe Delfino), nella spada a squadre (G. Delfino, A. Pellegrino, C. Pavesi, E. Mangiarotti, F. Marini, G. Saccaro), nella pallanuoto (D. Rossi, A. Ambron, D. Bardi, G. D'Altrui, S. Gionta, G. Guerrini, F. Lavoratori, G. Lonzi, L. Mannelli, R. Parmeggiani, E. Pizzo, B. Spinelli), nel pugilato pesi piuma (Francesco Musso), pesi welters (Giovanni Benvenuti) e pesi massimi (Francesco De Piccoli), nella velocità m 1000 di ciclismo (Sante Gaiardoni), nella velocità tandem m 2000 (S. Bianchetto, G. Beghetto), nei m 1000 a cronometro da fermo (Sante Gaiardoni), nel cronometro a squadre km 100 (L. Trapè, A. Bailetti, O. Cogliati, G. Fornoni), nell'inseguimento a squadre km 4 (L. Arienti, F. Testa, M. Vallotto, M. Vigna) e nel Gran Premio di salto a ostacoli individuale di equitazione (Raimondo D'Inzeo); quelle d'argento nel fioretto maschile a squadre (L. Carpaneda, A. Pellegrino, M. Curletto, A. Aureggi, E. Mangiarotti), nelle parallele di ginnastica maschile (Giovanni Carminucci), nel pugilato pesi gallo (Primo Zamparini), pesi leggeri (Sandro Lopopolo) e welters pesanti (Carmelo Bossi), nella corsa su strada di ciclismo (Livio Trapè), nel quattro senza di canottaggio (T. Baraglia, R. Bosatta, G. Crosta, G. Galante), nella canoa canadese biposto m 1000 (A. Dezi, F. La Macchia), nel Gran premio di salto individuale di equitazione (Piero D'Inzeo) e nel tiro al piattello (Galliano Rossini); quelle di bronzo nei 50 km di marcia (Abdon Pamich), nei 100 m di atletica femminile (Giuseppina Leone), nella velocità m 1000 di ciclismo (V. Gasparella), nel quattro con di canottaggio (F. Balatti, R. Sgheiz, F. Trincavelli, G. Zucchi, I. Stefanoni), nel pugilato pesi medio-massimi (Giulio Saraudi, ex aequo con l'australiano Anthony Madigan), nella vela classe "Dragoni" (A. Ciciliano, A. Cosestino, G. Destefano), nel concorso a squadre di ginnastica maschile (G. Carminucci, P. Carminucci, G. Marzolla, F. Menichelli, O. Polmonari, A. Vicardi), negli esercizî a corpo libero (Franco Menichelli), nella sciabola individuale (Vladimiro Calarese), nella sciabola a squadre (V. Calarese, G. Calanchini, P. Chicca, M. Ravagnan, R. Ferrari), nel fioretto femminile a squadre (B. Colombetti, V. Cesari, C. Pasini, A. Ragno, I. Camber), nel sollevamento pesi categoria piuma (Sebastiano Mannironi) e nel Gran Premio di salto a squadre di equitazione (P. D'Inzeo, R. D'Inzeo, A. Oppes).
Buono fu pure il rendimento della squadra italiana di pallacanestro (che si classificò al quarto posto, dietro le fortissime rappresentative degli Stati Uniti, dell'Unione Sovietica e del Brasile) e di quella di calcio (eliminata soltanto per sorteggio nel girone finale, a vantaggio della Iugoslavia che poi vinse il torneo).
La Germania, come già a Melbourne, partecipò ai Giochi Olimpici di Roma con una rappresentativa unificata, comprendente cioè atleti sia della Repubblica di Bonn, sia della Repubblica di Pankow. "Con riserva" (under protest) si ebbe la partecipazione della squadra di Formosa, che non ottenne dal Comitato Internazionale Olimpico di essere riconosciuta come rappresentativa cinese. Gli atleti che ebbero il maggior successo personale furono l'americana Wilma Rudolph (che vinse nei m 100 e nei m 200 e che, con la sua spettacolosa frazione, contribuì al successo della staffetta americana 4 × 100 femminile), l'italiano Sante Gaiardoni, vincitore della velocità e del chilometro da fermo nelle prove ciclistiche, e l'americano Rafer Johnson, primatista mondiale di decathlon. La XVIII edizione dei Giochi Olimpici è stata fissata per il 1964 a Tokyo.
