ABETTI, Giorgio
Nacque a Padova il 5 ott. 1882 da Antonio, astronomo, e da Giovanna Colbachini.
Dopo aver iniziato gli studi all'università di Roma, si laureò in fisica all'università di Padova nel 1904. Assistente volontario prima presso l'osservatorio astronomico di Padova e poi a Berlino, passò come assistente effettivo a Heidelberg (1906-1908). Successivamente, nella seconda metà del 1908, si recò all'osservatorio Yerkes sul Lake Geneva, nei pressi di Williams Bay, a 130 chilometri a nord di Chicago, e subito dopo all'osservatorio di Mount Wilson in California, appena fondato, rimanendovi sino al giugno 1909. La visita a queste due istituzioni sarebbe risultata di fondamentale importanza per la sua futura attività scientifica.
Presso l'osservatorio di Yerkes, concepito e realizzato da George Ellery Hale nel quinquennio 1892-1897, al grande rifrattore Yerkes di un metro di diametro (strumento ancor oggi insuperato nella sua classe) era stato adattato un complesso spettroeliografo, costruito nelle officine dell'osservatorio grazie ad un finanziamento Rumford-Fund, che permetteva il rilevamento delle immagini delle protuberanze al bordo del disco solare e quello della cromosfera proiettata sul disco solare. Per potenziare questa strumentazione Hale costruì nel 1902 un grande telescopio fisso orizzontale di nuova concezione (telescopio Snow).
Poco dopo il completamento dell'osservatorio di Yerkes, Hale aveva iniziato l'operazione Mount Wilson. Sin dal 1905 era operante a Mount Wilson il telescopio orizzontale Snow e un nuovo spettroeliografo, col quale, per la prima volta nella storia della fisica solare, era possibile eseguire in rapida sequenza osservazioni fotografiche dirette, osservazioni spettroelioscopiche ed osservazioni spettroeliografiche. Poiché le disomogeneità termiche dell'atmosfera terrestre al suolo determinano un deterioramento dell'immagine che può risultare, in particolari condizioni, intollerabile, Hale ideò la costruzione di un telescopio fisso verticale (o torre solare): sorsero così a Mount Wilson nel 1908 la torre di 18 metri e nel 1912 quella di 45 metri.
In questo fervore di opere, nel 1908-1909, si inserì la visita dell'A., che aveva già iniziato la sua attività scientifica da studente e poi in Germania, osservando e studiando pianetini, comete e satelliti e compiendo inoltre una serie di determinazioni di parallassi stellari. I primi risultati del suo viaggio in America comparvero in una nota pubblicata nel 1911 (Photographic Observatións of Prominences, in Astrophysical Journal, XXXIII [1911], pp. 141-60) in cui egli analizzava osservazioni di protuberanze eseguite con lo spettroeliografo Rumford adattato al grande rifrattore di Yerkes e con lo spettroeliografo del telescopio orizzontale Snow a Mount Wilson. I risultati vennero confrontati con quelli raccolti a Catania con una tecnica diversa consistente nel porre la fenditura di un piccolo spettroscopio, regolato in modo da permettere l'osservazione della riga rossa di Fraunhofer dovuta all'idrogeno, parallelamente al bordo solare e nello spostarla lungo il raggio: si poteva così misurare la larghezza della protuberanza alle varie distanze dal bordo e la sua altezza; spostando la fenditura lungo il bordo solare era poi possibile individuare le varie protuberanze.
Tornato in Italia alla fine del 1909 l'A. trascorse un anno come assistente presso l'istituto di fisica terrestre dell'università di Napoli, iniziando una campagna gravimetrica sul Vesuvio. Successivamente, nominato assistente e poi astronomo aggiunto all'osservatorio del Collegio Romano a Roma, si occupò di stelle doppie e di spettroscopia stellare proseguendo anche nell'osservazione di pianetini e comete. Nel dicembre 1910 conseguì la libera docenza in astrofisica presso l'università di Catania. Intanto compaiono nella produzione scientifica dell'A. note di rassegna in fisica solare che dimostrano come il suo interesse in questo campo non si fosse smorzato dopo l'esperienza statunitense.
