gioire
Usato solo all'infinito, vale " provare gioia ": Pg XVIII 33 così l'animo preso entra in disire, / ch'è moto spiritale, e mai non posa / fin che la cosa amata il fa gioire, " lo fa avere contentamento di sé " (Buti); Pd XXVII 105 [Beatrice] incominciò, ridendo tanto lieta, / che Dio parea nel suo volto gioire, " Iddio pareva che fosse nel suo volto e cagionasse quella allegrezza " (Buti); " nel volto di Beatrice sembrava rispecchiato il gaudio divino " (Casini-Barbi).
In Pd X 148 colà [in Paradiso] ... gioir s'insempra, l'infinito ha valore di sostantivo: " la gioia è costante e perpetua " (Sapegno).
In Pd VIII 33 Tutti sem presti / al tuo piacer, perché di noi ti gioi, " tu gioisca, ti allieti " (Scartazzini-Vandelli e così, in genere, gli altri commentatori; ma il Buti: " ti giovi di noi "), la forma può anche essere da ‛ gioiare ' (Parodi, Lingua 252).
Due volte si registra nel Fiore, in espressioni identiche, che si riferiscono alla ‛ gioia ' d'amore: LVI 9 chi d'Amor vuol gioire; CLVI 1 chi vuol gioir d'Amore.