La XV, la XVI e la XVII Olimpiade furono precedute rispettivamente dalla VI, dalla VII e dall'VIII edizione dei Giochi Invernali. Nel 1952, le Olimpiadi d'inverno si svolsero a Oslo. L'Italia conquistò una medaglia d'oro nella discesa libera maschile (Zeno Colò) e una di bronzo nella discesa libera femminile (Giuliana Minuzzo). Vittorie dell'Austria nello slalom maschile e nella discesa libera femminile; della Finlandia nello slalom gigante, nel gran fondo km 50 e nella staffetta 4 × 10 km maschili e nel fondo km 10 femminile; della Norvegia nel fondo km 18, nella combinata fondo km 18 e salto, nel salto speciale (maschili), nel pattinaggio di velocità m 1500, m 5000 e m 10.000; degli Stati Uniti nello slalom e nello slalom gigante femminili, nel pattinaggio artistico maschile e nel pattinaggio di velocità m 500; della Gran Bretagna nel pattinaggio artistico femminile; della Germania nel pattinaggio artistico a coppie, nel bob a due e nel bob a quattro; del Canada nell'hockey su ghiaccio.
I Giochi Invernali del 1956 si svolsero a Cortina d'Ampezzo, dove l'organizzazione perfetta e gli impianti ricchi e moderni suscitarono l'ammirazione degli sportivi di tutto il mondo. Nel bob a due, l'Italia conquistò una medaglia d'oro (Lamberto Dalla Costa, Giacomo Conti) e una medaglia d'argento (Eugenio Monti, Renzo Alverà); nel bob a quattro, una medaglia d'argento (Eugenio Monti, Ulrico Girardi, Renzo Alverà, Renato Mocellini). Il vero protagonista dei Giochi di Cortina fu l'austriaco Toni Sailer, vincitore dello slalom, dello slalom gigante e della discesa libera. Nelle prove di fondo prevalsero la Norvegia (km 15 e combinata km 18 e salto), la Svezia (km 50) e la Finlandia (km 30 e salto speciale). La staffetta 4 × 10 km fu appannaggio dei sovietici. Nelle gare femminili di sci, si ebbero due vittorie svizzere (slalom e discesa libera), una tedesca (slalom gigante), una sovietica (fondo km 10) e una finlandese (staffetta 3 × 5 km). Nel pattinaggio artistico, gli Stati Uniti vinsero le gare maschile e femminile, l'Austria quella a coppie. L'URSS vinse poi il torneo di hockey su ghiaccio, e le gare dei m 500, 1500 e 5000 del pattinaggio di velocità; nei m 10.000 vinse la Svezia, mentre la Svizzera conquistò il titolo del bob a quattro.
Nel 1960, sede dei Giochi Invernali fu Squaw Valley, in California. Il miglior piazzamento italiano fu quello di Giuliana Chenal Minuzzo, che conquistò la medaglia di bronzo nello slalom gigante femminile. Le medaglie d'oro furono così assegnate: 6 all'Unione Sovietica (pattinaggio di velocità m 500 e m 5000 maschile, fondo 10 km femminile, pattinaggio di velocità femminile m 1000, m 1500 e m 3000), 4 alla Germania (combinata nordica, discesa libera femminile, salto speciale femminile e pattinaggio di velocità femminile m 500), 3 agli Stati Uniti (hockey su ghiaccio, pattinaggio artistico maschile e femminile), 3 alla Svezia (fondo maschile km 30, staffetta femminile 3 × 5 km e biathlon), 3 alla Norvegia (fondo maschile km 15, pattinaggio maschile di velocità m 1500 e m 10.000), 2 alla Svizzera (slalom gigante maschile e femminile), 2 al Canada (slalom speciale femminile e pattinaggio artistico a coppie), 2 alla Finlandia (fondo maschile km 50 e staffetta maschile 4 × 10 km), 1 alla Francia (discesa libera maschile) e 1 all'Austria (slalom speciale maschile). Le gare di bob non erano in programma. (Per maggiori particolari sui singoli sport, v. anche sport in questa Appendice).
Vedi Tav. f. t.