FILANGIERI, Giordano
Nacque tra il 1195 e il 1200 dal feudatario di Nocera Giordano (m. 1227) e da Oranpiasa; fu fratello minore di Riccardo. Ricevette un'educazione cavalleresca che gli consentì in seguito di accedere ad importanti incarichi al servizio della Corona.
Sposò prima del 1234 una sorella del conte Aldoino di Ischia Maggiore e Geraci Siculo, il quale nel suo testamento redatto a Foggia nel novembre 1234 lo nominò tra gli esecutori testamentari per i suoi possedimenti in terraferma, ma soprattutto gli assegnò come dote della sorella i feudi di Candida e Lapio nel Principato orientale, i quali avrebbero costituito in seguito il nucleo dei possedimenti feudali del ramo della famiglia originatosi dal Filangieri.
Quando il fratello Riccardo, dal 1224 maresciallo del Regno, nel 1231 fu investito della carica di luogotenente del Regno di Gerusalemme, il F. apparentemente gli subentrò nell'ufficio di maresciallo. Nel marzo 1232 in un privilegio emesso da Federico II a favore dei Veneziani egli figura infatti come testimone con il titolo di marescalcus e anche il conte Aldoino di Ischia Maggiore nel suo testamento del 1234 lo qualifica come imperialismarescalcus. Questi compiti di natura militare ai quali era connessa la supervisione delle scuderie provinciali spiegano la nomina del F., nell'ambito dell'amministrazione riformata dopo la fine della reggenza nel settembre 1239, a capitano della parte meridionale del Regno. I due capitani avevano in primo luogo responsabilità militari, in particolare il rafforzamento militare dei castelli. Andrea di Cicala, il quale come il F. aveva sposato una sorella del conte Aldoino, fu preposto alle regioni settentrionali, il F. ebbe la Calabria a partire da Porta Roseto e la Sicilia.
Dopo solo pochi mesi, con un mandato imperiale del 24 genn. 1240, fu sollevato dall'incarico e invitato a fare ritorno nei suoi feudi. Non è chiaro il motivo del licenziamento, ma il fatto che nel maggio 1240 fu nominato un nuovo capitano e maestro giustiziere per la parte meridionale del Regno lascia pensare che l'imperatore non fosse soddisfatto della condotta del Filangieri.
Il F. trascorse il decennio successivo nei suoi feudi di Candida, Lapio e Arianiello, dove nel 1244 intentò una causa contro i suoi vassalli per le tasse sul macinato dovutegli. Negli anni dopo il 1245 il magister defensarum responsabile Pietro di Dragone, spinto (secondo le deposizioni rese più tardi dai testimoni) da una personale inimicitia verso il F., fece costruire una defensa per l'imperatore nel bosco di Corigliano situato nei feudi citati. Il fatto che i figli del F., Aldoino e Lotterio, nel maggio 1250 figurino come testimoni in un documento di funzionari imperiali emesso a Gesualdo, prova che la sua famiglia non fu bandita dal Regno. Sul F. stesso non possediamo ulteriori notizie.
Il Giordano Filangieri citato nei documenti tra il 1255 e il 1270 - scomunicato dal papa nel 1255 e dal 1266 lontano dal Regno come proditor regis - era figlio di Guido e perciò nipote del Filangieri.
Dei figli del F., ad Aldoino toccò in eredità il feudo di Candida, dal quale prese il nome il ramo dei Filangieri di Candida. Sotto Carlo I d'Angiò visse come barone nel Regno e nella primavera 1283 assunse l'ufficio di giustiziere della Terra di Bari. Nel novembre 1283 fu chiamato a corte con la qualifica di magister rationalis, ma morì già il mese successivo senza potere assumere l'incarico. Grazie al matrimonio con Giordana di Tricarico, della famiglia Sanseverino, accrebbe il suo patrimonio feudale con i feudi di Solofra e di Abriola. Lotterio affiancò negli ultimi mesi del 1283 per un breve periodo il fratello Aldoino come giustiziere della Terra di Bari. Carlo II d'Angiò lo nominò nel 1290 capitano di guerra in Basilicata; dal 1300 alla morte nel 1302 amministrò con la qualifica di giustiziere la provincia di Terra d'Otranto. Per distinguersi dal fratello si chiamò Filangieri di Senerchia dal suo feudo più importante.
