giomenta
Il termine appare in Fiore CLXXIX 7 e dice l'un a l'altro: " La giomenta / che tu ti sai, mi credette ingannare... ". E variante fonetica di " giumenta " (femmina del cavallo, o altra bestia da soma), secondo la generale tendenza toscana ad aprire -u- in -o- in sillaba iniziale, facilitata dall'influsso della -m- successiva; (cfr. pure Giomella); la forma è attestata anche in Guittone (O cari frati miei 5). L'impiego del termine con significato equivoco, per designare la donna, è documentato anche in altri autori (Boccaccio, Sacchetti, Ariosto; cfr. Tommaseo-Bellini), e doveva essere nell'uso.