Nel giugno del 1913 egli si unì, con mansioni di astronomo geodeta e geofisico, alla spedizione De Filippi che compì esplorazioni geografiche e ricerche astronomico-geodetiche nelle regioni del Karakorum, Himalaya e Turkestan cinese e russo. La spedizione dovette anticipare il rientro, previsto per il novembre 1914, a causa dello scoppio della prima guerra mondiale. A guerra non ancora finita e ancora in servizio militare, come ufficiale del genio, l'A. ottenne di potersi recare negli Stati Uniti per unirsi ad una spedizione di astronomi dell'osservatorio di Mount Wilson, a Green River (Wyoming) a 1800 metri di altitudine, organizzata allo scopo di osservare l'eclisse totale di sole dell'8 giugno 1918.
Dopo la guerra egli rientrò in servizio all'osservatorio del Collegio Romano continuando le sue ricerche su sistemi di stelle binari e multipli e le sue ricerche di spettroscopia stellare.
Nel 1920 ottenne il trasferimento a Firenze, ove il padre Antonio, direttore dell'osservatorio astrofisico di Arcetri, era prossimo al pensionamento, e l'anno successivo ebbe l'incarico di dirigerlo. Nel 1925, in seguito a concorso, venne chiamato a ricoprire la cattedra di astrofisica all'università di Firenze assumendo a pieno titolo la direzione dell'osservatorio di Arcetri. Nello stesso anno risultava primo anche nel concorso per la cattedra di astronomia nell'università di Bologna.
Sin dal 1921 l'A. aveva pubblicato un progetto per una torre solare, analoga a quelle costruite da Hale a Mount Wilson, da erigersi nei pressi dell'osservatorio di Arcetri. La sua realizzazione, che richiedeva una spesa cospicua, fu resa possibile dall'apporto di contributi di enti e persone italiane e straniere, ma in particolare dall'intervento di Hale, che nel 1922 - in viaggio per l'Europa - soggiornò presso Firenze incontrando l'Abetti. Hale, che già aveva contribuito alla raccolta di fondi per la costruzione di una torre solare ad Arcetri attraverso la fondazione William Ellery Hale (il padre di George che tra stato un grande industriale costruttore di ascensori), riuscì a convincere il facoltoso amico James W. Ellsworth, accanito collezionista di orologi, a finanziare il progetto in cambio di un vecchio orologio, senza alcun valore scientifico, che si trovava nella vecchia cupola dell'osservatorio di Arcetri. La costruzione della torre solare poté essere iniziata nel 1923 in una località, protetta da alta vegetazione, a 150 metri a sud-ovest dell'osservatorio, e fu ufficialmente inaugurata il 22 giugno 1925. L'anno successivo venne approntato lo spettroeliografo.
La torre fu costruita dalle Officine Galileo di Firenze nelle sue parti meccaniche; mentre le parti ottiche furono fornite dalla casa Zeiss in conto riparazioni di guerra. Il mezzo dispersivo è costituito da un reticolo di diffrazione. La differenza sostanziale fra la torre di Arcetri e quelle di Mount Wilson sta nella possibilità di passare rapidamente dallo spettrografo allo spettroeliografo e di ruotare lo strumento in modo da porre la prima fenditura tangente a qualsiasi punto del bordo solare. Mentre poi le due torri di Mount Wilson furono costruite in traliccio di ferro e, anzi, nella maggiore di esse fu adottato un traliccio interno per sostenere gli specchi e l'obiettivo ed uno esterno per sostenere la cupola e proteggere quello interno dall'azione del vento, ad Arcetri, dopo aver accuratamente verificato che venti di media intensità - quali sono quelli che vi predominano - non possono dare vibrazioni sensibili nell'immagine del sole, fu adottata invece una costruzione in cemento armato, più economica, meno deteriorabile e di grande stabilità. La Zeiss aveva fornito anche un obiettivo di 36 centimetri di diametro con cui venne sostituito il glorioso obiettivo di Amici del grande rifrattore equatoriale dell'osservatorio di Arcetri, al quale già nel 1921 era stato applicato uno spettroscopio per l'osservazione delle protuberanze del tipo già in funzione a Catania.
Con questo strumento e poi con la torre solare l'A. iniziò una lunga serie sistematica di rilevamenti delle protuberanze e della cromosfera al bordo del sole e sul disco che altri più giovani collaboratori hanno poi continuata per decenni sino agli anni Settanta. Successivamente l'A. si occupò di numerosi problemi relativi alla rotazione solare, alle caratteristiche dell'atmosfera solare, ai moti della materia nell'intorno delle macchie solari. Nel 1929 redasse il capitolo sulla fisica solare per l'Handbuch der Astrophysik, pubblicato a Berlino da Springer nello stesso anno, con la collaborazione dei migliori specialisti nei vari campi dell'astronomia.
