GIORGIO Chiulinovich detto Schiavone
Pittore, nato a Scardona (Dalmazia) verso il 1434, morto ivi fra il 3 ottobre 1504 e il 4 novembre 1505. Lo troviamo nel 1456 nella casa padovana dello Squarcione, al quale serviva di aiuto, dichiarandosene quasi figlio, e assumendone talvolta il nome. Le sue prime opere pare siano una Madonna del museo Correr (con la sigla, forse rinnovata, R. C.) e la Madonna, già nella coll. Kaufmann, poi Goudstikker ad Amsterdam, che rivelano in modo indubitabile lo studio di Filippo Lippi. Nelle più complicate tavolette con la Vergine e il Bambino, entro nicchie arricchite di pendagli e di candelabri fino al possibile, l'una di Torino, l'altra di Londra, vediamo anche ricordi della scultura donatellesca di Nicolò Baroncelli e derivazioni da Marco Zoppo. Ma in tutte le sue pitture, piene di preziosismi, egli si mostra devoto alla tradizione più arretrata padovana, la più spinosa cioè e la più intinta di goticismo; né mai riesce a un'opera complessa, come vorrebbe essere il polittico della Galleria di Londra, che pure s'ispira a quello mirabile del Mantegna a Brera. Nei quattro Santi del Duomo di Padova, l'artista tenta di rinnovarsi, guardando anche agli esemplari di Andrea del Castagno. Gli spetta inoltre un ritratto, firmato, nel museo André di Parigi. Lo S. è il rappresentante più tipico della pochezza dell'arte locale padovana alla scomparsa del vero caposcuola Andrea Mantegna: che essa non seppe né capire né imitare. Anche lo S. del resto, come quasi tutti gli scolari dello Squarcione, lasciò il maestro sino dal 1462, per recarsi a Zara e poi a Sebenico, né fu più a Padova, salvo un breve ritorno nel 1474.
Bibl.: V. Lazzarini, Doc. relativi alla pitt. padovana, Venezia 1909; A. Venturi, Storia dell'arte it., VII, iii, Milano 1914; A. Dudan, La Dalmazia nell'arte ital., II, Milano 1922; G.Fiocco, L'arte di A. Mantegna, Bologna 1927.