GIORGIO di Laodicea
Nato ad Alessandria circa il 290, morto dopo il 360, fu, durante la controversia ariana, uno degli esponenti del partito cosiddetto semiariano (v. arianesimo, IV, p. 296) affermante contro le negazioni radicali degli anomei (v.) che il Figlio è ὅμοιος κατ'οὐσίαν "simile nell'essenza" al Padre. La sua posizione non ci appare peraltro sempre chiara: in un primo momento almeno egli dovette parteggiare assai più decisamente per l'arianesimo, giacché, scomunicato da Alessandro di Alessandria del quale era prete, lo vediamo posto (circa 335) sul seggio di Laodicea ad mare (Siria) dal partito di Eusebio di Nicomedia, e Sozomeno afferma che fu accanito nemico di Atanasio. In seguito le sue sorti sono strettamente legate a quelle di Basilio d'Ancira e di Eustazio di Sebaste. Fu molto amico di Eusebio di Emesa, del quale scrisse l'elogio (Socrate, Hist. Ecc., II, 9).
Bibl.: Loofs, in Realencycl. für prot. Theol. u. Kirche, VI, pp. 539-541 e quella citata sotto arianesimo.