Fonti e Bibl.: Roma, Biblioteca Angelica, ms. 276: G. B. Prignano, Historia delle famiglie di Salerno normande (ms. a. 1644), cc. 28v-29; J.-L-A. Huillard-Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi, Paris 1852-1861, I, p. CLII; IV, 1, pp. 309-312; V, 1, pp. 588-91, 615; V, 2, pp. 691, 812, 868 s., 977; J. F. Böhmer - J. Ficker - E. Winkelmann, Regesta Imperii, V, Innsbruck 1881-1901, nn. 1947, 2492ª, 2636, 2733, 2881, 2941, 3093, 13299b, 13326ª; F. Scandone, I Comuni del Principato Ultra, in Samnium, VIII (1935), pp. 202 s.; Id., Profili di storia feudale dei Comuni compresi nell'antica contea di Avellino, Avellino 1951, pp. 117 s.; E. Mazzarese Fardella, I feudi comitali in Sicilia, Milano 1974, pp. 98-101; Id., Il tabulario Belmonte, in Documenti per servire alla storia di Sicilia, s. XXX (1983), pp. 12-16 n. 4; E. Ricca, La nobiltà delle Due Sicilie, I, 2, Napoli 1862, pp. 181-185; E. Winkelmann, Zur Geschichte Kaiser Friedrichs II. in den Jahren 1239 bis 1241, in Forschungen zur deutschen Geschichte, XII(1872), pp. 547 ss.; C. De Lellis, Casa Filangieri, a cura di B. Candida Gonzaga, Napoli 1887, pp. 82-85, 233 s.
Per Giordano (1255-1270) cfr.: E. Ricca, 1, 2, pp. 184 s.; G. Del Giudice, Codice diplomatico del regno di Carlo I e II d'Angiò, II,1, Napoli 1869, pp. 64 ss. n. 11; Acta Imperii inedita, a cura di E. Winkelmann, II, Innsbruck 1885, pp. 726 ss. n. 1045; I registri della Cancelleria angioina, a cura di R. Filangieri, II, Napoli 1951, pp. 36 s.; III, ibid. 1951, p. 200; IV, ibid. 1952, p. 87; VII, ibid. 1955, p. 195; IX, ibid. 1957, pp. 62, 2021 246, 250; X, ibid. 1957, p. 236.
Per Aldoino Filangieri di Candida (1250-1283) cfr. Montevergine, Archivio dell'Abbazia, Perg. 2001 (26 maggio 1250); E. Ricca, I, 2, pp. 199 ss., 204 ss.; C. De Lellis, pp. 88 ss., 235 s.; F. Scandone, I Comuni del Principato Ultra, pp. 200 ss.; Iregistri della Cancelleria angioina..., IV, pp. 110 s.; VIII, Napoli 1957, pp. 10 s.; XXVI, ibid. 1979, ad Indicem; XXVII,1-2, ibid. 1979, ad Indicem.
Per Lotterio Filangieri di Senerchia (1250-1302): Montevergine, Archivio dell'Abbazia, Perg. 2001 (26 maggio 1250); Syllabus membranarum ad Regiae Siclae Archivum pertinentium, II, 2, Napoli 1845, pp. 57 s.; E. Ricca, I, 2, pp. 196 s.; B. Capasso, Historia diplomatica Regni Siciliae ... 1250-1266, Napoli 1874, pp. 198 s.; C. De Lellis, pp. 86 ss., 234 s.; F. Scandone, Profili di storia feudale, pp. 151 s.; I registri della Cancelleria angioina, XXVII, 1-2, ad Indicem.