Ciononostante, egli non perdeva l'interesse per le ricerche non solari. Basti pensare all'installazione del telescopio riflettore di 30 centimetri di diametro sistemato in parallelo su un piccolo telescopio riflettore preesistente.
Dopo i primi viaggi giovanili di studio in Germania e negli Stati Uniti l'A. si recò spesso all'estero per svolgere lavoro di ricerca e per insegnare: nel 1930 fu invitato dalla Fondazione Rockefeller all'osservatorio di Mount Wilson per eseguire ricerche sullo spettro della cromosfera; in questa occasione egli tenne lezioni in varie università degli Stati Uniti; l'anno successivo fu all'università di Praga; nel 1948-49 all'università del Cairo, e nel 1950, sotto gli auspici del Fulbright Act, di nuovo per sei mesi negli Stati Uniti.
Come l'attività scientifica, così anche l'attività divulgativa ed organizzativa dell'A. fu molto ampia ed articolata. Oltre ad una numerosa serie di articoli di divulgazione su vari aspetti dell'astronomia egli scrisse una quindicina di volumi non solo nel campo della fisica solare e della storia dell'astronomia ma anche nel campo della fisica planetaria, stellare e galattica. Tra le opere più importanti ricordiamo: Amici e nemici di Galileo, Milano 1945; Il sole, ibid. 1956; Esplorazione dell'universo, Bari 1959; Le nebulose e gli universi isole (con M. Hack), Torino 1959; Solar Research, London 1962; Stelle e pianeti, Torino 1963; Storia dell'astronomia, Firenze 1964; L'unità del cosmo, Milano 1964; La stella sole, Torino 1966; La vida del universo, Madrid 1966.
Per quanto riguarda la sua attività di organizzatore, oltre alle numerose realizzazioni strumentali ad Arcetri, va ricordata l'organizzazione delle spedizioni per osservare le eclissi totali di sole del 19 giugno 1936 nell'Unione Sovietica e del 25 febbr. 1952 nel Sudan ed il lavoro svolto quale commissario dell'istituto "Cesare Alfieri" di Firenze e come rettore dell'università di Firenze. L'A. ricoprì anche le cariche di vicepresidente dell'Unione astronomica internazionale, presidente della commissione del Consiglio internazionale delle unioni scientifiche per lo studio delle relazioni fra i fenomeni solari e quelli terrestri, presidente della Società astronomica italiana, presidente dell'Istituto nazionale di ottica, membro del Consiglio nazionale delle ricerche, socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e membro di numerose altre istituzioni scientifiche e didattiche.
Il 31 ott. 1952 l'A. lasciò l'insegnamento universitario per raggiunti limiti di età e il 31 dicembre dello stesso anno anche la direzione dell'osservatorio.
Fuori ruolo fino al 1957, e quindi professore emerito, l'A. negli anni seguenti poté lucidamente seguire lo straordinario sviluppo della fisica solare dovuto sia al potenziamento e perfezionamento delle tecniche di osservazione da terra, nelle regioni ottica e radio dello spettro elettromagnetico, sia all'introduzione delle tecniche spaziali che hanno permesso di rilevare tutte quelle radiazioni ultraviolette, X e gamma di origine solare che da terra non sono osservabili dato l'assorbimento operato dalla nostra atmosfera.
Morì a Firenze il 24 ag. 1982, poco prima che si tenesse il congresso annuale della Società astronomica italiana a lui dedicato per il centesimo anno di vita.
Fonti e Bibl.: Ministero dell'istruz. Pubblica, Bollettino ufficiale, XLI (194), 1, pp. 2323 s.; Ministero della Pubblica Istruzione. Direzione generale dell'istruzione superiore, Osservatori astrofisici astronomici e vulcanologi italiani, Roma 1956, pp. 1-22, 137-163; H. Wright, Explorer of the Universe. A Biography of George Ellery Hale, New York 1966, pp. 112, 233, 346; Accademia naz. dei Lincei, Biografie e bibliografie degli accademici lincei, Roma 1976, pp. 11 s.; M. G. Fracastoro, Un secolo di astronomia ad Arcetri, in Arcetri, Firenze 1983, pp. 81-114; G. Godoli, Lo sviluppo della fisica solare negli anni di G. A., ibid., pp. 115-138.