Agàmben, Giorgio. - Saggista italiano (n. Roma 1942); docente di estetica presso le università di Macerata (1988-92), Verona (1993-2003) e IUAV di Venezia. Ha promosso e curato per Einaudi, fino al 1996, l'edizione italiana delle opere di W. Benjamin, della cui impostazione interdisciplinare ha risentito nella sua vasta attività saggistica. Tra le sue opere: L'uomo senza contenuto (1970); Stanze: la parola e il fantasma nella cultura occidentale (1977); Infanzia e storia: distruzione dell'esperienza e origine della storia (1978; nuova ed. 2001); Idea della prosa (1985); La comunità che viene (1990); Homo sacer: il potere sovrano e la nuda vita (1995); Categorie italiane: studi di poetica (1996). Mezzi senza fine: note sulla politica (1996); Quel che resta di Auschwitz: l'archivio e il testimone (1998); Il tempo che resta (2000), in cui ha proposto un'originale rilettura della Lettera ai Romani dell'apostolo Paolo; L'aperto: l'uomo e l'animale (2002); Stato di eccezione (2003); La potenza del pensiero (2005); Il regno e la gloria (2007); Il sacramento del linguaggio (2008); Nudità (2009); Angeli. Ebraismo cristianesimo Islam (con E. Coccia, 2009), raccolta critica dei testi filosofici più significativi su questo tema; Altissima povertà. Regole monastiche e forma di vita (2012), riflessione sulla possibilità di fondare un uso delle cose libero dal possesso; Il mistero del male. Benedetto XVI e la fine dei tempi (2013); Pilato e Gesù (2013); entrambe del 2014, Il fuoco e il racconto e L'uso dei corpi; tutti nel 2015, Stasis. La guerra civile come paradigma, L'avventura e Pulcinella ovvero divertimento per li regazzi in quattro scene; Che cos'è la filosofia? (2016); Che cos'è reale? (2016); nel 2017, il testo autobiografico Autoritratto nello studio e i saggi Karman e Creazione e anarchia. L'opera nell'età della religione capitalistica; Il Regno e il Giardino (2019); A che punto siamo? L'epidemia come politica (2020); nel 2021, La follia di Hölderlin e Pinocchio; L'irrealizzabile (2022). Ha anche curato l'edizione postuma dell'ultimo volume di poesie di G. Caproni (Res amissa, 1991). Nel 2018 il filosofo è stato insignito del Premio internazionale Nonino "a un maestro del nostro tempo".