ALBENGA, Giorgio
Nato a Trino di Monferrato (Vercelli), e non a Sant'Albano (Mondovi), come opinò l'Angelucci e come è detto dal Thieme-Becker, compare per la prima volta nel 1583 come fonditore di artiglierie al servizio del duca di Mantova Vincenzo Gonzaga. Nel 1586 entrò stabilmente nella fonderia ducale, succedendo, come direttore, a Simone Pocaparte. Nell'agosto dello stesso anno il duca impedì un trasferimento dell'A. nel Monferrato, e nel 1587 lo convinse a ritornare a Mantova da Milano, ove egli si era temporaneamente recato, commissionandogli la fabbricazione di un cospicuo numero di bocche da fuoco. Due cannoni fusi dall'A, nel 1588 sono ricordati in un inventano manoscritto dell'arsenale di Torino. L'A., oltre che artiglierie, fondeva però anche opere d'arte di vario tipo: così nel 1589 gettò i cherubini e i festoni di un cancello in ferro, che potrebbe essere identificato con quello del portale principale della cittadella di Ferrara, e nel 1590 e nel 1593 due campane. Era stato imprigionato nel 1592 per ragioni ignote. Nel maggio del 1593 Si recò a Casale per fondervi bocche da fuoco, proiettili d'artiglieria e un'altra campana, per la nuova cittadella fatta costruire dal duca Vincenzo, e nell'agosto dello stesso anno, ricorrendo alla duchessa Eleonora, riuscì a farsi saldare un conto per alcune opere effettuate e mai pagate. Il 18 febbr. 1594 indirizzò al duca un circostanziato memoriale, per chiedergli un aumento nel saldo di un'altra serie di artiglierie da lui fabbricate; ma il 2 marzo il comandante della cittadella di Casale rilevava, in una sua relazione, che le artiglierie fuse dall'A. erano assai difettose. Ciononostante l'A. continuò a servire il Gonzaga e, nel corso del 1595,consigliò l'uso del ferro della Valtrompia per la fusione dei proiettili e degli stessi pezzi di artiglieria. Nel 1597 seguì Vincenzo Gonzaga nella sua seconda spedizione in Ungheria contro i Turchi, ma nel 1598 passò a Ferrara, allora divenuta pontificia, costruendovi numerose artiglierie per conto del cardinale legato Pietro Aldobrandini. Nel 1601, per incarico dello stesso, fuse un busto in bronzo di Clemente VIII che fu posto sulla facciata della cattedrale. Sempre nel 1601 l'A. ritornò in Ungheria al comando di una squadra di dodici bombardieri anconetani inviata da Clemente VIII contro i Turchi, ma presto rientrò in Italia, lasciando il comando a Giacomo Capodaro e precedendo di poco l'intero corpo di spedizione pontificio. Nel 1602 l'A., ormai stabilitosi a Ferrara, ottenne di vendere un podere che possedeva nel Mantovano. Nel 1605, dopo la morte di Clemente VIII (5 marzo), entrò in trattative con il magistrato del Comune di Ferrara per la fusione di una grande statua in bronzo del pontefice defunto; poiché il magistrato, ascoltate le richieste avanzate anche dal Giambologna e da Giambattista Aleotti, offri all'A, una cifra (3.000 scudi) che egli ritenne insufficiente, l'opera non fu compiuta. Dopo questa data non si hanno di lui altre notizie.
È probabile che un Tibaldo Albenga, fonditore, attivo anch'egli nel Mantovano tra il 1588 ed il 1591, fosse un fratello dell'A., e che un Giovanni Andrea Albenga, nativo di Sant'Albano (Mondovì), fonditore di artiglierie per il duca di Savoia nel 1633, fosse suo figlio.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Mantova, Spogli Davari, busta 4; ibid., Gonzaga, buste 472, 533, 2954, 2955, 2957; L.N. Cittadella, Notizie relative a Ferrara, Ferrara 1864, pp. 92, 424-427; A. Angelucci, Documenti inediti per la storia delle armi da fuoco italiane, Torino 1868, pp. 384-385; A. Bertolotti, Artisti subalpini in Roma, Mantova 1884, pp. 96, 97, 207; Id., Artisti bolognesi, ferraresi ed alcuni altri del già Stato Pontificio in Roma, Bologna 1885, p. 88; Id., Artisti in relazione coi Gonzaga signori di Mantova, in Atti e Mem. d. Deput. di storia patria Per le Prov. modenesi e parmensi, s. 3, III, 1(1885), pp. 78, 79; Id., Figuli, fonditori e scultori in relazione con la corte di Mantova, Milano 1890, I, p. 52, 53, 57; C. Montù, Storia della artiglieria italiana, I, Roma s.d. [ma 19341, pp. 610-611, 806, 898; E. Malatesta, Armi ed armaioli, Milano 1939, p. 16; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Kunstler, I, p. 180.