Barberio Corsetti, Giorgio
Barbèrio Corsétti, Giorgio. – Regista teatrale (n. Roma 1951) fra i più significativi del teatro di ricerca in Italia. Con la sua prima compagnia La gaia scienza (sciolta nel 1984), portò in scena testi usati come spunto per eventi performativi (La rivolta degli oggetti, 1976; Cuori strappati, 1983). In collaborazione con Studio Azzurro realizzò poi spettacoli in cui introdusse il video tra cui La camera astratta (1987), con cui vinse il premio Ubu per il video-teatro. Dagli anni Novanta iniziò a lavorare all’estero: in Portogallo (Peregrinacão, 1997, evento dell’Esposizione universale di Lisbona), e in Francia, al Théâtre national de Strasbourg, dove sviluppò un progetto sul Faust di G. Goethe. L’incontro con l’opera lirica avvenne nel 1999 (Maria di Rohan di G. Donizzetti) ed è proseguito con Tosca (2005) e La pietra del paragone (2006) di G. Rossini, per la quale, con P. Sorin, ha studiato soluzioni sceniche basate sull’uso di un’avanzata tecnologia, adottata anche per lo spettacolo Tra la terra e il cielo (2008), in cui lo schermo croma key completa la scena e rimanda le immagini degli attori che recitano sul palco creando un'interazione virtuale. Come direttore della Biennale di Venezia (1999- 2001) aprì la sezione Teatro alla danza contemporanea, all’arte visiva e al nouveau cirque, impegnandosi poi personalmente in spettacoli in cui la ricerca drammaturgica si è sposata con l’arte circense (Le metamorfosi, da Ovidio, 2002, in collaborazione con Les Colporteurs; Di animali, uomini e dei, 2003; Paradiso, 2004, ispirato al testo di J. Milton, ). Rimandano alla dimensione mitica del racconto Il colore bianco e Dioniso nato tre volte (entrambi del 2006), mentre La storia di Ronaldo il pagliaccio del McDonald’s (2007) è un testo provocatorio dell’argentino R. Garcia e La Commedia (2010) un progetto originale nato da suggestioni e invenzioni visive e, grazie alla musica del jazzista D. Rea, sonore, che si snoda come un viaggio fra gli esseri umani. Dopo aver riletto e riscritto negli anni Novanta i testi di F. Kafka (America, 1992; Il castello, 1995; Il processo, 1998) B. C. porta a compimento il suo percorso all’interno dell’opera dell’autore con Il castello – Trittico (2011), uno spettacolo itinerante in cui la dimensione tragica, comica e paradossale kafkiana rivive con l’uso di sistemi di comunicazione nuovi (la rete, il social network, gli SMS). Ha interpretato il ricco universo simbolico dei mantra indiani trasformandolo in veicolo per raccontare storie che appartengono a ognuno di noi con Neenteen (2012, progetto musicale di R. Nova e coreografico di S. Shivalingappa).